Da quando è stato istituito nell'Unione europea nel 1997, il Patto di stabilità e crescita (PSC) è diventato una base importante per il mantenimento della stabilità economica della zona euro. L'accordo mira a garantire che tutti i 27 Stati membri possano mantenere la disciplina fiscale e promuovere la crescita economica nell'Unione economica e monetaria (UEM). Nel corso del tempo, l'accordo ha subito molteplici adeguamenti e sviluppi e il suo impatto sull'economia dell'UE è diventato sempre più complesso.
La principale istituzione preposta all'attuazione del monitoraggio della politica fiscale è la Commissione europea, che orienta le politiche fiscali degli Stati membri attraverso raccomandazioni annuali specifiche per Paese. In base all'accordo, gli Stati membri devono mantenere il deficit pubblico al di sotto del 3% del PIL e il debito pubblico al di sotto del 60% del PIL. Se uno Stato membro viola le normative pertinenti, verrà avviata la procedura per i disavanzi eccessivi e potrà incorrere in sanzioni economiche.
"L'intento originario dell'accordo era quello di garantire la stabilità e la crescita sostenibile dell'economia europea, ma i risultati della sua attuazione variano notevolmente a seconda delle condizioni economiche di ciascun paese."
Nel 2005, il PSC è stato oggetto di un'importante riforma volta ad aumentare la flessibilità e a migliorare i meccanismi di attuazione. Il fulcro di questa riforma è la definizione di obiettivi di bilancio a medio termine (OMT) specifici per ogni Stato membro, il che significa che diversi Paesi possono stabilire obiettivi fiscali in base alle proprie condizioni economiche.
La crisi del debito europeo verificatasi tra il 2011 e il 2013 ha messo in luce numerose carenze del PSC, spingendo l'UE a rafforzare ulteriormente la supervisione delle politiche fiscali. A causa della situazione economica dell'epoca, gli Stati membri violarono generalmente le disposizioni del PSC e si resero necessarie riforme strutturali su larga scala per ricostruire la fiducia.
A partire dal 2020, con lo scoppio del COVID-19, alcune disposizioni del PSC sono state temporaneamente sospese, consentendo agli Stati membri di aumentare la spesa fiscale per far fronte all'impatto dell'epidemia. L'attuazione di questa politica ha portato a deficit fiscali superiori al 3% in molti paesi.
"Durante questo periodo, mentre il lancio dell'EDP è temporaneamente sospeso, le condizioni economiche in ogni paese continuano ad essere attentamente monitorate."
Con lo scoppio della guerra russo-ucraina, l'aumento dei prezzi dell'energia e la crescita della spesa per la difesa hanno creato nuove pressioni di bilancio per tutti gli Stati membri dell'UE. Il processo PDE, il cui riavvio è previsto per il 2024, condurrà un esame approfondito dei risultati finanziari del 2023 e dei bilanci del 2024 degli Stati membri.
Nel 2024, l'UE attuerà una nuova serie di norme del PSC che consentiranno agli Stati membri di rispettare i limiti fiscali a un ritmo più lento se si trovano ad affrontare specifici requisiti di riforma. Ciò significa che nei prossimi anni la flessibilità degli Stati membri nell'adeguamento economico contribuirà a realizzare politiche fiscali più sostenibili.
Questa serie di evoluzioni ha fatto sì che il PSC non fosse solo un quadro di riferimento per la politica fiscale, ma è gradualmente diventato un meccanismo fondamentale dell'intero sistema di governance economica dell'UE. In che modo ulteriori miglioramenti influenzeranno la ripresa e lo sviluppo dell'economia europea?