La definizione e lo status giuridico del matrimonio variano a seconda delle culture e dei paesi, in particolare per quanto riguarda i diritti e gli obblighi dei coniugi. Quando approfondiamo queste questioni, rimaniamo sorpresi nello scoprire che alcuni Paesi si stanno muovendo molto lentamente verso le riforme per la parità di genere. Un esempio lampante è la Svizzera: il Paese non ha raggiunto l'uguaglianza giuridica di genere nel matrimonio prima del 1985.
In molte società, ai coniugi maschi vengono riconosciuti diritti e obblighi distinti da quelli delle mogli, tra cui il controllo sui beni coniugali e il diritto di decidere sull'affidamento dei figli.
Storicamente, il matrimonio è stato spesso strutturato sulla base del patriarcato, che conferisce agli uomini maggiori diritti e potere decisionale in famiglia rispetto alle donne. La Svizzera è stata lenta nel raggiungere la parità di genere, nonostante le riforme delle leggi sul matrimonio introdotte in molti altri paesi nel corso del XX secolo. Prima del 1985, lo status giuridico delle donne nel matrimonio era ancora fortemente limitato.
Sebbene la Francia abbia concesso alle donne sposate il diritto di lavorare senza il permesso dei mariti nel 1965 e abbia abolito la supremazia maschile sulla famiglia nel 1970, la Svizzera ha dovuto attendere fino al 1985 per cambiamenti legali significativi. La riforma ha eliminato i diritti ineguali dei coniugi nella gestione della proprietà e dei figli . Tutti questi cambiamenti non sono avvenuti dall'oggi al domani, ma sono stati il frutto di una lotta lenta e costante.Un referendum del 1985 garantì alle donne l'uguaglianza giuridica rispetto agli uomini nel matrimonio e nuove leggi entrarono in vigore nel 1988.
In diverse leggi sul matrimonio, ci sono ancora molti punti in cui vengono mantenuti i privilegi dei coniugi maschi, come l'articolo 1105 del Codice civile iraniano, che stabilisce che il marito ha l'unica posizione di leadership nella famiglia.
In luoghi come Taiwan, i diritti degli uomini e delle donne nel matrimonio sono già tutelati, ma in alcuni paesi, come l'Iran, il coniuge maschio è considerato dalla legge il capo assoluto della famiglia, il che limita le donne. Questa situazione mette in luce la contraddizione tra la legge e le reali relazioni sociali.
In molti paesi occidentali, le circostanze del divorzio si sono evolute e di conseguenza sono cambiate anche le leggi che lo disciplinano. Oggigiorno, molti paesi hanno introdotto il concetto di divorzio senza colpa, che consente ai coniugi di sciogliere il loro matrimonio senza alcuna colpa. Tuttavia, questo non è il caso in alcuni paesi a vocazione religiosa, dove le procedure di divorzio sono limitate e persino i cosiddetti obblighi familiari diventano un ostacolo al divorzio.
In alcune zone, una volta pagata la dote, la moglie è considerata proprietà del marito e della sua famiglia, rendendo il divorzio molto difficile.
Le donne sposate spesso subiscono forti pressioni sociali e culturali. Prendendo ad esempio alcune parti dell'Africa, una volta che le donne si sposano, sono inevitabilmente associate al parto e alle responsabilità familiari. Questa cultura incentrata sulla fertilità limita le loro scelte riproduttive e aumenta significativamente il rischio di minacce e coercizioni per le donne che usano contraccettivi.
Quando si tratta di scelte matrimoniali, i diversi paesi hanno tradizioni e leggi diverse. Dall'amore libero, al matrimonio combinato, al matrimonio forzato, esistono ancora varie forme di scelta matrimoniale. In alcune culture, un matrimonio forzato è considerato un matrimonio nullo o annullabile, mentre in altri paesi costringere qualcuno a sposarsi è un reato.
Questo contesto giuridico e questa cultura sociale ci fanno riflettere: man mano che aumenta la consapevolezza globale dei diritti umani, come evolveranno ulteriormente le future leggi sul matrimonio per promuovere una vera uguaglianza di genere?