Il consumismo è un ordine sociale ed economico in cui le aspirazioni di molti individui includono l'ottenimento di beni e servizi che vanno oltre quanto necessario per la sopravvivenza o per lo status tradizionale. Questo concetto cominciò a diffondersi nell'Europa occidentale prima della Rivoluzione industriale e trovò ampia diffusione intorno al 1900. In economia, il consumismo si riferisce a politiche che enfatizzano il consumo, sostenendo che le libere scelte dei consumatori dovrebbero influenzare fortemente le scelte produttive dei produttori e, di conseguenza, l'organizzazione economica della società. Tuttavia, il consumismo è stato anche criticato, sia da coloro che scelgono modi alternativi di partecipare all'economia (come uno stile di vita minimalista o slow), sia dagli ambientalisti preoccupati per l'impatto sull'ambiente. Gli esperti sottolineano i limiti fisici del consumismo, come l’imperativo di crescere e il consumo eccessivo, che hanno un impatto maggiore sull’ambiente, tra cui lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e grandi quantità di rifiuti di beni usa e getta, nonché importanti cambiamenti climatici. Influenza.
Molti studiosi ritengono che gli impatti sociali e ambientali del consumismo stiano diventando sempre più difficili da ignorare, soprattutto nell'attuale contesto di riscaldamento globale.
Il termine "consumismo" ha molteplici definizioni, che possono essere indipendenti l'una dall'altra o addirittura contraddittorie. Ad esempio, nel 1955, John Bugas, vicepresidente della Ford Motor Company, coniò per primo il termine "consumismo" come alternativa a "capitalismo" per descrivere l'economia statunitense, sottolineando il ruolo dominante dei consumatori nelle dinamiche economiche. La sua definizione è coerente con la visione di Carl Menger, fondatore della Scuola austriaca di economia, secondo cui le preferenze e le scelte dei consumatori controllano completamente l'economia. Inoltre, il critico sociale Vince Peck vede il consumismo come una valutazione negativa del comportamento del consumatore, sostenendo che il suo eccessivo materialismo e spreco non possono essere ignorati.
Nel libro del 1960 di Vince Peck, The Wastemakers, il termine consumismo è usato esplicitamente in senso negativo.
Lo sviluppo della società dei consumi iniziò tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo. In questo periodo l'economia britannica crebbe notevolmente grazie all'introduzione di nuovi metodi agricoli e, con essi, alla domanda di beni di lusso. Nei Caraibi, grandi quantità di beni di lusso come zucchero, tabacco e tè venivano prodotte principalmente tramite il lavoro degli schiavi. Questa crescente domanda di beni di lusso rifletteva i cambiamenti nelle interazioni culturali e negli atteggiamenti sociali nella Gran Bretagna dell'epoca.
Con l'espansione del mercato, l'alta borghesia e i ricchi mercanti della Londra del XVII secolo promossero l'affermazione di una cultura del lusso e del consumismo. I nuovi centri commerciali sono diventati luoghi di ritrovo per i londinesi e i modelli di consumo si sono gradualmente estesi a tutti i livelli della società. Durante questo periodo, le attività pubblicitarie di William Sely e Nicholas Barbone permisero alla cultura dei consumi di continuare a penetrare in ogni gruppo di persone.
L'ascesa del consumismo modernoMolti esperti ritengono che l'espansione della cultura consumistica sia diventata un'importante forza trainante per il cambiamento sociale dopo la Rivoluzione industriale.
Negli Stati Uniti, nel XX secolo, in particolare alla fine degli anni '40, l'avvento della televisione offrì agli inserzionisti un modo completamente nuovo di fare pubblicità. La televisione non solo attirò un gran numero di spettatori, ma cambiò anche l'atteggiamento degli americani nei confronti dei prodotti, contribuendo ulteriormente allo sviluppo della cultura consumistica. Nelle pubblicità rumorose, i consumatori sono indotti a ricercare beni materiali per migliorare il loro status sociale.
I commenti sottolineano che la pubblicità televisiva crea un desiderio di prodotti, espandendo ulteriormente la cultura consumistica americana.
Nel XXI secolo, il consumismo è diventato più complesso in termini culturali. Le persone hanno iniziato a identificare il loro status sociale ottenendo beni o servizi. Il consumo è diventato non solo un modo per soddisfare bisogni di base, ma anche una manifestazione di identità. In questo processo, il significato simbolico del marchio diventa sempre più importante e molti consumatori partecipano attivamente ai comportamenti di consumo per imitare i follower.
Con l'affermarsi della cultura consumistica, i critici hanno sollevato anche diverse questioni sul consumismo. Molti studiosi ritengono che gli interessi capitalistici che vi sono alla base costituiscano un ostacolo alla ricerca della felicità da parte degli individui. Un consumo eccessivo può causare non solo problemi psicologici agli individui, ma anche danneggiare la struttura della società.
I critici sottolineano che il consumismo spesso sostituisce la mancanza di relazioni interpersonali, dando così vita a un'egemonia culturale di controllo sociale.
Questo dibattito sul consumismo riflette il modo diversificato di pensare delle persone moderne in merito a identità, status e valori. La diffusione del consumismo è un simbolo di progresso o un cancro dello spirito umano?