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Dive into the research topics where Silvia Galano is active.

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Featured researches published by Silvia Galano.


Archive | 2012

Sognando sistemi planetari informazione

Massimo Capaccioli; Silvia Galano

Mentre ancora valutava o minacciava di lasciare Napoli, Nobile aveva iniziato a studiare i sistemi di stelle multiple. Queste ricerche lo impegnarono per alcuni anni e produssero diverse memorie1 pubblicate tra il 1875 e il 1877 nei Rendiconti della Reale Accademia delle scienze. L’obbiettivo era di stabilire se questi sistemi fossero formati da stelle solo apparentemente vicine tra loro oppure da oggetti fisicamente legati l’uno all’altro.


Archive | 2012

Giuseppa Guacci: Mamma o non mamma

Massimo Capaccioli; Silvia Galano

Maria Giuseppina era nata a Napoli il 20 giugno 18071, primogenita di Giovanni Guacci e Saveria Tagliaferri. La famiglia viveva modestamente al numero 45 di via Sergente Maggiore, una traversa di via Toledo dal lato dei Quartieri spagnoli, sostenendosi con gli introiti che il lavoro di architetto di papa Giovanni le assicurava2.


Archive | 2012

L’occasione mancata: L’eclissi del 1870

Massimo Capaccioli; Silvia Galano

L’anno 1870 fu molto importante per gli astronomi italiani per via di un fenomeno celeste inconsueto, di quelli che non e facile vedere nell’arco di una vita intera senza doversi spostare per intercettarli: un’eclissi totale di Sole. Interno a mezzogiorno del 22 dicembre il disco nero della Luna nuova si sarebbe parato per un paio di minuti davanti a quello del Sole, oscurandone completamente la luce. Sin qui nulla di straordinario ma — e questo e il fatto che ci interessa — l’eclissi sarebbe stata visibile anche dalla Sicilia occidentale e meridionale1. Per apprezzare l’eccezionalita dell’evento e storicizzarne l’importanza, una piccola digressione sul tema delle eclissi ci tornera utile.


Archive | 2012

Abbagliato dall’aberrazione

Massimo Capaccioli; Silvia Galano

Le idee di Arminio sull’aberrazione non videro mai la luce in alcun lavoro, ma furono oggetto di un lungo e acceso dibattito con Schiaparelli tra il 1879 e il 1882. Il confronto awenne per via epistolare e, grazie al direttore di Brera che conservo molte delle lettere scambiate con il collega napoletano, possiamo ricostruire il pensiero del Nostra su quest’argomento e seguirne l’evoluzione temporale. La prima lettera in cui Nobile affronto la questione e del 23 agosto 1879: Profittando delia sua bonta per le mie fantasticherie astronomiche le accludo l’esposizione di una idea che mi e venuta per disperazione di non potere coi dati presenti, avere una soluzione del problema del moto del Sole nello spazio, la quale non era appoggiata da ipotesi. Il Prof. De Gasparis sa che io la espongo prima a Lei, prima di ogni pubblicita. Potrebbe essere una scioccheria, ma io non vedo il punto debole, se c’e, eppero ricorro al suo acume per escogitarlo. Anche il Prof. Battaglini ne sa qualcosa ma e da Lei che desidero un verdetto.1


Archive | 2012

Lo scippo e labeffa

Massimo Capaccioli; Silvia Galano

La seconda parte delle Ricerche numeriche sulla latitudine del R. Osservatorio di Capodimonte apparve nel marzo del 1888 all’interno degli Atti dell’Accademia Pontaniana, con il suo carico di dubbi. La partita sembrava ancora aperta. Ma dopo soli tre mesi, inopinatamente, apparve sulla scena un altro giocatore, Karl Friedrich Kustner, e fu subito game over. Senza titubanza alcuna l’astronomo tedesco comunico di avere scoperto che la latitudine di Berlino era variata nel corso dell’anno [93]. Kustner s’era imbattuto per puro caso nel fenomeno mentre cercava di determinare la costante di aberrazione. La sorte aveva voluto che per questa ricerca egli utilizzasse misure astrometriche effettuate in luoghi diversi: negli Osservatori di Berlino e Gotha in Germania e di Pulkowo in Russia. I valori ricavati per la costante di aberrazione con le diverse serie di dati erano fortemente discordanti tra loro, ma si riconciliavano ammettendo una periodicita annuale della latitudine.


Archive | 2012

La giostra dei personaggi nel crepuscolo dei Borbone

Massimo Capaccioli; Silvia Galano

Intanto l’Osservatorio, passato nelle mani di Capocci che pure aveva ottime entrature nei Ministeri e a Corte, stentava a decollare. Oltre ai soldi occorrevano nuove idee, strumenti moderni, e piu stretti collegamenti con la scienza europea. Cosi il nuovo direttore si convinse a ripetere l’esperienza del suo astronomo in seconda. Espletata la burocrazia e consegnata la Specola nelle mani di Del Re scavalcando, come si disse, il nostro Antonio, nel 1836 si mise in viaggio per Parigi.


