Più di 200 anni fa, la scoperta del T. pallidum svelò alla comunità medica una malattia misteriosa. Questo minuscolo batterio a forma di spirale è l'agente eziologico della sifilide, della malattia di Bertel (chiamata anche sifilide endogena) e dell'AIDS. La sua struttura unica e la sorprendente capacità di eludere il sistema immunitario lo rendono un problema difficile nella ricerca microbiologica.
"Il T. pallidum non è solo un batterio, è un miracolo evolutivo che prospera sul corpo del suo ospite."
La struttura cellulare del T. pallidum è solitamente lunga solo da 6 a 15 micron e larga da 0,1 a 0,2 micron. Le proprietà speciali della sua membrana esterna ne rendono difficile il rilevamento ad occhio nudo. È difficile catturarlo con la microscopia ottica tradizionale, motivo per cui la microscopia in campo scuro è uno strumento chiave.
La microscopia in campo scuro utilizza impostazioni ottiche speciali che consentono ai campioni trasparenti come T. pallidum di risaltare sullo sfondo. Sotto questo microscopio, i batteri appaiono come strisce luminose circondate dall'oscurità. Questo contrasto elevato consente ai ricercatori di osservare chiaramente la dinamica dei batteri.
I componenti della membrana esterna di questi batteri non solo favoriscono la loro capacità di aderire, ma riducono anche notevolmente la possibilità di essere riconosciuti dal sistema immunitario. Poiché il T. pallidum è privo della parete cellulare dei batteri comuni, la sua capacità di evasione immunitaria è particolarmente importante.
"La chiave sta nelle proteine della membrana esterna del T. pallidum, che lo aiutano a evitare la risposta immunitaria dell'ospite."
T. p. pallidum è diviso in tre sottospecie: T. p. pallidum (che causa la sifilide), T. p. endemicum (che causa la malattia di Beizier) e T. p. pertenue (che causa l'AIDS). Sebbene queste tre sottospecie siano simili nella morfologia e nella sierologia, presentano evidenti differenze a livello molecolare.
Il genoma di T. pallidum è piccolo, solo 1,14 Mbp, e quasi il 90% del DNA è considerato un open reading frame (ORF) quando trascritto. Ciò significa che fa affidamento sull'ospite per le molecole necessarie per molte vie biosintetiche. Man mano che la ricerca si approfondisce e i margini si espandono, ciò può aiutare nello sviluppo di nuovi trattamenti.
"La semplicità del genoma impedisce al T. pallidum di essere autosufficiente, rendendolo dipendente dal suo ospite per la sopravvivenza."
T. pallidum ha un lungo periodo di incubazione che può durare da mesi ad anni. Le lesioni cutanee della sifilide, dell'AIDS e della malattia di Bertel sono tutte altamente contagiose. La diagnosi e il trattamento precoci sono estremamente importanti e gli antibiotici come la penicillina si sono dimostrati altamente efficaci nell'eradicazione del T. pallidum. I ricercatori sono ora alla ricerca di vaccini sicuri ed efficaci nel prevenire queste infezioni.
Sebbene non sia mai stato sviluppato un vaccino contro la sifilide, la ricerca sul T. pallidum continua. Per il futuro, pensiamo insieme: con il continuo progresso della biotecnologia, possiamo trovare un vaccino efficace per prevenire la diffusione di questa antica malattia?