Nella società e nella cultura umana, il potere del linguaggio è spesso sottovalutato. La lingua non è solo un vettore di informazioni per la comunicazione, ma crea la realtà sociale in molti modi. Soprattutto in ambito giuridico alcune parole come "sì" possono diventare la pietra angolare del matrimonio. Ciò fa riflettere: che tipo di potere misterioso ha l'accordo che tanto apprezziamo?
"Il potere del linguaggio risiede nella sua capacità di influenzare direttamente la nostra realtà e quindi produrre cambiamenti sostanziali."
La definizione giuridica di matrimonio richiede solitamente che entrambe le parti debbano esprimere la propria volontà in una procedura specifica. La forma più comune di questo tipo di espressione di intenzione è il voto del "sì". Questa frase non è solo una promessa, ma segna anche la formazione di un rapporto matrimoniale legale. Una volta pronunciata questa frase, le identità, i diritti e le responsabilità di entrambe le parti cambiano.
Il filosofo britannico John Austin (J.L. Austin) una volta propose la teoria del "comportamento verbale". Credeva che alcuni atti linguistici stessi avessero la capacità di creare risultati. Questa teoria è stata discussa in dettaglio nel suo libro "How to Use Language". Austin credeva che il discorso non fosse solo uno strumento per descrivere fatti, ma potesse anche essere combinato con il contesto sociale e le condizioni culturali per formare azioni specifiche. Ha usato l'esempio dei voti matrimoniali per illustrare: "Lo voglio" è così nella realtà. Non è solo un'espressione d'amore, ma anche un'azione per completare il rapporto matrimoniale.
"Quello che hai da dire è quello che devi fare."
Il principio fondamentale del diritto matrimoniale è il consenso. Nella maggior parte delle culture il matrimonio è visto come un contratto, un rapporto giuridico formato da una serie di impegni tra le parti. Queste promesse sono solitamente espresse a parole al matrimonio. La frase "sì" rappresenta legalmente la fine del consenso reciproco, nel senso che condividono la responsabilità della vita familiare e delle finanze. La legge pertanto lo considera cruciale per la formazione del matrimonio.
Se consideriamo il processo di formazione del matrimonio, scopriamo che esso non è solo una semplice procedura giuridica, ma coinvolge anche molteplici livelli sociali e culturali. Ciò dimostra pienamente il concetto di "performatività", un processo di costruzione dell'identità e della realtà attraverso atti verbali ripetuti e rituali sociali. Come sottolinea la filosofa Judith Butler, è attraverso questa performance ripetitiva che l’identità si forma e si mantiene.
"L'identità non è un'entità intrinseca, ma l'accumulo di una serie di comportamenti e risultati prestazionali."
Il "sì" non è solo un'espressione di emozioni personali, ma anche una manifestazione culturale. I rituali e le promesse matrimoniali assumono forme diverse nelle diverse culture, ma essenzialmente confermano il legame e la responsabilità di due persone. Il significato culturale dietro questa cerimonia influenza il posizionamento del ruolo delle persone e l'identità sociale nel matrimonio.
Il concetto di matrimonio nella società odierna sta cambiando, soprattutto su questioni come il genere e la definizione di matrimonio. Mentre le persone ripensano al genere e ai diritti, anche il significato del “sì” è in continua evoluzione. Di fronte all’evoluzione sociale, la legge deve anche riesaminare la definizione e la comprensione del matrimonio. In futuro, forse, il matrimonio non sarà più solo una tradizionale relazione binaria, ma una struttura sociale più diversificata e inclusiva.
"Il matrimonio legale può cambiare significato con i cambiamenti sociali e culturali?"
A partire dal voto del "sì", il matrimonio è diventato un comportamento giuridicamente riconosciuto. Dietro questo si nasconde una profonda comprensione del comportamento linguistico. In questa società in evoluzione, possiamo esplorare ulteriormente le profonde connessioni tra linguaggio e comportamento sociale?