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Dive into the research topics where Andrea Fabbri is active.

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Featured researches published by Andrea Fabbri.


L'Endocrinologo | 2018

Concentrazioni plasmatiche di 25-idrossivitamina D e rischio di diabete di tipo 2 e pre-diabete: uno studio di coorte di 12 anni

Marco Infante; Andrea Fabbri

Negli ultimi anni l’ipovitaminosi D ha destato particolare attenzione tra la comunità scientifica a seguito del riscontro dell’associazione tra bassi livelli di vitamina D e sindrome metabolica. Tuttavia, non è chiaro se il deficit di vitamina D possa contribuire anche all’incremento del rischio di diabete mellito di tipo 2 [1]. Una parziale risposta in tal senso viene da un recente studio di coorte prospettico, pubblicato su PLoS One, in cui è stato osservato che individui con basse concentrazioni di 25-idrossivitamina D [25(OH)D] presentano un maggior rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Gli autori hanno studiato una coorte di 903 individui sani (età media: 74 anni) residenti in un’area suburbana del Sud della California, reclutati durante il periodo 1997–1999 e seguiti per un periodo complessivo di 12 anni. I partecipanti allo studio sono stati suddivisi in 4 distinti sottogruppi, a seconda delle concentrazioni plasmatiche di 25(OH)D misurate al momento del reclutamento: (1) < 30 ng/mL; (2) 30–39 ng/mL; (3) 40–49 ng/mL; (4) ≥50 ng/mL. Al termine del follow-up sono stati diagnosticati 47 nuovi casi di diabete di tipo 2 e 337 nuovi casi di pre-diabete. Dall’analisi dei vari sottogruppi si è evinto che i soggetti con concentrazioni plasmatiche di 25(OH)D ≥30 ng/mL


L'Endocrinologo | 2018

Gli acidi grassi polinsaturi omega-3 migliorano il diabete di tipo 1 e l’autoimmunità

Marco Infante; Andrea Fabbri

Il blocco della risposta autoimmune e la rigenerazione delle isole pancreatiche rappresentano virtualmente l’obiettivo da perseguire per la cura definitiva del diabete mellito di tipo 1 (DM1). Tuttavia, ad oggi non esistono metodi pienamente sicuri ed efficaci nel bloccare o invertire la progressione della risposta autoimmune una volta che si è sviluppata la patologia. Bi e collaboratori hanno studiato i potenziali effetti preventivi e terapeutici degli acidi grassi polinsaturi (PUFA) omega-3 nel DM1, in virtù delle loro spiccate proprietà immunomodulanti e anti-infiammatorie. Nella fattispecie, gli autori hanno condotto uno studio in cui topi diabetici non obesi (o topi NOD, un modello murino destinato a sviluppare diabete autoimmune) venivano sottoposti a una dieta ricca di PUFA omega-3 (acido eicosapentaenoico, EPA; acido docosaesaenoico, DHA) a partire dall’età di 5 settimane e per un periodo complessivo di 35 settimane. Congiuntamente, un secondo gruppo veniva sottoposto a una dieta ricca di acido arachidonico (un acido grasso omega-6 generalmente considerato come agente pro-infiammatorio), mentre un terzo gruppo veniva nutrito con una dieta standard (gruppo di controllo). Sorprendentemente, mentre l’80% dei topi NOD


Monaldi Archives for Chest Disease | 2017

Testicular and thyroid function as survival predictors in the elderly patient candidate to surgery

Antonio Aversa; Andrea Fabbri

The relationship between testosterone deficiency (TD) syndrome and surgical resilience has a great impact in the modern approach to male elderly patients. There is good evidence that low levels of T are a strong marker for cardiovascular risk; also, TD is frequently associated with increased cardiovascular and all-cause mortality especially in cardiac older frail men. Screening for low T should be mandatory in high risk groups candidate to surgery including those with diabetes, metabolic syndrome and obesity, even though benefits from T-treatment on survival rates are unclear. The low-T3 syndrome, named non-thyroidal illness (NTI) that occurs during critical illness refers to a syndrome with different faces in both sexes. The acute stress or critical illness-induced alterations within the thyroid axis occur in the first days of critical illness i.e. post-surgery and are brought about at least in part by the concomitant macronutrient deficit. The NTI that occurs in prolonged critically ill patients or in post-surgical resilience patients who continue to be dependent on intensive medical care for weeks or months, may have an impact on surgical outcomes because of frequent occurrence of cardiac arrhythmias. Future directions should better routinely investigate circulating thyroid hormones in population at risk before surgery after excluding iatrogenic drug interferences, and investigate the effect of possible treatments on survival rates after surgery.


