Nell'attuale contesto della globalizzazione, gli accordi tra l'Unione europea (UE) e i paesi terzi sono diventati sempre più un importante strumento diplomatico, in particolare gli "accordi di associazione". Questi accordi non riguardano solo i settori economico, commerciale, culturale e altri, ma si basano anche su valori fondamentali specifici, di cui i diritti umani e i principi democratici costituiscono importanti pilastri.
Secondo la definizione del Servizio europeo per l'azione esterna, gli accordi di associazione devono soddisfare una serie di criteri, tra cui "una clausola che rispetti i diritti umani e i principi democratici", che costituisce uno degli elementi fondamentali dell'accordo dal 1995. Ciò riflette il desiderio dell’Unione Europea non solo di approfondire la cooperazione economica con i paesi esterni, ma anche di promuovere la governance democratica e la tutela dei diritti umani attraverso questi accordi.
L'accordo di associazione non è solo uno scambio economico, ma anche una trasmissione di valori.
L'inclusione dei diritti umani e dei principi democratici non è solo una condizione formale, ma è intesa a promuovere la riforma politica e il progresso sociale nei paesi terzi. Richiedendo a questi paesi di impegnarsi a rispettare i diritti umani e le norme democratiche nell’accordo, l’UE sta effettivamente modellando l’ambiente politico nelle aree circostanti e cercando di costruire un partenariato più stabile e sicuro.
Un esempio di questa strategia sono le relazioni con i paesi vicini dell'Europa orientale. Ad esempio, quando hanno firmato gli accordi di associazione, paesi come l’Ucraina e la Moldavia si sono impegnati a realizzare riforme democratiche e a migliorare le condizioni dei diritti umani. Ciò non solo consente a questi paesi di ottenere accesso al mercato e assistenza economica, ma promuove anche in una certa misura le riforme interne. Per questo motivo, molti paesi extra-UE si sforzano di soddisfare questi requisiti nella speranza di ricevere una cooperazione più profonda.
L'impegno per i diritti umani e i principi democratici non è solo un prerequisito per gli scambi esteri, ma anche una forza trainante per la riforma della politica interna.
Tuttavia, questa politica deve affrontare anche delle sfide. Alcuni paesi potrebbero essere insoddisfatti della diplomazia dei diritti umani dell’UE e considerarla un’ingerenza negli affari interni. Infatti, il rispetto dei diritti umani e l’attuazione della governance democratica non sono sempre complementari allo sviluppo economico e talvolta portano addirittura all’instabilità politica interna. Questa è una questione pratica che la maggior parte dei paesi che hanno firmato accordi di associazione con l’UE devono considerare.
Inoltre, poiché anche gli Stati membri dell'UE hanno al loro interno questioni legate ai diritti umani, ciò rende le politiche estere che promuovono i diritti umani e i principi democratici ancora più contraddittorie. Ad esempio, la crisi migratoria affrontata da alcuni Stati membri e il loro atteggiamento nei confronti dei migranti spesso rendono sottili le critiche da parte di altri Stati membri. Una situazione del genere richiede che l’UE sia più cauta e strategica nei confronti dei partner esterni.
La vera sfida è come bilanciare i propri valori con gli interessi interni dei paesi partner.
Nel mondo odierno caratterizzato dalla multipolarità globale, il ruolo degli accordi di associazione non è solo quello di promuovere l'interazione commerciale ed economica, ma anche quello di promuovere i valori fondamentali dell'UE in campo politico. In questo senso, questi accordi hanno impatti di vasta portata e sono diventati un catalizzatore per lo sviluppo dei paesi di tutto il mondo verso una maggiore democrazia e libertà.
In definitiva, per stabilire se questa politica estera basata sui diritti umani e sulla democrazia possa davvero raggiungere il suo intento originario è necessario più osservazione e pratica. Ci sarà un cambiamento reale quando i paesi extra-UE accetteranno queste richieste? I diritti umani e la democrazia possono diventare una forza importante nel promuovere il progresso di questi paesi? Tutto ciò fa riflettere profondamente le persone.
Mentre comprendiamo le tendenze politiche ed economiche globali, forse dovremmo pensare più profondamente: la promozione dei diritti umani e della democrazia può davvero diventare un elemento centrale nelle relazioni internazionali?