Network


Latest external collaboration on country level. Dive into details by clicking on the dots.

Hotspot


Dive into the research topics where G.P. Giordano is active.

Publication


Featured researches published by G.P. Giordano.


Stroke | 1990

Leukoaraiosis, intracerebral hemorrhage, and arterial hypertension.

Domenico Inzitari; G.P. Giordano; Anna Luisa Ancona; Giovanni Pracucci; Mario Mascalchi; Luigi Amaducci

To investigate whether the observed association of leukoaraiosis with intracerebral hemorrhage is direct or mediated by risk factors, we compared 116 patients with intracerebral hemorrhage confirmed by computed tomography and 155 controls without intracerebral hemorrhage, evaluating the prevalence of leukoaraiosis and vascular risk factors. Leukoaraiosis was observed in 21 (18%) of the 116 patients and in 12 (8%) of the 155 controls (p less than 0.01). Only two (6%) of the 31 patients with lobar hemorrhage had leukoaraiosis on computed tomograms, compared with 17 (24%) of the 71 patients with basal ganglionic hemorrhage (p less than 0.05). Leukoaraiosis was significantly correlated with intracerebral hemorrhage after controlling for age and sex by using multiple logistic regression analysis, while the correlation disappeared after controlling for hypertension. Our results indicate that leukoaraiosis is not an independent risk factor for intracerebral hemorrhage.


European Neurology | 1989

Histopathological correlates of leuko-araiosis in patients with ischemic stroke.

Domenico Inzitari; Mario Mascalchi; G.P. Giordano; P. Marini; Domenico Sità; Anna Laura Abbamondi

A neuropathological study was carried out in 4 cases of ischemic stroke with leuko-araiosis (LA), 3 cases of clinically suspected Binswangers subcortical arteriosclerotic encephalopathy (SAE) also showing LA, and 3 cases without LA. Unlike the SAE cases, in 3 of the cases in the first group the white matter changes corresponding to LA could not be explained by ischemic mechanisms related to small vessel changes.


Acta Radiologica | 1992

Rhabdomyosarcoma of the petrous ridge. CT and MR imaging in an atypical case with multiple cranial nerve palsy.

Virna Zampa; Mario Mascalchi; G.P. Giordano; U. Bongini; G. Dal Pozzo

The CT and MR findings are reported in a case of biopsy proven rhabdomyosarcoma of the skull base. The tumor presumably originated in a pneumatized petrous ridge and had an atypical presentation of multiple cranial nerve palsy. The lesion exhibited a soft tissue density and a nonexpansile bone destruction on unenhanced CT. On MR imaging the lesion showed homogeneous intermediate signal intensity on T1 weighted images and a high signal intensity on proton density and T2 weighted images. The scanty literature on CT and MR features of rhabdomyosarcoma of the head and neck is reviewed.


Rivista Di Neuroradiologia | 2011

Intracranial Masses with Perilesional Edema: Differential Diagnosis with Perfusion CT

D. Gadda; P. Simonelli; G. Villa; V. Scardigli; D. Petacchi; C. Pandolfo; M. Moretti; S. Chiti; G.P. Giordano

Perilesional edema (PE) is commonly observed in association with an intracranial mass. PE is thought to be determined by vasogenic effects in the cerebral parenchyma surrounding the mass due to the loss or absence of the blood-brain barrier (BBB) inside the lesion. Alterations in capillary permeability induce extrusion of fluids into the extravascular space around the mass. On Computed Tomography (CT) PE corresponds to an area of low density for the increased water content, outside the margins of the lesion. It is difficult to differentiate PE from areas of parenchymal compressive ischemia and sometimes the two events could be associated. A solitary mass with PE is more commonly discovered on a non-enhanced computed tomography (NECT) study performed for the onset of stable or rapidly progressive neurological symptoms. In such cases, a supplementary CT scan with contrast (CECT) is generally indicated to complete the baseline imaging before MRI. Contrast enhancement is generally present in a mass with PE and it is not specific for differential diagnosis. Perfusion computed tomography (PCT) requires a few minutes in addition to the time needed for CECT. PCT may give information on regional microvascular density, permeability and blood flow, thus it may play a role when tumoral neo-angiogenesis or non-neoplastic altered haemodynamics are suspected. We therefore investigated the utility of PCT in the differential diagnosis of the intracranial solitary masses with PE.


Rivista Di Neuroradiologia | 2003

Angioplastica e stenting intracranico nello stroke ischemico vertebrobasilare Esperienza in tre pazienti

Salvatore Mangiafico; Marco Nistri; G. Villa; M. Cellerini; G.P. Giordano; G. Cagliarelli; L. Paoli; B. Noubari

We describe three patients with accute occlusion (case 1) and subocclusion (cases 3 and 4) of the distal portion of the vertebral artery. A satisfactory vessel recanalization was obtained in all three cases, but a good clinical outcome was only achieved in one patient while a second patient developed an apallic syndrome.


Rivista Di Neuroradiologia | 2003

Regressione di malformazioni artero-venose cerebrali dopo parziale embolizzazione endovascolare: Descrizione di quattro casi

M. Cellerini; Salvatore Mangiafico; G. Villa; Marco Nistri; Franco Ammannati; G.P. Giordano

La storia naturale delle malformazioni arterovenose cerebrali (MAVc) è scarsamente conosciuta ed uno degli aspetti meno noti è il loro potenziale di regressione spontanea che sembra avvenire in 1-3% dei casi a seconda delle varie casistiche. Nel 70% dei casi la regressione spontanea della MAVc avviene in seguito ad un episodio emorragico intracerebrale o subaracnoideo ed, in una minoranza di casi, anche dopo intervento chirurgico. La frequenza con la quale può avvenire la regressione di una MAVc dopo embolizzazione parziale non è nota e pone dei quesiti sul modo migliore di trattare MAVc residue specialmente in sedi eloquenti. Gli Autori aggiungono la propria esperienza alla limitata casistica riportata in letteratura discutendo ed illustrando quattro casi di MAVc spontaneamente regrediti dopo parziale embolizzazione.