L'Endocrinologo | 2017

Anoressia nervosa e salute dell’osso

Andrea Fabbri; Marco Infante; Massimiliano Petrelli; Giorgio Arnaldi

SommarioL’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare a chiara preponderanza femminile, con una prevalenza stimata nella popolazione generale pari a circa lo 0,3–0,9% nelle donne e meno dello 0,3% negli uomini. Secondo i criteri stabiliti dalla quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5) l’anoressia nervosa si caratterizza per una restrizione dell’introito calorico in rapporto ai fabbisogni, associata a intensa paura di acquisire peso e alterata percezione della propria immagine corporea. Tra le molteplici complicanze di questa patologia, oltre al grave calo ponderale, meritano notevole considerazione quelle endocrino-metaboliche, tra cui si annoverano la malnutrizione, con conseguente riduzione della massa grassa e della massa magra, l’ipogonadismo ipogonadotropo e l’amenorrea, la resistenza periferica all’azione del GH, l’ipercortisolismo, nonché la sindrome da bassa T3. Le suddette condizioni possono contribuire alle alterazioni del metabolismo osseo che si osservano in questa patologia. Nella presente rassegna verrà presa in esame la relazione esistente tra anoressia nervosa e metabolismo osseo, con particolare riguardo all’osteoporosi, alla luce delle evidenze clinico-scientifiche più recenti.


L'Endocrinologo | 2017

Le cellule iNKT inducono l’espressione di FGF21 per la termogenesi e sono essenziali per ottenere la massima perdita di peso in corso di trattamento con analoghi del GLP-1

Marco Infante; Andrea Fabbri

Nel corso degli ultimi anni è stata identificata una grande varietà di cellule del sistema immune all’interno del tessuto adiposo. In particolare, il tipo cellulare più recentemente caratterizzato è rappresentato dalle cosiddette invariant natural killer T cells (iNKT), un sottotipo di linfociti T che mostra entrambe le caratteristiche dell’immunità innata e di quella adattativa. Studi recenti suggeriscono un importante ruolo di queste cellule nell’omeostasi del tessuto adiposo, che viene mantenuta attraverso complesse interazioni tra i processi immunitari e le classiche vie metaboliche. Infatti, è stato osservato che il deficit di iNKT può causare insulino-resistenza e disregolazioni metaboliche del tessuto adiposo [1]. In questo articolo, Lynch et al. hanno dimostrato che in modelli murini di obesità dieta-indotta l’attivazione delle cellule iNKT residenti nel tessuto adiposo, ottenuta mediante l’uso dello specifico ligando glicolipidico noto come α-galattosilceramide (αGalCer), induce una significativa


L'Endocrinologo | 2017

Effetti della co-supplementazione di vitamina D e acidi grassi omega-3 sul controllo glicemico e le concentrazioni lipidiche nelle pazienti affette da diabete mellito gestazionale

Marco Infante; Andrea Fabbri

Da diverso tempo sono noti gli effetti benefici che la vitamina D e gli acidi grassi omega-3 esercitano sul metabolismo glico-lipidico [1]. Tuttavia, recentemente diversi gruppi di ricerca si sono concentrati sullo studio della terapia combinata con vitamina D e acidi grassi omega-3 ad alte dosi in diversi ambiti della patologia endocrino-metabolica, in particolare nel diabete mellito. A tal proposito, Jamilian et al. hanno di recente condotto un interessante trial clinico randomizzato della durata di 6 settimane su un gruppo di 140 donne affette da diabete mellito gestazionale (DMG), quest’ultimo diagnosticato secondo le linee guida dell’American Diabetes Association. Si tratta del primo studio ad aver confrontato gli effetti della terapia combinata con vitamina D e acidi grassi omega-3 sugli indici del metabolismo glico-lipidico nel DMG rispetto alla vitamina D o agli acidi grassi omega-3 assunti in monoterapia. In particolare, dopo la randomizzazione gli Autori hanno equamente stratificato le partecipanti in 4 differenti gruppi: a) un gruppo ricevente 1000 mg×2/die di acidi grassi omega-3 (di cui 360 mg di acido eicosapentaenoico e


L'Endocrinologo | 2016

Recettore mineralcorticoide e organo adiposo: implicazioni cliniche e terapeutiche

