Il 14 ottobre 2024 è partita ufficialmente la sonda Europa Clipper della NASA. Si tratta di un'importante missione volta a rilevare la luna di Giove, Europa. La Luna, che potrebbe avere un oceano di acqua liquida sotto il ghiaccio, è da tempo un luogo popolare per la ricerca della vita extraterrestre. Il lancio di questa sonda non rappresenta solo la continuazione dei potenziali oceani precedentemente scoperti da Galileo, ma anche un'importante pietra miliare per una nuova svolta nell'esplorazione umana dell'universo.
Europa Clipper volerà lungo un percorso attentamente pianificato verso Europa nel 2030 e condurrà una serie di sorvoli ravvicinati attorno a Giove per analizzarne la geologia, la crosta ghiacciata e il possibile oceano d'acqua. Il modo in cui questa serie di esperienze farà avanzare la nostra comprensione del satellite sarà al centro della ricerca scientifica.
"La nostra missione è determinare se questo pianeta ghiacciato può effettivamente sostenere la vita. Non si tratta solo di trovare l'acqua, ma anche di comprenderne la composizione chimica e le fonti di energia."
Le proposte per l'esplorazione di Europa sono emerse già nel 1997. Con le osservazioni effettuate da Galileo dal 1995 al 2003, gli scienziati hanno catturato i primi segni di un possibile oceano liquido sotto la superficie della Luna. Da allora, Europa è diventata gradualmente il fulcro della ricerca della vita extraterrestre. Nel 2013, il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha raccomandato lo sviluppo di un programma di rilevamento dedicato, che alla fine ha portato all’Europa Clipper.
Secondo le informazioni più recenti, il budget di Europa Clipper è aumentato da 2 miliardi di dollari nel 2013 a 4,25 miliardi di dollari nel 2020, dimostrando un ampio sostegno e un'enfasi su questa missione. Man mano che la tecnologia avanza e emergono nuovi risultati della ricerca, anche il ritmo di attuazione di questo piano sta accelerando.
Il design di Europa Clipper è pieno di innovazione. La sua ampia struttura offre più spazio di installazione per gli strumenti scientifici rispetto ai rilevatori precedenti, aiutando a condurre compiti di osservazione complessi. La sonda trasporterà nove strumenti scientifici, tra cui sistemi di imaging, termocamere e radar per il rilevamento dello strato di ghiaccio, e raccoglierà dati durante ogni sorvolo ravvicinato.
"Sebbene il tempo della missione per la restituzione dei dati sia più urgente rispetto a quello delle tradizionali sonde orbitanti, prevediamo di raccogliere in modo efficiente una grande quantità di dati scientifici durante ogni sorvolo."
Per superare le forti radiazioni dell'ambiente di Giove, gli esperti hanno realizzato speciali progetti di protezione per le apparecchiature elettroniche per garantirne il funzionamento stabile. Inoltre, considerando il fabbisogno energetico, Europa Clipper ha scelto di utilizzare l’energia solare, che rappresenta un’opzione più economica rispetto alla generazione di energia da radioisotopi nell’esplorazione dello spazio profondo.
L'obiettivo principale della missione Europa Clipper non è solo quello di indagare la relazione tra il ghiaccio e i possibili oceani, ma, cosa ancora più importante, rivelare la potenziale abitabilità. Gli scienziati sperano di condurre studi geologici e chimici approfonditi sul satellite per trovare i tre elementi necessari alla vita: acqua liquida, una composizione chimica adeguata e una fonte di energia.
"Questa è un'esplorazione per capire se ci sono segni di vita microbica in questo freddo angolo dell'universo."
Oltre a cercare segni di vita, Europa Clipper aiuterà anche a selezionare possibili siti di atterraggio in futuro, il che è fondamentale per la fase successiva dei piani di esplorazione.
Mentre Europa Clipper entra nel suo prossimo mandato quadriennale, scienziati e ingegneri si troveranno ad affrontare sfide e opportunità. Questa missione non solo spingerà i confini della nostra conoscenza scientifica, ma scatenerà anche discussioni sulla vita extraterrestre. Il viaggio di esplorazione dello spazio continua così, anche un passo alla volta.
Ma in questa grande esplorazione, possiamo davvero trovare prove dell'esistenza biologica su pianeti lontani?