L'influenza del denaro proveniente da aziende e altre organizzazioni è diventato un argomento molto dibattuto nel contesto politico statunitense. In particolare, il caso Citizens United contro Federal Election Commission del 2010, una sentenza che non solo ha modificato la legge elettorale, ma ha anche rimodellato le dinamiche del denaro politico.
Citizens United è un gruppo di cittadini che nel 2007 ha intentato una causa contro il Bipartisan Campaign Reform Act. La legge proibisce alle aziende di effettuare spese politiche indipendenti durante le elezioni. Il caso è emerso durante le elezioni presidenziali del 2004, quando la Citizens United ha presentato una denuncia contro il documentario Fahrenheit 9/11 di Michael Moore, sostenendo che il film era una pubblicità elettorale e che avrebbe dovuto essere vietato. Hanno quindi deciso di realizzare un film critico nei confronti di Hillary Clinton, "Hillary's Movie", per contestare i limiti alla spesa elettorale.
Il 21 gennaio 2010, la Corte Suprema ha emesso una sentenza storica con 5 voti contro 4, dichiarando incostituzionale la Sezione 203 del Bipartisan Campaign Reform Act, che proibisce alle aziende e ai sindacati di effettuare spese politiche indipendenti. La corte ha sottolineato che la libertà di parola è un importante contenuto fondamentale del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti e che le aziende e le altre organizzazioni dovrebbero godere degli stessi diritti alla libertà di parola degli individui.
Se il Primo Emendamento ha un significato, è che proibisce al Congresso di multare o imprigionare cittadini o associazioni di cittadini per aver tenuto discorsi politici.
Il caso ha diviso nettamente le opinioni. I giudici dissenzienti hanno sottolineato che la spesa politica delle aziende può avere un impatto sproporzionato sulla democrazia e rappresenta chiaramente gli interessi dei ricchi. Dopo il verdetto, molti critici ritenevano che esso avrebbe portato a un afflusso di denaro nella politica e a un aumento della corruzione politica.
Una democrazia non può funzionare efficacemente quando i suoi membri fondatori ritengono che le leggi siano oggetto di scambio.
Il caso Citizens United apre nuove possibilità legali alle aziende per esercitare influenza sulla politica. Ciò consente alle aziende, ai sindacati e alle organizzazioni non-profit di utilizzare il denaro con poche o nessuna restrizione per influenzare i candidati politici e le elezioni. Con l'avvento dei social media e della pubblicità digitale, questa influenza è diventata più pervasiva e potente.
Molti temono che la sentenza Citizens United possa aggravare le disuguaglianze nella società e far sì che le voci dei cittadini comuni vengano soffocate nei dibattiti politici. Tuttavia, ciò rende anche più importante l'attivismo civico, spingendo più persone a partecipare al dibattito pubblico e a richiedere un uso trasparente e responsabile dei finanziamenti politici. Come hanno sottolineato i critici, la sentenza riflette il modo in cui gli interessi delle aziende stanno rimodellando l'ambiente politico e come i cittadini comuni possono resistere a questi cambiamenti.
L'influenza delle aziende sulla politica prevarrà sulle voci dei cittadini?