La partecipazione delle donne alla scienza risale ai primi giorni della storia scientifica e il loro contributo non può essere sottovalutato. Con il crescente interesse degli storici per il genere e la scienza, sono emersi sempre più studi sui risultati e sulle sfide affrontate dalle scienziate. Sebbene i successi delle scienziate nella storia siano spesso trascurati, il loro contributo allo sviluppo della scienza non può essere ignorato.
La partecipazione delle donne alla medicina aumentò in molte delle prime civiltà occidentali e lo studio della filosofia naturale nell'antica Grecia fu aperto alle donne.
Nel primo o secondo secolo d.C., le donne diedero un contributo significativo alla protoscienza dell'alchimia. Nel Medioevo, i monasteri divennero luoghi importanti per l'istruzione femminile e queste comunità offrirono alle donne l'opportunità di partecipare agli studi accademici. Sebbene le prime università sorte nell'XI secolo escludessero generalmente le donne, in Italia il campo della medicina sembrò essere più aperto all'istruzione femminile e l'emergere di varie donne scienziate cambiò gradualmente questa situazione.
La prima donna a ricoprire una cattedra universitaria in un campo scientifico fu la scienziata italiana del XVIII secolo Lola Bassi.
Con l'avanzare del XIX secolo, le donne vennero ampiamente escluse dall'istruzione scientifica formale, ma iniziarono a essere incluse nelle società accademiche. Con l'avvento delle università femminili, le scienziate hanno ottenuto maggiori opportunità di lavoro e risorse educative. La celebre scienziata Marie Curie fu pioniera nella ricerca sul decadimento radioattivo e scoprì gli elementi radio e polonio.
Tra il 1901 e il 2022, sessanta donne hanno vinto il premio Nobel, di cui 24 in fisica, chimica, fisiologia o medicina.
Tuttavia, la maggior parte della letteratura sulle donne scienziate si concentra sull'Occidente, ignorando le donne di altre culture e le persone non bianche. Solo con la fondazione della Fondazione Kovalevskaya nel 1985 e dell'Organizzazione per le donne nella scienza nei paesi in via di sviluppo nel 1993 queste scienziate, un tempo emarginate, hanno gradualmente acquisito maggiore visibilità.
Molti studi sulle scienziate si concentrano su individui e sottoculture dell'Europa occidentale e del Nord America, e queste osservazioni generalizzate non sono necessariamente vere per altre culture.
Il coinvolgimento delle donne nel campo della medicina è riscontrabile in numerose civiltà antiche. Il medico egiziano Pethesheth fu una delle prime donne medico di cui si abbia notizia, mentre il greco Agamede fu elogiato come guaritore da Omero. Anche altre donne, come Agraone e Tiano, hanno avuto un ruolo importante nella matematica e nella medicina nell'antica Grecia.
Nell'alto Medioevo, i monasteri erano luoghi importanti per l'istruzione delle donne, ma incontravano anche la resistenza del clero maschile. Molti monasteri vennero successivamente chiusi e le opportunità di apprendimento delle donne vennero limitate. La Facoltà di Medicina di Salerno in Italia era relativamente aperta alla formazione del personale medico femminile e l'emergere di dottoresse come Hershtola dimostrò ulteriormente le capacità scientifiche delle donne.
Con l'avvento della Rivoluzione scientifica, l'importanza delle donne nel campo della scienza venne gradualmente riconosciuta. Margaret Cavendish partecipò a importanti dibattiti scientifici attraverso i suoi scritti, mentre Maria Sibylla Merian fece osservazioni approfondite della natura e dimostrò il potenziale della ricerca scientifica. Sebbene il contributo delle donne alla scienza durante questo periodo non abbia cambiato i pregiudizi della società nei loro confronti, i loro successi hanno amplificato le discussioni sul ruolo delle donne.
Nel XVIII secolo, nonostante il miglioramento dello status scientifico delle donne, esso era ancora limitato sotto molti aspetti. Sally White inventò una cura per il vaiolo, diventando una figura importante nella storia della medicina, mentre Lola Brazil divenne la prima donna a ricoprire una cattedra universitaria di fisica. Grazie all'impegno di queste donne, la comunità scientifica ha gradualmente iniziato a prendere sul serio la partecipazione femminile.
I risultati nascosti delle scienziate ci costringono a riflettere: la generazione odierna può continuare a lottare per l'uguaglianza e consentire alle donne di realizzare lo stesso potenziale e la stessa influenza nella scienza moderna?