L Endocrinologo | 2019

Gestione della salute dell’osso nella donna con carcinoma mammario dopo il trattamento chirurgico, associato a chemio e/o radioterapia adiuvante (Breast cancer survivorship)

 
 
 
 

Abstract


La sopravvivenza delle pazienti con carcinoma mammario è in continua crescita e, per i tumori diagnosticati nel periodo 2005–2007, ha raggiunto l’87% a cinque anni dalla diagnosi. In Italia vivono circa 767.000 donne con pregressa diagnosi di carcinoma mammario, di cui circa 500.000 con tumore diagnosticato almeno 5 anni prima. Si definiscono breast cancer survivors (BCS) tutte le pazienti che sono entrate nella fase post-trattamento dopo l’iniziale trattamento chirurgico, eventualmente associato a chemioterapia (CT) e/o radioterapia adiuvanti. La survivorship care ha lo scopo di promuovere la salute e il benessere di queste pazienti, tenendo conto sia delle possibili recidive di malattia sia degli effetti indesiderati delle terapie oncologiche [1]. Ci occuperemo qui brevemente della salute dell’osso e della prevenzione delle fratture ossee. La terapia ormonale adiuvante del carcinoma mammario utilizza diversi farmaci, quali inibitori dell’aromatasi (IA), tamoxifene e LHRH-analoghi (associati a tamoxifene o inibitori dell’aromatasi), la cui efficacia risiede nella capacità di indurre uno stato di marcato ipoestrogenismo che purtroppo determina un rapido aumento del rischio fratturativo. La velocità e l’intensità della perdita di BMD, e il conseguente aumento del rischio fratturativo, sono fortemente dipendenti dal livello di turnover osseo iniziale e quindi dal passaggio da uno stato di normo-estrogenismo a uno stato di marcato ipoestrogenismo [1, 2], che è tanto più rapido e profondo

Volume 20
Pages 231 - 232
DOI 10.1007/s40619-019-00591-4
Language English
Journal L Endocrinologo

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