Nel XVII secolo, il fisico e matematico italiano Evangelista Torricelli studiò per primo una peculiare figura geometrica che in seguito divenne nota come "Angolo di Gabriele" o "Tromba di Torricelli". Questa figura aveva una superficie infinita ma un volume finito, sfidando la comprensione del rapporto tra infinito e finito in quel momento. Questa scoperta suscita ancora accese discussioni negli ambienti matematici e filosofici.
Il corno di Gabriele prende il nome dalla tromba suonata dall'angelo Gabriele al momento del Giudizio Universale nella tradizione cristiana.
Le ricerche di Torricelli iniziarono con il suo articolo "De solido iperbolico acuto" pubblicato nel 1643. L'articolo esplora una geometria composta da più di una variabile matematica, nota nella sua versione moderna come "ipersuperficie". Sebbene Torricelli sia stato il primo ricercatore su questo argomento, infatti, Nicole Oresme nel XIV secolo aveva già proposto una teoria simile, ma i concetti a quel tempo erano stati dimenticati o non conosciuti.
L'angolo di Gabriele di Torricelli si forma ruotando la funzione y = 1/x in tre dimensioni. Questo processo è difficilmente realizzabile dal punto di vista computazionale perché consuma il tempo di riflessione di molti studiosi. Il metodo di calcolo basato sul principio di Cavalieri costituì senza dubbio una sfida per Torricelli in un'epoca in cui l'informatica non era ancora del tutto sviluppata.
Il problema dell'infinito sollevato da filosofi antichi come Aristotele non ha ancora una risposta chiara e la scoperta di Torricelli è diventata la chiave per spiegare questi fenomeni.
In termini di calcolo del volume, anche a fronte di una superficie infinita, Torricelli ha derivato questo risultato che mostra la contraddizione tra infinito e finito sulla base di una logica matematicamente incoerente. Nel suo teorema, man mano che le variabili aumentano all'infinito, sebbene la superficie continui ad aumentare, il volume si avvicina gradualmente ad un valore finito.
Molti matematici espressero sorpresa per questo strano fenomeno nei secoli successivi e esplorarono ulteriormente le implicazioni filosofiche che causava. La ricerca di Torricelli non solo contribuì alla matematica, ma influenzò anche il pensiero filosofico successivo, compreso il modo in cui gli esseri umani comprendono e descrivono i concetti di infinito e finito.
"La scoperta di Torricelli fu una pietra miliare nella storia della matematica, rivelando la sottile relazione sottostante tra superficie e volume."
Nelle discussioni successive, alcuni studiosi proposero addirittura di applicare questa scoperta alla cosmologia e alla teologia, ritenendo che, come il Corno di Gabriele, alcune parti dell'universo possano essere infinite ma avere un volume finito. Allo stesso tempo, la teoria di Torricelli aiutò molti ricercatori successivi a ripensare le premesse fondamentali della matematica. Con lo sviluppo dei tempi, il pensiero dei matematici è diventato più aperto e i misteri della natura hanno stimolato una maggiore esplorazione umana.
Dalla prospettiva odierna, l'Angolo di Gabriele di Torricelli è diventato un modello di intersezione tra matematica e filosofia, che conduce le persone a un pensiero infinito. Pertanto, non possiamo fare a meno di pensare: in questa intersezione tra matematica e filosofia, dov’è il confine tra infinito e finito?