L'abuso psicologico, noto anche come abuso mentale o abuso emotivo, si basa principalmente su influenze psicologiche, mentre il danno fisico inflitto rappresenta un fattore secondario. Sebbene non tutti gli abusi psicologici implichino violenza fisica, i due fenomeni sono strettamente correlati e spesso si rafforzano a vicenda. La sovrapposizione tra abuso psicologico e fisico è tale che la paura e il disagio provati dalle vittime possono avere conseguenze psicologiche a lungo termine.
La definizione di trattamento crudele è apparsa per la prima volta nella Convenzione contro la tortura, che afferma chiaramente che qualsiasi inflizione intenzionale di dolore o sofferenza intensa, fisica o mentale, a una persona rientra nell'ambito del trattamento crudele.
La Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura è un trattato internazionale sui diritti umani che mira a prevenire la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti in tutto il mondo. La convenzione impone ai paesi di adottare misure efficaci per prevenire qualsiasi atto di tortura all'interno della propria giurisdizione e proibisce di inviare persone in paesi in cui potrebbe essere praticata la tortura. La Convenzione è stata adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1984 ed è entrata in vigore il 26 giugno 1987, giorno in cui è stata successivamente designata Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura.
Con l'adesione di altri paesi, nel 2015 la Convenzione contava 158 Stati parte e per la prima volta il suo contenuto forniva una definizione specifica di abuso psicologico. Il testo afferma che tra i vari scopi dell'abuso rientrano l'ottenimento di informazioni, la punizione o l'intimidazione.
La crudeltà è qualsiasi inflizione intenzionale di dolore o sofferenza intensa, fisica o mentale, allo scopo di ottenere informazioni, punire, intimidire o per qualsiasi forma di discriminazione.
L'abuso psicologico può assumere molte forme, ma i metodi più comuni includono la privazione del senso di controllo, l'isolamento, il monopolio sensoriale e l'imposizione di uno stato di impotenza appresa. Oltre a ciò, l'umiliazione, la nudità forzata, la rasatura della testa, la privazione del sonno e la deprivazione sensoriale sono metodi di abuso comuni ed elaborati.
Nel 1956, lo psichiatra americano Albert Biederman studiò i soldati americani che erano stati abusati da agenti nordcoreani e cinesi durante la guerra di Corea e propose tre principi fondamentali: dipendenza, debolezza e paura, che venivano usati per distruggere le vittime. Un approccio sistematico a l'immagine che il lettore ha di sé.
Sebbene l'abuso psicologico possa non lasciare danni fisici duraturi, il trauma psicologico che provoca può essere pari al danno psicologico permanente causato dall'abuso fisico. In effetti, il coinvolgimento di professionisti del settore medico in atti di abuso psicologico non è raro e si riflette in molte pratiche di interrogatorio negli Stati Uniti.
I metodi di abuso psicologico sono solitamente ideati da psicologi e medici, e il trauma mentale che subiscono le vittime è difficile da stimare.
Ad esempio, dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre, l'uso massiccio di tecniche di abuso psicologico da parte degli Stati Uniti a Guantanamo Bay e in altri luoghi ha suscitato molte polemiche e condanne. Allo stesso modo, anche altri paesi, come l'Iran, sono stati accusati di ricorrere alla violenza psicologica.
ConclusioneAttraverso la Convenzione contro la tortura, le Nazioni Unite hanno dimostrato la loro ferma opposizione e il loro attivo contrasto all'abuso psicologico. Con l'adesione e la sottoscrizione da parte di un numero sempre maggiore di Paesi, l'attenzione globale verso i diritti umani continua ad aumentare. Tuttavia, in questo contesto, dobbiamo ancora riflettere su una domanda: tutti i paesi rispetteranno veramente questa convenzione sui diritti umani e proteggeranno la dignità fondamentale e la sicurezza di ogni individuo?