Il principio della presunzione di innocenza è un principio giuridico fondamentale secondo cui tutti gli accusati dovrebbero essere considerati innocenti fino a prova contraria. Per questo motivo, l'accusa ha l'onere della prova e deve fornire prove sufficienti per dimostrare la colpevolezza dell'imputato. Se l’accusa non riesce a fornire prove, l’imputato sarà assolto. Questo principio risale all’antico diritto romano e si è progressivamente evoluto in uno dei capisaldi dei diritti umani internazionali.
Nel "Giustiniano" del VI secolo d.C. si trova un classico aforisma giuridico: "La prova spetta a chi muove l'accusa, non all'imputato". Questo principio divenne poi la pietra angolare del moderno ordinamento giuridico.
Nel pensiero giuridico dell'antica Roma, l'onere della prova era a carico dell'accusa. Questo principio fu introdotto nel diritto penale dall'imperatore romano Antonino Pio e influenzò i sistemi giuridici di molti paesi successivi, compresi oggi molti paesi europei e dell'America Latina.
Secondo il Talmud, "Tutti sono innocenti fino a prova contraria". Questo principio sottolinea i diritti e la protezione dell'imputato prima dell'inizio del processo.
Nella legge ebraica, l'imputato gode di pieni diritti di difesa fino a prova contraria. Questa idea ha influenzato la successiva progettazione e applicazione delle procedure legali.
Nella legge islamica, anche il principio della presunzione di innocenza è considerato uno standard fondamentale. Secondo la letteratura classica in materia, l'onere della prova spetta all'accusatore e sottolinea che nessun crimine grave dovrebbe essere commesso contro l'imputato sulla base del sospetto. Questo concetto non solo tutela i diritti dell’imputato, ma è anche fondamentale per il mantenimento dell’equità giudiziaria.
Nell'Europa medievale, con il crollo dell'Impero Romano d'Occidente, le operazioni dei tribunali furono gradualmente influenzate dalle leggi e dai costumi feudali. Anche se in quel periodo la protezione degli imputati si era progressivamente indebolita, nel XIII secolo il re Luigi IX di Francia emanò un decreto che reintroduceva il concetto di presunzione di innocenza.
Il termine "presunzione di innocenza" fu proposto per la prima volta dall'avvocato britannico William Garrow in un processo all'Old Bailey nel 1791, sottolineando che l'accusa deve dimostrare pienamente la colpevolezza dell'imputato.
Nel corso del tempo, questo principio non solo è stato incorporato nel diritto britannico, ma è diventato anche parte integrante delle leggi penali di vari paesi. Nel caso Woolmington del 1935, la Corte d’appello britannica sottolineò ulteriormente l’importanza di questo principio nell’ordinamento giuridico.
Oggi, il principio della presunzione di innocenza è considerato un diritto umano fondamentale ed è espressamente sancito in numerosi documenti giuridici internazionali. Ad esempio, l'articolo 11 della Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite e il Patto sui diritti civili e politici internazionali sottolineano entrambi il diritto degli imputati alla presunzione di innocenza durante un giusto processo. Nelle costituzioni di molti paesi questo principio è stato anche esplicitamente indicato come clausola fondamentale per proteggere i diritti e gli interessi dei cittadini.
Nella pratica legale di molti paesi, il principio della presunzione di innocenza è ancora messo in discussione a vari livelli. Ad esempio, nel Regno Unito, in determinate circostanze i crimini passati di un imputato possono essere rivelati alla giuria, il che può influenzare il giudizio della giuria. D’altro canto, la legislazione canadese continua a sforzarsi di rafforzare il principio della presunzione di innocenza, e alcune precedenti disposizioni legali sono state riviste per tutelare meglio i diritti degli imputati.
La formazione del principio di presunzione di innocenza ha attraversato una storia lunga e complessa, dall'antico diritto romano al moderno diritto internazionale, ed è diventato un importante pilastro per garantire giustizia e processi equi. Quando riflettiamo sul significato storico di questo diritto fondamentale, non possiamo fare a meno di chiederci: questo principio può ancora essere pienamente rispettato e mantenuto nel sistema giuridico odierno?