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Comprendere i disastri. Linee teoriche e applicazioni metodologiche della socio-antropologia nei terremoti de L’Aquila e dell’Emilia

 
 

Abstract


Col seguente contributo si propone una riflessione sull’approccio socio-culturale allo studio dei disastri partendo da due casi, i quali, come verra dimostrato, pur nella loro peculiarita presentano similitudini incontrovertibili. Si tratta dell’analisi di due eventi sismici che hanno gravemente colpito il territorio italiano. Il primo ha interessato l’Abruzzo e la citta de L’Aquila il 6 aprile 2009; il secondo ha coinvolto la porzione nord-orientale della pianura padano-emiliana con una serie di scosse tra il 20 e il 29 maggio 2012.\xa0 Presentando i risultati delle due ricerche – la prima condotta dalla primavera all’autunno del 2014, la seconda tra ottobre 2012 e novembre 2014 - l’obiettivo e di operare un’approfondita analisi comparativa delle varie fasi della gestione dell’emergenza post-sismica e della successiva ricostruzione. Verranno considerate le strategie messe in campo dagli attori collettivi (movimenti, associazioni, comitati) per riappropriarsi degli spazi perduti, ricostruendo dal basso le reti di solidarieta. Si descriveranno i fattori di vulnerabilita che hanno contribuito a circoscrivere temporalmente e a rendere residuali gran parte di queste iniziative. Le due esperienze etnografiche si inquadrano all’interno del quadro teorico socio-antropologico sui disastri, con il fondamentale apporto della Sociologia e dell’Antropologia nella comprensione delle dinamiche di costruzione del senso, dei rapporti di potere-sapere, dell’organizzazione istituzionale, dei modelli di gestione dell’emergenza, degli strumenti messi in campo per “governare” il mutamento determinato dall’impatto di un agente distruttivo (terremoto) sulle comunita umane. Tramite, dunque, un doppio dialogo - tra le due ricerche e tra le due discipline - si dimostreranno due principi fondamentali: il primo attiene all’urgenza di continuare a operare ricerche in una tensione comparativa su questa tipologia di eventi, soprattutto in Italia; il secondo riguarda l’importanza di farlo in una prospettiva che metta in collaborazione disciplinare diverse. Anche l’intento appare duplice: da un lato quello di individuare concetti, principi, azioni e comportamenti simili che possano poi contribuire alla costruzione di un sapere riguardo a come dare senso all’esperienza disastrosa, a come porvi rimedio in maniera efficace per chi l’ha vissuta; dall’altra una tale prospettiva puo stimolare elaborazioni teoriche alternative rispetto a quelle tradizionali e in tal senso innovative, in grado di collocare il disastro all’interno di un contesto molto piu ampio, che comprenda le politiche pubbliche, le diverse percezioni dell’evento e l’evoluzione della storia che esso inevitabilmente determina.

Volume None
Pages 7-36
DOI 10.14276/1971-8357.1769
Language English
Journal None

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