Massimiliano Caprio; Marco Infante; Andrea Armani; Andrea Lenzi; Andrea Fabbri

SommarioIl recettore mineralcorticoide (MR) è stato recentemente identificato in diversi tessuti extra-renali, tra cui il tessuto adiposo, ove svolge funzioni importanti nel controllo della funzione adipocitaria. L’espressione di MR a livello del tessuto adiposo è più elevata nell’obesità; ciò suggerisce che la sua eccessiva attivazione determina un’alterazione della funzione dell’adipocita. Questo articolo discute le possibili applicazioni degli antagonisti di MR nell’obesità e nelle sue complicanze metaboliche.


L'Endocrinologo | 2015

Abuso con steroidi androgeni anabolizzanti e funzione testicolare

Luigi Di Luigi; Francesco Romanelli; Andrea Fabbri; Andrea Lenzi

SommarioL’uso non-terapeutico (abuso, doping) di steroidi androgeni anabolizzanti (SAA) rappresenta una delle principali cause di danno iatrogeno a carico dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicoli. Nei maschi, a rischio attuale o pregresso di abuso, gli SAA vanno sempre sospettati come possibili fattori eziologici nella genesi di ipogonadismo ipogonadotropo, infertilità, disturbi della sessualità e deficit erettile. Senza collaborazione del paziente, la diagnosi di abuso con SAA può essere anche impossibile.


L'Endocrinologo | 2014

Testosterone e apparato cardiovascolare

Antonio Aversa; Davide Francomano; Andrea M. Isidori; Andrea Fabbri; Emmanuele A. Jannini; Andrea Lenzi

SommarioLe malattie cardiovascolari (CVD) rappresentano le più importanti cause di morbilità e mortalità nei paesi industrializzati. Recentemente è emersa una correlazione tra deficit androgenico e CVD, come anche un’associazione con aumentati livelli di glucosio, con un assetto lipidico pro-aterogenico, un pattern citochinico pro-infiammatorio, nonché con un incremento dello spessore miointimale, e con la presenza di disfunzione endoteliale. La terapia sostitutiva con testosterone in presenza di comorbidità dimostra un ottimo profilo di sicurezza.


L’Endocrinologo | 2001

Tessuto adiposo e riproduzione

Massimiliano Caprio; Elisa Fabbrini; Antonio Aversa; Andrea M. Isidori; Andrea Fabbri

RiassuntoNei mammiferi la sfera riproduttiva è strettamente dipendente dalle disponibilità energetiche ambientali. È noto da tempo come modificazioni acute dello stato metabolico siano in grado di alterare la funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonade. In varie specie animali e nell’uomo la restrizione calorica e il digiuno causano una rapida soppressione della secrezione pulsatile delle gonadotropine LH e FSH. Una spiegazione plausibile di questo fenomeno è di evitare o limitare al massimo inutili dispendi energetici in condizioni in cui il successo riproduttivo è altamente improbabile. D’altra parte anche le condizioni di eccesso di riserve metaboliche, come l’obesità, interferiscono negativamente con la corretta regolazione dell’asse riproduttivo. In questo contesto di delicate interazioni tra ambiente, stato metabolico e funzione riproduttiva, il tessuto adiposo assume un ruolo di raccordo, informando direttamente attraverso i suoi prodotti di secrezione le strutture cerebrali sullo stato delle risorse energetiche a disposizione. Tra le sostanze prodotte dal tessuto adiposo la leptina svolge un ruolo chiave non solo sul controllo dell’appetito ma anche sulla sfera riproduttiva, i cui centri ipotalamici di controllo risiedono in siti anatomici adiacenti a quelli della fame. In questo articolo saranno fornite delle indicazioni di carattere generale e pratico-clinico sulla fisiologia del tessuto adiposo e sulla valutazione dei parametri antropometrici al fine di identificare e saper interpretare correttamente situazioni di alterata composizione corporea connesse a disturbi della sfera riproduttiva.

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Andrea Lenzi

Sapienza University of Rome

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Antonio Aversa

University of Modena and Reggio Emilia

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Andrea M. Isidori

Sapienza University of Rome

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Emmanuele A. Jannini

University of Rome Tor Vergata

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Aldo Isidori

Sapienza University of Rome

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Aversa A

University of Rome Tor Vergata

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Carlotta Pozza

Sapienza University of Rome

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Cesare Carani

University of Modena and Reggio Emilia

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