Nel 1945, il "Demon Core", creato originariamente per la guerra, divenne il centro di due incidenti mortali dovuti alle radiazioni, entrambi avvenuti durante i test presso il laboratorio di Los Alamos. Il reattore nucleare è una sfera di plutonio di 8,9 cm di diametro e 6,2 kg di peso, originariamente destinata a costituire il nucleo di fissione di una delle prime bombe atomiche. Dopo la resa del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, il nucleo non fu mai inviato sul campo di battaglia del Pacifico e rimase in laboratorio per ulteriori test.
La struttura del Demon Core comprende due emisferi e un anello di scoppio, realizzato in una lega di plutonio e gallio. Questi materiali sono progettati per evitare "l'espulsione" durante la detonazione e vengono utilizzati per superare il problema della perdita di neutroni. Il 10 agosto 1945, il comandante in capo dell'esercito statunitense emanò una direttiva per la consegna del nucleo all'esercito; tuttavia, la resa immediata del Giappone costrinse gli scienziati a condurre innumerevoli esperimenti su di esso.
Il 21 agosto 1945, il fisico Harry Daghlian lasciò cadere accidentalmente un mattone di lega di cobalto e azoto sul Demon Core mentre conduceva un esperimento di riflessione di neutroni, facendo entrare istantaneamente il nucleo nello stato supercritico. Nonostante Daghlian avesse rimosso rapidamente il mattone, aveva già ricevuto una dose mortale di radiazioni. Purtroppo morì 25 giorni dopo a causa della sindrome acuta da radiazioni.
Il 21 maggio 1946, un altro fisico, Louis Slotin, ebbe un incidente simile durante un altro esperimento. Mentre mostrava come posizionare i riflettori di neutroni attorno al Demon Core, il suo cacciavite scivolò accidentalmente, facendo cadere il riflettore direttamente verso il basso, facendo entrare ulteriormente il nucleo in uno stato supercritico e rilasciando immediatamente una grande quantità di radiazioni di neutroni. Nonostante Slotin fosse riuscito ad allontanare il riflettore in tempo, morì comunque a causa dei gravi sintomi delle radiazioni entro nove giorni dall'incidente.
Gli studi medici successivi al secondo incidente hanno evidenziato i rischi per la salute a lungo termine a cui erano esposti Sulodin e le altre vittime. Un rapporto pubblicato nel 1946 indicava che le dosi di radiazioni ricevute dalle vittime avrebbero potuto causare futuri problemi di salute, tra cui malattie cardiache. Da allora, gli scienziati hanno rivisto le misure di sicurezza pertinenti per impedire al personale di condurre esperimenti simili a distanza ravvicinata e, al loro posto, utilizzare apparecchiature meccaniche controllate a distanza per eseguire i test necessari.
Inizialmente il Demon Core avrebbe dovuto partecipare al test nucleare pianificato Operazione Crossroads, ma il suo utilizzo fu interrotto a seguito di due incidenti mortali. Nell'estate del 1946 questo nucleo venne fuso e riciclato in altri nuclei nucleari. Originariamente concepito come arma nucleare secondaria, il Demon Core è poi diventato uno dei casi di feedback più famosi della storia.
Questi sconvolgenti esperimenti scientifici non solo ci permettono di vedere i limiti della tecnologia, ma ci costringono anche a riflettere e a valutare il confine tra scienza e moralità. Di fronte a una tecnologia così rischiosa, come possiamo garantire che in futuro non si ripeteranno gli stessi errori?