L Endocrinologo | 2019

Decisioni ragionate nella gestione di un caso di carcinoma midollare della tiroide scoperto incidentalmente

 

Abstract


Il quiz n. 60, http://societaitalianadiendocrinologia.it/ public//pdf/quiz60.pdf, si riferiva al caso di una donna di 35 anni, non fumatrice, in cerca di gravidanza, con il rilievo di valori di TSH: 4,3 mU/l e di nodulo tiroideo di 9 mm a carico del lobo destro. Tale nodulo veniva sottoposto a citologia su agoaspirato con risultato TIR3A. L’endocrinologo prescriveva anche il dosaggio degli autoanticorpi anti-tiroide che risultavano negativi e della calcitonina (CT) plasmatica che risultava pari a 320 pg/ml (<10). Successive indagini evidenziavano CEA = 12 ng/dl (vn <5), metabolismo fosfo-calcico e metanefrine urinarie nella norma. L’esame ecografico del collo non evidenziava linfoadenopatie patologiche. L’analisi genetica documentava una mutazione dell’esone 10 di RET (C618S). Alla richiesta di definire quali procedure diagnosticoterapeutiche fossero indicate a questo punto, i solutori si sono divisi tra coloro che hanno dato indicazione a una tiroidectomia totale con svuotamento del comparto centrale e dei linfonodi laterocervicali e coloro che hanno giudicato sufficiente la tiroidectomia con asportazione dei linfonodi del comparto centrale. La prevalenza di metastasi da carcinoma midollare della tiroide (CMT) nel comparto centrale è elevata (50–75%) e per questo motivo la maggior parte degli esperti consigliano di associare lo svuotamento del comparto centrale alla tiroidectomia, indipendentemente dalle dimensioni del tumore e anche se non sono state rilevati linfonodi patologici

Volume 20
Pages 171 - 172
DOI 10.1007/s40619-019-00571-8
Language English
Journal L Endocrinologo

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