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SCIENZA PER CONVENZIONE

 

Abstract


– Scientific Conventionalism claims that conventional traits stands in theories in many forms and for many reasons. Relevant arguments about conventionalities in science will briefly be discussed, pointing out a Linguistic Conventionalism and a Methodological Conventionalism. We will show the common ground between the two and how they interact. Eventually we will highlight how conventionality of theoretical framework implies conventionality of the mathematics and the ontology adopted. LA NASCITA DEL DIBATTITO MODERNO Il Convenzionalismo si declina in ambito scientifico con molteplici sfaccettature, dando vita ad un dibattito tuttora vivo. Le origini delle riflessioni convenzionaliste in epoca moderna sono da ricercare nella nascita e nello sviluppo delle geometrie non euclidee, grazie alle quali trovano gli iniziali argomenti di dibattito. Nel corso del XX secolo il Convenzionalismo amplia i suoi orizzonti di intervento fino a comprendere da un lato la fondazione della logica e dall’altro le problematiche (*) Università degli Studi di Pavia, Italia. E-mail: [email protected] strettamente più epistemologiche relative alla struttura linguistica delle teorie, al problema della sottodeterminazione e dell’olismo della conferma. L’orizzonte all’interno del quale, quindi, muoversi per dare un’immagine seppur parziale delle riflessioni su questi temi è incredibilmente ampio ed è necessario procedere tramite un campionamento esemplare degli autori che possono essere rilevanti. Infatti innumerevoli celebri personaggi nell’ambito dell’Epistemologia si sono misurati con riflessioni di questo tipo sia sostenendo sia attaccando posizioni convenzionaliste ma in entrambi i casi dimostrando come il dibattito si sia mantenuto vivo fino ai giorni nostri. Si vuole qui dare una breve introduzione alle posizioni convenzionaliste di maggiore interesse nell’ambito del tema della conferenza. Storicamente si riconosce la nascita del Convenzionalismo Scientifico con una serie di riflessioni proposte da Henrì Poincaré (1854-1912), sviluppatesi a partire dagli ultimi anni del decennio ’90 del XIX secolo fino alla pubblicazione ne La Scienza e l’Ipotesi [1]. Poincaré propone un noto caso di studio che prende il suo nome: la Sfera di Poincaré. Questo esperimento mentale consiste in un mondo limitato racchiuso in una sfera finita dove sia presente un gradiente di temperatura radiale con andamento decrescente dal centro verso l’esterno descritto dall’espressione T (r) = T0 (R2 − r2), dove T sta per la temperatura, T0 per la temperatura al centro della sfera, R per il raggio della sfera e r per la coordinata radiale. Conseguentemente a questo gradiente di temperatura variano tutte le lunghezze fisiche, metri compresi, e l’indice di rifrazione della luce in maniera tale che ad un osservatore interno alla sfera il mondo apparirà illimitato e validamente descritto da una geometria ellittica. Questo esperimento mentale si pone come proposta di caso di studio patologico sulla scia di alcuni interventi pubblici tenuti nel 1870, e successivamente pubblicati nel 1876 [2], da Hermann L.F. von Helmholtz (1821-1894) a proposito delle possibilità offerte dalle geometrie non euclidee illustrate attraverso la descrizione di una realtà molto simile all’oggetto del noto libro Flatlandia di Abbott [1884]. Helmholtz mostrava come in un ipotetico mondo bidimensionale che si sviluppi sulla superficie di una sfera ci si trovi di fronte ad una possibile descrizione euclidea dello spazio su una piccola scala, ovvero quando le distanze misurate sono trascurabili al confronto con il raggio della sfera su cui questa realtà si sviluppa, mentre la “vera”geometria da utilizzare sarebbe dovuta essere non euclidea. Helmholtz giungeva così a posizioni oggi chiamate col nome di LEOPOLDO POGGIALI 148

Volume None
Pages None
DOI 10.4081/INCONTRI.2019.469
Language English
Journal None

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