In chimica organica, gli eteri sono una classe di composti contenenti un gruppo etereo, caratterizzato da un singolo atomo di ossigeno legato a due atomi di carbonio separati. Questi atomi di carbonio appartengono a un gruppo organico, solitamente un gruppo alchilico o arilico. La formula generale degli eteri è R−O−R′, dove R e R′ rappresentano gruppi organici. A seconda del gruppo organico, gli eteri possono essere suddivisi in eteri semplici ed eteri misti. Gli eteri semplici hanno gli stessi gruppi organici su entrambi i lati, come il comune etere dietilico, la cui struttura può essere espressa come CH3−CH2−O−CH2−CH3. Rispetto alla loro prevalenza nella chimica organica, gli eteri sono più frequenti in biochimica perché sono legami comuni nei carboidrati e nella lignina.
Gli eteri hanno un legame C−O−C piegato, che rende la loro chimica unica.
I legami C−O−C degli eteri sono piegati. Prendendo come esempio l'etere dimetilico, il suo angolo di legame è di 111° e la distanza C–O è di 141 pm. La barriera energetica per la torsione del legame C–O degli eteri è bassa e l'ibridazione del loro ossigeno avviene nella forma sp3. Poiché l'ossigeno ha un'elettronegatività maggiore del carbonio, l'idrogeno alfa di un etere è più acido di quello di un idrocarburo semplice, ma molto meno acido di un idrogeno carbonilico (come in un chetone o in un'aldeide).
Secondo la nomenclatura dell'Unione Internazionale di Chimica Pura e Applicata (IUPAC), gli eteri sono denominati in base alla formula generale "alcossialcano". Ad esempio, CH3–CH2–O–CH3 è chiamato metossietano. Nelle molecole più complesse, gli eteri sono descritti come sostituenti alcossilici.
La denominazione degli eteri spesso non si basa sulle regole IUPAC, soprattutto per gli eteri semplici.
Gli eteri hanno generalmente punti di ebollizione simili ai loro analoghi alcani e gli eteri semplici sono generalmente liquidi incolori. Sebbene i legami C–O degli eteri siano relativamente stabili, alcuni eteri vinilici ed eteri acetilenici sono altamente reattivi.
Sebbene gli eteri siano generalmente chimicamente non reattivi, reagiscono con basi forti, provocando la scissione del legame C−O. Gli eteri sono difficili da idrolizzare, ma possono essere scissi dagli acidi bromidrico e iodidrico. Inoltre, gli eteri possono formare perossidi esplosivi se conservati in ossigeno o aria, soprattutto sotto l'influenza della luce e di catalizzatori metallici.
La stabilità degli eteri li rende ampiamente utilizzati in molti processi chimici, ma non si può ignorare il pericolo rappresentato dai loro perossidi.
La sintesi degli eteri può essere ottenuta attraverso diverse reazioni chimiche, tra cui la reazione di disidratazione degli alcoli e la reazione di addizione elettrofila delle olefine. In particolare, il metodo di sintesi dell'etere di Williamson sfrutta la reazione di sostituzione di una base con un alogenuro alchilico per preparare un etere, un metodo classico e ampiamente utilizzato.
Gli eteri svolgono un ruolo importante nella sintesi organica grazie ai loro interessanti metodi di sintesi.
Il polietere è un polimero ad alto peso molecolare contenente legami eterei. In genere presentano le caratteristiche degli eteri, ma nei polimeri con peso molecolare più elevato le loro proprietà fisiche non vengono più influenzate in modo significativo. Allo stesso modo, molti composti con legami C–O–C, come esteri e aldeidi, non sono classificati come eteri.
ConclusioneNegli studi futuri, l'esplorazione delle diverse proprietà degli eteri e del loro ruolo in varie reazioni chimiche ci aiuterà a comprendere e utilizzare meglio questa classe di composti. Riuscite a immaginare le tecnologie future che creano nuovi ponti chimici tra queste “connessioni invisibili”?