Rivista Di Neuroradiologia | 2003

Terapia endovascolare con GDC dei residui degli aneurisimi subaracnoidei operati

Salvatore Mangiafico; M. Cellerini; G. Villa; Marco Nistri; M. Moretti; G.P. Giordano

La chirurgia è considerata terapia di elezione degli aneurismi intracranici per la possibilità di escludere completamente l’aneurisma dal circolo cerebrale attraverso il posizionamento di clip sul colletto. Questo intervento può, tuttavia, incontrare difficoltà in relazione alla posizione, dimensione, complessità morfologica o sanguinamento intraoperatorio dell’aneurisma con parziale esclusione della sacca lasciando non trattati residui basali o lobature non riconosciute durante la dissezione ed il successivo clipping. I residui di aneurismi operati si riscontrano nel 2-5% degli esami agiografici di controllo. La storia naturale degli aneurismi non completamente clippati può essere caratterizzata dalla ricrescita, dalla riemorragia o dalla progressiva obliterazione o dalla mancanza di modificazioni morfologiche. Il problema in presenza di un residuo di aneurisma operato è quello di stabilirne la pericolosità e di porre l’indicazione ad un intervento in quanto la chirurgia non è sempre efficace (90% di successo) e priva di rischi (morbilità correlata all’intervento del 10-15%). L’embolizzazione con coil rappresenta una possibilità terapeutica che, evitando un nuovo trauma chirurgico, può offrire al paziente la possibilità di una guarigione completa. Gli autori presentano la loro casistica (12 casi) di trattamento endovascolare di aneurismi dopo clipping incompleto, discutono i risultati del loro lavoro, le indicazioni e le difficoltà del trattamento endovascolare. Materiale, metodi e risultati


Rivista Di Neuroradiologia | 2001

Angioplastica e stenting intracranico in due pazienti con stroke ischemico vertebrobasilare

M. Cellerini; Salvatore Mangiafico; Marco Nistri; G. Villa; C. Pandolfo; G.P. Giordano

Lo stroke acuto dovuto a ostruzione del circolo vertebrobasilare ha una prognosi estremamente grave con mortalità dell’80-90%. In questi pazienti le opzioni terapeutiche sono limitate; la terapia fibrinolitica locoregionale è capace di ottenere una ricanalizzazione e una riduzione della mortalità, soprattuto se l’ostruzione è di natura embolica. A livello del tratto intracranico dell’arteria vertebrale e della porzione prossimale dell’arteria basilare le stenosi o occlusioni sono causate tuttavia più spesso da fenomeni di trombosi su una preesistente placca aterosclerotica. In questo caso le percentuali di ricanalizzazione stabile ottenute con la sola fibrinolisi si riducono notevolmente. Riportiamo la nostra esperienza nel trattamento di due pazienti con occlusione (caso 1) e subocclusione (caso 2) del tratto distale dell’AV dominante utilizzando cateteri da angioplastica e stent coronarici “monorail”.


Rivista Di Neuroradiologia | 2001

Utilità della tecnica di remodelling nel trattamento degli aneurismi cerebrali con Guglielmi Detachable Coils Studio retrospettivo

Salvatore Mangiafico; M. Cellerini; G. Villa; Marco Nistri; C. Pandolfo; Franco Ammannati; Pasquale Mennonna; G.P. Giordano

La tecnica descritta da J. Moret et Al 1 e nota come “remodelling” consente il trattamento di aneurismi con rimodellamento del colletto durante il rilascio delle spirali di Guglielmi (GDC). Lo scopo del seguente lavoro è stata la valutazione dell’efficacia e della sicurezza della tecnica di “remodelling” nel trattamento endovascolare di aneurismi intracranici ad ampio colletto in cui la tecnica convenzionale aveva fallito o non era indicata, in una serie di pazienti con follow-up.


Rivista Di Neuroradiologia | 1997

Terapia fibrinolitica intra-arteriosa in occlusione vertebrobasilare acuta

Salvatore Mangiafico; G. Villa; G.P. Giordano; V. Scardigli; C. Pandolfo; D. Petacchi; A. Nori; L. Benvenuti; D. Serino; Pasquale Mennonna

Intra-arterial fibrinolytic therapy in acute vertebrobasilar occlusion is effective in saving the patients life in 75% of cases if performed within 6 hours after the beginning of an ischemic event, without CT evidence of hypodense focal areas in the brain stem, cerebellum or thalamic nucleus. The initial clinical aspect of vertebrobasilar stroke is more often evolving. Only in 1/3 of cases is coma present at the beginning. In vertebro-basilar occlusion prognosis is determined by clinical and neuroradiological aspects. The outcome depends mainly upon how much brain stem function is lost during the reperfusion time, and the kind of vertebrobasilar occlusion. The case we present concerns a 38 year old man with acute onset of cerebral stroke without initial clinical signs of vertebrobasilar localization due to a basilar artery occlusion distal to AICA. Urokinase infusion was performed within three hours from the clinical onset up to a total amount of 1.400.000 UI. Reperfusion was observed one hour after the beginning of the intravascular therapy. The clinical course was favorable with good recovery (moderate superior right paresis, controlateral light cerebellar syndrome).

Collaboration


Dive into the G.P. Giordano's collaboration.

Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Researchain Logo
Decentralizing Knowledge