La relazione tra razza e salute è una questione complessa e sfaccettata, che riguarda il modo in cui l'identificazione con una razza particolare influisce sui risultati in termini di salute. Questo concetto non si basa solo sull'identità personale ma è anche influenzato dall'identificazione sociale. Per gli studi su razza e salute, gli scienziati organizzano le persone in categorie razziali basate su fattori quali fenotipo, ascendenza, identità sociale e altro ancora. La ricerca mostra che i gruppi razziali ed etnici presentano differenze significative nello stato di salute, nei risultati sanitari e nella durata della vita su molti indicatori sanitari. Le radici di queste differenze sono spesso legate a svantaggi sociali, come stereotipi impliciti e differenze nello stato socioeconomico.
Le disparità sanitarie sono definite come "differenze prevenibili in termini di malattie, lesioni, violenza o opportunità per una salute ottimale sperimentate dai gruppi svantaggiati nella società". Queste disparità sono strettamente legate alla distribuzione ineguale delle risorse sociali, politiche, economiche e ambientali.
Le disparità sanitarie sono particolarmente problematiche negli Stati Uniti. Secondo la Health Resources and Services Administration degli Stati Uniti, le disparità sanitarie sono “differenze in presenza di malattie, risultati sanitari o accesso alle cure tra determinati gruppi”. Ad esempio, gli afroamericani affrontano un tasso di mortalità da due a tre volte superiore a quello dei bianchi per complicazioni legate alla gravidanza. Chiaramente, queste differenze non sono universali e alcuni gruppi minoritari (ad esempio, i recenti immigrati ispanici negli Stati Uniti) potrebbero persino avere risultati sanitari migliori rispetto ai bianchi all’arrivo negli Stati Uniti. Tuttavia, questa situazione cambia man mano che si vive più a lungo negli Stati Uniti.
Negli Stati Uniti, più di 133 milioni di persone (o circa il 45% della popolazione) soffrono di una o più malattie croniche, con tassi di malattia cronica particolarmente tra i gruppi di minoranze razziali/etniche di età compresa tra 60 e 70 anni. 1.5 a 2,0 volte quello dei bianchi.
Le cause profonde di queste disparità sanitarie non sono solo fattori genetici ma anche barriere create dal razzismo strutturale e dalla disuguaglianza socioeconomica. Secondo uno studio, gli afroamericani corrono un rischio maggiore di morte per COVID-19 rispetto ai bianchi, evidenziando la forte connessione tra circostanze sociali e salute. Per gli afroamericani, la discriminazione razziale sistemica influisce negativamente sulla loro salute mentale e aumenta il rischio di morte per disturbi da uso di sostanze.
Il razzismo strutturale è un importante motore di queste disparità e abbraccia molteplici sistemi interconnessi tra cui l'edilizia abitativa, l'assistenza sanitaria, l'istruzione e altro ancora. Le comunità nere, ad esempio, si trovano ad affrontare maggiori rischi per la salute a causa della discriminazione abitativa e delle restrizioni sulle risorse mediche di qualità. La combinazione di questi fattori, unita ai pregiudizi razziali nell’assistenza medica, contribuisce a peggiorare i risultati sanitari e a tassi di mortalità più elevati tra gli afroamericani.
La medicina d'urgenza, in quanto campo che studia queste disparità sanitarie, mostra il chiaro impatto di queste disuguaglianze, in particolare nel trattamento delle malattie trasmissibili, delle malattie non trasmissibili e dei casi di trauma.
Negli ultimi decenni, il tasso di malattie croniche tra i bambini statunitensi è quadruplicato, con le minoranze che hanno una probabilità sproporzionatamente maggiore di affrontare queste condizioni. Allo stesso tempo, lo sviluppo dei servizi sanitari e della ricerca per questi gruppi è ancora in ritardo. Sebbene alcune istituzioni sanitarie abbiano iniziato a prestare attenzione a questo aspetto, c’è ancora molta strada da fare per formulare politiche sanitarie efficaci che rispondano ai bisogni di questi gruppi specifici.
Soprattutto nell'attuale contesto sanitario, gli operatori sanitari devono comprendere la razza, i determinanti sociali della salute e il loro impatto sui risultati sanitari. Il problema della disuguaglianza razziale non si basa solo sulle differenze genetiche, ma è causato anche da fattori sociali e ambientali. Tuttavia, il modello medico tradizionale spesso ignora questo aspetto, lasciando le minoranze con tempi di attesa più lunghi e una gestione ineguale del dolore nel processo di accesso alle cure.
Questi fenomeni non solo dimostrano l'impatto pervasivo dei pregiudizi istituzionali, ma sottolineano anche la necessità di affrontare queste disuguaglianze. La ricerca mostra che la politica sanitaria pubblica deve concentrarsi maggiormente sui determinanti sociali per affrontare le cause profonde delle disparità sanitarie. Anche se le influenze genetiche sembrano variare per alcune malattie, i fattori ambientali, culturali e socioeconomici hanno ancora un profondo impatto sulla progressione della malattia.
Ulteriori ricerche hanno rivelato che non esiste uno standard unificato per la definizione di salute. È stato suggerito che l’uso della “razza” per esprimere il rischio della popolazione potrebbe portare a una sottodiagnosi dei gruppi a basso rischio. Ma significa anche che la comprensione delle disparità sanitarie deve andare oltre le superficiali definizioni razziali e approfondire le strutture sociali che ne sono alla base.
In futuro, dobbiamo riflettere su come indebolire l'impatto della disuguaglianza razziale e socioeconomica nell'assistenza sanitaria e migliorare l'equità sanitaria nella società nel suo complesso. Quanto tempo ci vorrà perché i problemi sociali nascosti dietro i dati ricevano reale attenzione e cambiamento?