La storia dei tribunali ecclesiastici inglesi può essere fatta risalire a dopo la conquista normanna, quando l'introduzione delle Ecclesiastical Jurisdiction Measures nel 1963 segnò un importante punto di svolta. Questo provvedimento non solo confermò la legittimità della giurisdizione episcopale, ma ridefinì anche la competenza, il funzionamento e le funzioni dei tribunali ecclesiastici. In questo articolo esploriamo come questa legge ha cambiato la storia dei tribunali ecclesiastici inglesi e il suo impatto sull’attuale quadro del diritto ecclesiastico.
Fin dalla conquista normanna, l'esistenza di tribunali ecclesiastici fu fondamentale per risolvere le controversie relative a questioni morali e spirituali nella chiesa.
In origine, i tribunali ecclesiastici in Inghilterra, in particolare i tribunali ecclesiastici, avevano un'ampia giurisdizione su questioni come la diffamazione, il testamento e il matrimonio. Tuttavia, nel corso del tempo, la giurisdizione di questi tribunali fu notevolmente ridotta a metà del XIX secolo, con gran parte dell'autorità trasferita ad altri tribunali di nuova istituzione. Diversi importanti cambiamenti si verificarono nel 1855 e nel 1857, quando furono revocati i diritti di diffamazione e di testamento dei tribunali ecclesiastici e la gestione delle questioni correlate fu trasferita ai tribunali secolari.
La promulgazione delle Ecclesiastical Jurisdiction Measures nel 1963 ha segnato una nuova pietra miliare nel diritto canonico britannico. Questa legislazione non solo mantenne le funzioni dei tribunali ecclesiastici, ma ne modernizzò anche il funzionamento senza modificarne le principali responsabilità. Ciò consente ai tribunali ecclesiastici di continuare a operare nell’attuale contesto sociale più complesso e di soddisfare le esigenze sempre più diversificate della chiesa e della società.
Le "Misure sulla giurisdizione della Chiesa del 1963" non solo hanno confermato l'esistenza dei tribunali ecclesiastici, ma hanno anche rimodellato il loro ruolo nella chiesa e nella società.
Un'altra importante novità del provvedimento è stata il trasferimento di parte della giurisdizione a tribunali specifici di nuova istituzione, soprattutto in questioni riguardanti dottrina, riti o cerimonie. Questo cambiamento riflette la delicata relazione tra legge e governo della chiesa e mostra la sensibilità nella gestione degli affari interni della chiesa.
Inoltre, attraverso le "Misure sulla giurisdizione ecclesiastica del 1963", i tribunali ecclesiastici sono stati compensati per la loro voce in capitolo in questioni relative alla proprietà e ai terreni, consentendo loro di mantenere un'influenza significativa in specifiche locazioni immobiliari, pianificazione e modifiche della chiesa, ecc. Ciò significa che esiste un chiaro processo in atto per proteggere lo scopo e l’uso di tali proprietà religiose, qualunque cosa accada.
I beni e i terreni della Chiesa non sono solo simboli della fede, ma anche il cuore della comunità.
Mentre la società moderna continua a cambiare, il ruolo dei tribunali ecclesiastici è diventato sempre più complesso. Il potere di disciplinare il clero che non rispetta gli standard morali della Chiesa non viene più esercitato come una volta. Al contrario, il nuovo Clergy Discipline Act del 2003 ha istituito uno speciale tribunale ecclesiastico responsabile di tali questioni, evidenziando più aspetti dello spirito della legge e dell’equità e della giustizia.
Infine, le procedure giudiziarie e le funzioni amministrative nell'ambito della giurisdizione degli odierni tribunali ecclesiastici mostrano che esse si basano sulle "Misure sulla giurisdizione della Chiesa 1963", che non solo sono conformi all'attuale quadro giuridico, ma prestano anche maggiore attenzione alla il coordinamento tra Chiesa e società. Ciò consente alla Chiesa di esercitare ancora la sua influenza e posizione unica su questioni che coinvolgono questioni morali ed etiche.
Il blocco giuridico delle "Misure sulla giurisdizione della Chiesa del 1963" equivale a un'arma a doppio taglio, poiché consente ai tribunali ecclesiastici di adattarsi allo sviluppo del diritto moderno pur mantenendo le credenze religiose.
Questo contesto storico merita un esame più attento, soprattutto oggi che la tensione tra il ruolo della Chiesa e le aspettative della società è così reale. Potrebbe essere necessario pensare a come i futuri tribunali ecclesiastici dovrebbero consolidare il loro status in una società in continua evoluzione per adattarsi alle aspettative e ai bisogni delle persone per l’intersezione tra fede e legge.