In Cina, con l'accelerazione dell'urbanizzazione, il concetto di città verdi è gradualmente diventato un importante orientamento dell'amministrazione governativa. Da Dongtan di Shanghai all’Eco-City di Tianjin, la rivoluzione verde cinese sta rimodellando le città del futuro, che non solo sono impegnate nello sviluppo sostenibile, ma cercano anche di affrontare i problemi ambientali causati dalla rapida espansione urbana.
Le eco-città cinesi non sono solo una parte della tutela ambientale, ma anche un nuovo modello di sviluppo urbano.
Il concetto di eco-città è emerso per la prima volta nei primi anni 2000 per affrontare le sfide della rapida urbanizzazione, perseguendo gli ideali di infrastrutture a basse emissioni di carbonio, tecnologie verdi e pratiche ecocompatibili. La necessità di questa strategia è diventata sempre più evidente man mano che la popolazione rurale cinese continua a trasferirsi nelle città. Secondo il rapporto, dal 1980 in poi più di 500 milioni di persone in Cina si sono trasferite dalle aree rurali a quelle urbane: si tratta senza dubbio della più grande migrazione nella storia dell'umanità.
Le eco-città sono solitamente progetti pilota guidati dai governi locali, che sperano di integrare molteplici elementi, quali economia, società, cultura, politica ed ecologia, nella pianificazione urbana. Lo sviluppo di queste città pone l'accento sulla sostenibilità ambientale, soprattutto con chiare restrizioni al consumo di combustibili non fossili e alle emissioni di carbonio.
La politica del “Cinque in Uno” dimostra l’equilibrio che la Cina spera di raggiungere tra modernizzazione e tutela ambientale.
Il finanziamento di queste eco-città solitamente si basa sul sostegno del governo centrale e su fonti di finanziamento locali. A differenza dei programmi di eco-città in giro per il mondo, questi progetti tendono a essere più grandi e costosi a causa della forte promozione delle eco-città da parte del governo centrale cinese. Alcuni casi di successo, come Tianjin Eco-City, hanno attratto investimenti internazionali su larga scala e hanno dimostrato il potenziale della cooperazione internazionale.
Rispetto alle eco-città di altri paesi, le eco-città cinesi sono maggiormente gestite dal governo. Mentre i progetti di eco-città di molti altri paesi si basano sulla promozione indipendente dei governi locali, la Cina promuove questo processo attraverso la leadership del governo centrale. Sebbene questo modello comporti interventi più rapidi, le sfide che lo caratterizzano sono evidenti, come la stabilità dei fondi e il continuo sostegno politico.
Tra le tante eco-città, quella di Tianjin è quella che attira maggiormente l'attenzione. Il progetto, avviato nel 2008, si propone di soddisfare almeno il 20% del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili. Purtroppo, nonostante queste ambizioni, nel 2017 la popolazione era ancora lontana da quella che si sperava, e molti critici la considerano più una "città fantasma".
Sebbene le eco-città cinesi promettano di offrire un ambiente di vita più verde e sostenibile, nella pratica questo processo ha incontrato numerose sfide. Prendiamo come esempio Dongtan Eco-City. Questo progetto, che era stato originariamente pianificato per essere la prima città al mondo a zero emissioni di carbonio, alla fine non è riuscito a decollare, mentre altri progetti come Caofeidian hanno dovuto affrontare crisi finanziarie a causa dell'eccessiva dipendenza da sostegno del governo centrale.
Sebbene le eco-città cinesi presentino ancora diversi problemi, non si può ignorare che la riforma verde del Paese sta gradualmente prendendo piede. In futuro, la chiave per determinare il successo o il fallimento di queste città sarà il modo migliore per coordinare le risorse, adattare le politiche e introdurre tecnologie. La Cina è a un punto di svolta. Imparando dalla storia e integrando concetti tradizionali per affrontare le sfide future, lo sviluppo di eco-città è di vasta portata e degno di attenzione.
Di fronte a sfide urbane e responsabilità ambientali così grandi, una rivoluzione verde così grande può davvero cambiare la direzione dello sviluppo urbano in Cina e persino nel mondo?