Nei climi tropicali, la formazione di tempeste tropicali è spesso una semplice bellezza della natura. Tuttavia, nell'Atlantico meridionale questo fenomeno climatico è molto raro. Dopo l'uragano Katrina del 2004, i cicloni tropicali nell'Atlantico meridionale sembrano essersi calmati. Tuttavia, nel marzo 2010, la tempesta tropicale Anita si è manifestata in modo sorprendente, riportando l'attenzione mondiale sulle acque dell'emisfero australe.
La formazione di Anita ha avuto inizio l'8 marzo 2010, quando un ciclone extratropicale si è trasformato in un ciclone con caratteristiche tropicali. Il cambiamento si è verificato al largo della costa meridionale del Brasile, con il potenziale di tempesta tropicale rilevato durante lo sviluppo del sistema.
Il giorno seguente, l'istituto di ricerca navale statunitense iniziò a prendere in considerazione il sistema, che venne denominato 90Q.
Con il rafforzamento del sistema, il 10 marzo Anita venne ufficialmente designata tempesta tropicale e attirò rapidamente l'attenzione dei meteorologi. Sebbene la tempesta non abbia causato danni diretti, ha portato forti venti e mare mosso sulle coste di Rio de Janeiro e dello stato di Santa Catarina in Brasile.
Le tempeste tropicali sono in realtà piuttosto rare nell'Atlantico meridionale, principalmente a causa di fattori quali il forte vento e la temperatura dell'acqua. La principale agenzia meteorologica brasiliana monitora attentamente le potenziali tempeste tropicali da decenni, ma Anita ha rappresentato una svolta importante. I meteorologi sottolineano che il verificarsi di questo fenomeno potrebbe essere correlato a cambiamenti nei fattori ambientali, tra cui l'aumento della temperatura del mare e i cambiamenti nelle condizioni meteorologiche.
Nel 2011, il Centro idrografico della Marina brasiliana ha iniziato ufficialmente a dare un nome ai cicloni tropicali e subtropicali che si sviluppano sotto la sua giurisdizione, e il nome di Anita era uno di questi.
Per quanto riguarda l'impatto specifico di Anita, non ha causato danni significativi, ma le onde elevate che ha provocato sono servite da avvertimento per i pescatori locali e per l'industria navale. Ci ricorda che anche le tempeste tropicali meno comuni di quelle nell'Atlantico meridionale possono portare con sé rischi inaspettati.
Negli anni successivi, numerose tempeste tropicali si verificarono nuovamente nell'Atlantico meridionale e il nome di Anita divenne uno degli indicatori meteorologici più importanti della regione. La comunità meteorologica ha quindi riconcentrato la sua attenzione su questa zona di mare che non può essere sottovalutata, credendo che fenomeni simili possano verificarsi in futuro. Con il riscaldamento del clima, l'attività dei cicloni tropicali nella regione potrebbe diventare più frequente.
Questo evento non solo ha riesaminato il clima del Sud Atlantico, ma ha anche sottolineato le sfide poste dal cambiamento climatico.
Ripensando alla comparsa della tempesta tropicale Anita nel 2010, non possiamo fare a meno di chiederci: con il cambiamento climatico globale, in futuro ci saranno più tempeste tropicali come questa nell'Atlantico meridionale?