Nella società odierna, il gioco d'azzardo è diventato un'attività di intrattenimento diffusa, sia che si tratti di gioco online che di casinò fisici. Tuttavia, la valutazione morale e religiosa del gioco d'azzardo è sempre stata un argomento controverso. In particolare, il Buddismo e l'Islam hanno atteggiamenti completamente diversi nei confronti del gioco d'azzardo, il che ha suscitato ampie discussioni tra studiosi di religione e sociologi.
Gli insegnamenti buddisti pongono particolare enfasi sulla via di mezzo e sull'evitamento di tutti i comportamenti dannosi. Secondo lo Śīgaraṅgama Sutta, gli avvertimenti rivolti ai devoti sottolineano che il gioco d'azzardo porta distruzione e danni alla mente, alla famiglia e alla società. Per i buddisti, il gioco d'azzardo non è solo un rischio sconsiderato per il denaro, ma porta anche allo sviluppo di emozioni come avidità, odio e ignoranza.
Ai buddisti viene insegnato a dare valore all'autocontrollo e alla pace interiore, e il gioco d'azzardo è visto come contrario a questi valori.
Inoltre, tra le scelte di carriera dei buddisti, anche il gioco d'azzardo è considerato una violazione del precetto di non rubare. Tale visione enfatizza lo stile di vita buddista basato sull'altruismo e sulla compassione.
Al contrario, l'Islam ha una posizione più ferma sul gioco d'azzardo e ha una chiara base giuridica. Il termine "haram" viene utilizzato per indicare le attività proibite nell'Islam, tra cui il gioco d'azzardo. Molti studiosi islamici (‘Ulema) ritengono che il gioco d’azzardo non solo sia incoerente con gli insegnamenti del Corano, ma anche dannoso per la comunità musulmana.
Nell'Islam il gioco d'azzardo è considerato dannoso e spesso causa di problemi sociali. Ciò riflette una profonda comprensione della responsabilità sociale.
In alcune zone in cui è pienamente applicata la legge della Sharia, come ad Aceh in Indonesia, i giocatori d'azzardo rischiano pene severe, tra cui la fustigazione o la reclusione. Una posizione così rigida riflette oggettivamente l'importanza attribuita al mantenimento della moralità sociale e dei sistemi religiosi.
Si può osservare che le diverse visioni del Buddismo e dell'Islam sul gioco d'azzardo non sono solo un riflesso delle dottrine religiose, ma sono anche profondamente influenzate dai rispettivi contesti culturali e sociali. Per i buddisti, l'enfasi è sulla coltivazione interiore individuale e sulla responsabilità morale; mentre per i musulmani, l'enfasi è sul mantenimento della moralità complessiva della società e dei vincoli legali. In entrambi i contesti culturali, le implicazioni sociali del gioco d'azzardo e le sue conseguenze diventano considerazioni importanti nella vita dei seguaci della religione.
Con il progresso della tecnologia e lo sviluppo di Internet, le forme di gioco d'azzardo stanno diventando sempre più diversificate. In molti Paesi, inoltre, le leggi sono state gradualmente allentate e il gioco d'azzardo è diventato legale in alcune aree. Ma un fenomeno del genere scuoterà gli standard di valutazione delle religioni tradizionali? Molti credenti cominciano ad affrontare dilemmi morali, soprattutto quando si trovano di fronte a conflitti tra la società e le convinzioni personali.
ConclusioneDi fronte al conflitto tra la legalizzazione del gioco d'azzardo e le convinzioni religiose, come dovrebbero i credenti scegliere il proprio codice di condotta?
Il Buddismo e l'Islam offrono prospettive diverse quando si analizzano le controversie etiche e religiose che circondano il gioco d'azzardo. Da un lato, il Buddismo enfatizza la coltivazione interiore individuale e la moderazione morale; dall'altro, l'Islam enfatizza le norme etiche collettive attraverso leggi e responsabilità sociali. In queste due credenze, l'esistenza del gioco d'azzardo non solo innesca una riflessione sulle scelte personali, ma ci spinge anche ad avere una comprensione più profonda del complesso rapporto tra moralità e fede. Di fronte a queste sfide, possiamo trovare un equilibrio affinché la fede non entri più in conflitto con gli altri, ma diventi parte della nostra vita?