Valentina Portalupi

Severe Symptomatic Hyponatremia During Sibutramine Therapy: A Case Report

Sibutramine, a serotonin reuptake inhibitor, currently is used in treatment of obesity. The known side effects of sibutramine, ie, hypertension and tachycardia, depend on its adrenergic and serotoninergic effects. We describe a case of life-threatening hyponatremia associated with sibutramine use in an obese woman. We hypothesize that sibutramine, through its effect on neurotransmitters, may induce antidiuretic hormone secretion and lead to a syndrome of inappropriate antidiuretic hormone secretion. We advise careful monitoring of water-electrolytic balance during sibutramine therapy.

Autoimmune response to heat shock protein 60 in haemodialysis patients

We read with great interest the paper by Gruden et al.[1] recently published in Journal of Internal Medicine.The authors reported a significant inverse correlationbetween diabetic micro- and macroangiopathy andserum levels of anti-Heat Shock Protein 70 (HSP70)antibodies in a large cohort of type 1 diabetic patients.HSP70 levels resulted higher in healthy subjects com-pared with diabetic patients, while no significant dif-ference was found in anti-HPS60 levels betweenpatients and controls. In a longitudinal study, weinvestigated whether anti-HSP60 antibodies are asso-ciated with cardiovascular risk in adult patients onhaemodialysis (HD). We evaluated anti-HSP60 serumlevels in 33 nondiabetic patients (66.5 ± 10.4 years,m⁄f: 17⁄16) on regular HD. Then, we correlated thetiter of the antibodies to cardiovascular risk factors,inflammation and incidence of cardiovascular events,during a 24-month follow-up. Cardiovascular risk fac-tors considered were: smoking habit, diabetes, systolicblood pressure and serum cholesterol. Inflammationwas assessed by high sensitivity C-Reactive Protein(hs-CRP) serum levels. Thirty healthy sex-agematched subjects (63.3 ± 7.7 years, m⁄f: 15⁄15) werethe controls. Anti-HSP60 serum levels were measuredby ELISA that detected IgG, IgA and IgM isotypes(Stressgen Biotechnologies Corporation,Victoria, BC,Canada). Anti-HSP60 were present in all analysedsubjects; there was no significant difference in anti-body levels between patients and controls(41.84 ± 34.78 vs. 38.47 ± 11.34 lgmL

Trapianto renale e infezione da HCV: analisi retrospettiva dei dati relativi alla popolazione del Centro Trapianti di Pavia

La valutazione della storia naturale dell’infezione da HCV nei pazienti trapiantati di rene è complicata da alcune problematiche tra cui: la frequente asintomaticità dell’epatopatia; l’andamento delle transaminasi, espressione di danno epatocellulare, che sono fluttuanti e raramente elevati (1). Pertanto l’analisi istologica epatica rimane fondamentale per accertare l’entità delle alterazioni epatiche indotte da HCV (2). L’infezione da HCV sembra anche influenzare sia la sopravvivenza del paziente che del rene trapiantato, che negli studi a lungo termine, risultano essere più basse rispetto ai pazienti HCVnegativi, l’infezione rappresenta la causa di morte più frequente (3). Per tali ragioni è necessaria la messa a punto di protocolli specifici per definire le caratteristiche del candidato al trapianto renale con infezione da HCV. La biopsia epatica è indispensabile per accertare la severità del danno istologico epatico indotto da HCV nei pazienti con viremia (HCV Rna PCR) elevata, esame ormai essenziale per scrinare questa categoria di pazienti (2). Nei candidati con lesioni istologiche epatiche cirrotiche o pre-cirrotiche si consiglia di evitare il trapianto. Nei candidati con lesioni istologiche epatiche minime o con segni di epatite cronica (stadio I, II) e con documentata viremia HCV nel siero, va consigliata terapia antivirale. La limitata efficacia dell’Interferonnei pazienti trapiantati, associata all’elevato rischio di rigetto acuto e di effetti collaterali, suggerisce di trattare i pazienti dializzati con epatite cronica HCV correlata prima del trapianto (4). Le recenti evidenze suggeriscono che i pazienti uremici HCV+ con diagnosi istologica di epatopatia attiva dovrebbero essere sottoposti a trattamento antivirale specifico e protratto (Interferon+ ribavirina per 6-12 mesi) prima di valutare la possibilità di un trapianto renale (4). La nostra analisi retrospettiva ha lo scopo di valutare l’approccio clinico e la storia naturale dei pazienti HCV+ trapiantati di rene e in lista d’attesa afferenti al nostro Centro Trapianti.