Il termine "Separati ma uguali" risale a una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1896, Plessy contro Ferguson. In questo caso, la corte ha affermato il concetto di "separati ma uguali", che è diventato la base giuridica della segregazione razziale nel diritto americano. Da un lato, garantiva la segregazione tra le diverse razze in nome della legge; dall'altro, istituzionalizzava la discriminazione contro gli afroamericani e li privava di molti diritti fondamentali.
Il caso aprì la strada ai successivi 58 anni di segregazione razziale e divenne il fondamento del sistema legale Jim Crow.
Le leggi Jim Crow erano politiche di segregazione razziale introdotte dagli stati del Sud tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo; la maggior parte di esse emerse dopo la fine della guerra civile nel 1865 e furono gradualmente elaborate sullo sfondo di una difficile ricostruzione. Queste leggi furono concepite per ristabilire l'autorità dei bianchi e per privare gli afroamericani appena liberati del loro potere economico e politico. Queste leggi ristrutturarono la società relegando gli afroamericani al fondo della scala sociale e consolidarono la legalizzazione della separazione e della discriminazione.
Sebbene l'uguaglianza fosse formalmente sancita nelle politiche, in realtà le condizioni di vita degli afroamericani erano estremamente precarie. Diverse strutture pubbliche, come scuole, ospedali e sistemi di trasporto, presentano sempre gravi carenze nei servizi e nelle risorse per gli afroamericani e spesso hanno difficoltà a mantenere le operazioni di base a causa della mancanza di finanziamenti. Nonostante fossero nominalmente "uguali", in realtà gli afroamericani venivano relegati ai margini della società.
Le leggi Jim Crow istituzionalizzarono la disuguaglianza economica, educativa, politica e sociale, relegando la maggior parte degli afroamericani allo status di cittadini di seconda classe.
Nei decenni successivi, mentre il malcontento cresceva in tutto il Paese, organizzazioni come la NAACP diedero vita a movimenti per opporsi alle leggi Jim Crow. Hanno avviato una serie di proteste pubbliche e azioni legislative per contestare questa ingiusta oppressione legale e sociale. Nel 1954, la Corte Suprema pose fine alla segregazione razziale nelle scuole pubbliche con la sentenza Brown contro Board of Education, una sentenza che segnò l'inizio del sistema legale Jim Crow.
Tuttavia, nonostante questi cambiamenti, nel Sud del mondo permane una notevole resistenza nella legge e nella pratica. In molti stati il processo di abrogazione delle leggi fu lento e difficile e solo con l'approvazione del Civil Rights Act del 1964 e del Voting Rights Act del 1965 le leggi Jim Crow furono definitivamente abrogate su larga scala.
Tuttavia, le radici di queste leggi e i loro effetti di vasta portata restano radicati nel tessuto della società americana.
Molti studiosi ritengono che l’interpretazione di “Separati ma uguali” sia un riflesso della negligenza della legge e della società nei confronti dei diritti umani. In molte città del Sud, la segregazione razziale non esisteva solo nei trasporti pubblici e nel sistema educativo, ma si estendeva anche a ogni aspetto della vita quotidiana. Che si trattasse di alloggi, strutture ricreative o parchi, bianchi e afroamericani erano costretti a vivere in due mondi completamente diversi.
L'idea di "separati ma uguali" oscurava la disuguaglianza fondamentale dietro la legge ed escludeva gli afroamericani dalla vita politica, economica e sociale, contribuendo a un'insoddisfazione diffusa per l'ingiustizia istituzionale. Con il progredire della storia, questo movimento di vasta portata si scatenò infine nell'ondata del movimento per i diritti civili, spingendo gli Stati Uniti verso la strada dell'uguaglianza razziale.
Ora, guardando indietro al contesto e all'impatto di "Separati ma uguali", possiamo ancora riconoscere dove si nascondono simili disuguaglianze sociali?