Archive | 2012

Infanzia e giovinezza di un aspirante genio

Massimo Capaccioli; Silvia Galano

I primi anni di Arminio erano trascorsi sotto uno straordinario bom bardamento di stimoli e di esperienze che ne avrebbero in seguito condizionato comportamenti e ambizioni, finendo per rovinargli l’esistenza. Era un bambino vivace, sensibile e vitale, che viveva in un contesto privilegiato, entro una grande isola verde protetta dal mondo esterno, con spazi ampi e sicuri, adattissimi ai giochi infantili che egli condivideva con gli altri ragazzi dell’Osservatorio, figli del personale scientifico e tecnico e dei coloni cui era affidata la cura del comprensorio. Era la madre a prowedere all’educazione sua e di Emilia, la sorella nata nel 1842. Un’enorme fortuna e una chance che Giuseppina non aveva avuto. Nessuno meglio di lei poteva sapere quanto fosse difficile acquisire anche soltanto gli elementi di una formazione di base, e di certo si prodigo per dare ai propri figli la migliore preparazione. Fu questa esperienza di madre-maestra a sensibilizzare la Guacci al problema dell’analfabetismo imperante nel Regno delle Due Sicilie, spingendola a intraprendere la campagna contre l’ignoranza e l’incultura delle classi piu povere.


Archive | 2012

In cauda venenum

Massimo Capaccioli; Silvia Galano

Di vent’anni piu giovane di Nobile, Cesaro era un brillante matematico di origine napoletana che aveva raggiunto l’insegnamento universitario relativamente tardi, attraverso un percorso tortuoso che lo aveva portato lontano da casa. Nel 1886 era rientrato in Italia dal Belgio per ricoprire l’insegnamento di analisi algebrica presso l’Universita di Palermo, pur senza avere ancora conseguito la laurea, che gli sarebbe stata conferita ad honorem solo l’anno successivo, a testimonianza delia grande considerazione per le sue qualita scientifiche. Ma Cesaro desiderava poter tornare a Napoli e per questo aveva fatto un primo infruttuoso tentativo. Finalmente, nel 1891 ottenne l’agognato trasferimento nella sua citta in qualita di professore di calcolo infinitesimale. Fu cosi che il matematico pote iniziare a frequentare con una certa assiduita l’Accademia di scienze fisiche e matematiche dove da sempre erano di casa gli astronomi di Capodimonte. E qui ebbe modo di incontrare Nobile.


Archive | 2012

La sfida della longitudine per un artista della misura

Massimo Capaccioli; Silvia Galano

Con la presentazione della sua memoria alla Pontaniana, Nobile chivase definitivamente con le eclissi di Sole. Non sarebbe mai piu ritornato sull’argomento; non ci si era divertito e non ci aveva ricavato nulla, salvo l’onore di essere tra i fondatori della Societa degli spettroscopisti. Ma egli non capi o non volle capire quanto questa nuova scienza fosse la vera frontiera dell’astronomia. Riprese invece l’elaborazione delle misure di longitudine awiate con Tacchini nel 1869. Tra calcoli e verifiche passarono oltre due anni, durante i quali fu impegnato anche in altre importanti faccende, come insegnare matematica e fisica con grande impegno e metiere su famiglia.


Archive | 2012

La variazione della latitudine: Ultima chance

Massimo Capaccioli; Silvia Galano

Arminio era nel pieno delle sue ricerche sull’aberrazione quando gli si paro dinanzi una nuova sfida, la misura accurata della latitudine. Abbiamo gia parlato di questa coordinata astronomica la dove le peripezie scientifiche del nostro astronomo ci avevano portato a considerare la questione dell’altra, la longitudine1. Dicemmo allora che la sua determinazione e piu facile perche non implica una misura di tempo. La latitudine e infatti un semplice angolo, quello tra il Polo celeste Nord e l’orizzonte astronomico del luogo dove si trova l’osservatore, che e uguale al complemento a 90 gradi dell’angolo tra il Polo e lo Zenit. A beneficio di coloro che lo avessero dimenticato, il Polo e quel punto dove l’asse della rotazione diurna della Terra intercetta la sfera celeste. Lo Zenit e definite invece dalla verticale, cioe dalla direzione che assume il filo a piombo per rispondere alla risultante di tutte le componenti della forza di gravita2 e alla reazione centrifuga prodotta dalla rotazione diurna. Insomma, potrebbe sembrare che tutto quanto serve per una misura di latitudine sia un buon goniometro e un po’ di pazienza, ma nella pratica la faccenda e tutt’altro che semplice se si vuole che il risultato sia accurate. Ecco perche, in ogni epoca, astronomi di prim’ordine si sono cimentati in questo esercizio, raggiungendo via via precisioni leggendarie.

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