Antonio Curci
University of Bologna
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Featured researches published by Antonio Curci.
Sezione di Museologia Scientifica e Naturalistica | 2018
Andrea Fiorini; Antonio Curci; Stefano Benazzi; Enza Elena Spinapolice
L’applicazione di nuove tecnologie in archeologia ed in generale nell’ambito dei beni culturali e un settore in continuo sviluppo ormai da molti anni. Sono moltissimi i convegni e le riviste dedicate alla sperimentazione di nuove strumentazioni, nuovi software e nuove tecniche che, provenienti per lo piu dal campo dell’ingegneria o dell’architettura, sono impiegate in settori legati alla ricerca archeologica e in particolare alla documentazione e all’archiviazione dei dati (Curci, Fiorini 2012). Il nostro Dipartimento negli ultimi anni ha investito molte energie soprattutto nell’ambito della documentazione 3D di contesti archeologici di diversi periodi cronologici (Curci 2013, Fiorini 2012a) e per la prima volta ha avviato tali attivita in un contesto di scavo paleolitico. Piante, sezioni e prospetti rientrano nella normale documentazione analitica di ogni scavo stratigrafico. Il disegno manuale e pero caratterizzato da una forte componente di soggettivita e da un consistente apporto di schematizzazione formale. Con il rilievo manuale, inoltre, non e possibile registrare in modo esaustivo la componente tridimensionale di strati e manufatti archeologici. Oggi, grazie all’evoluzione dell’informatica, e possibile superare questi limiti adottando un rapido e potente mezzo di documentazione: la modellazione tridimensionale. Con questa tecnica si ottengono copie percettivamente isomorfe dell’oggetto, dal quale si possono ricavare le quote di qualsiasi punto della sua superficie, i profili (piante, sezioni e prospetti) e le ortofoto (per ricavare informazioni dimensionali e disegni). Nel sito di Uluzzo (Fig. 1), che e diretto da Enza Elena Spinapolice (Universita di Roma “La Sapienza”) in collaborazione con Stefano Benazzi (Universita di Bologna, Dipartimento di Beni Culturali) e chi scrive (Universita di Bologna, Dipartimento di Storia Culture Civilta), il deposito archeologico e il suo contesto sono stati modellati con Agisoft PhotoScan a partire da immagini fotografiche acquisite sul campo con un’asta telescopica oppure a mano libera (Fig. 2). Ma non e tutto. Il contesto archeologico e costituito da una massa di informazioni connesse da reti di complesse relazioni spaziali e semantiche, che solo con una ricerca appropriata possono essere individuate, descritte, codificate ed utilizzate nella fase di interpretazione (Cattani, Fiorini 2004). Pertanto, e indispensabile operare una documentazione sempre piu sofisticata del contesto archeologico e controllare questa enorme quantita di dati tramite una piattaforma GIS. A Uluzzo i dati di scavo, compresi i modelli 3D, sono stati archiviati all’interno del software Esri ArcGIS. Per quanto riguarda gli strumenti per la registrazione dei dati sul campo, oltre ai tradizionali supporti cartacei, si e fatto un largo utilizzo di tablet PC (Apple iPad Pro). Questo dispositivo e stato utilizzato a supporto di varie attivita, in particolare rilevamenti topografici, fotogrammetrici e stratigrafici. Utilissimo, ad esempio, per annotare direttamente sulle immagini i perimetri delle US e i punti misurati con la Total Station (Fiorini 2012b).
Anthropozoologica | 2013
Elena Maini; Antonio Curci
ABSTRACT The presence of animal bones in human graves may often represent the ritual deposition of alimentary offerings for the dead. In fact, several ancient cultures believed in the perpetuation of earthly life activities and necessities in the afterlife. This essay presents the methodological aspects and the results of the archaeozoological analyses carried out on the 39 graves examined so far in the Etruscan-Celtic necropolis of Monterenzio Vecchio (Bologna, Northern Italy). The study of the animal bone remains points to a very high standardization of meat offering preparatory practices and their presentation inside the graves. The meat portions were always composed of a few adjoining ribs from a single young porker (Sus domesticus). The distribution of the bone remains and the lack of manifest stripping traces on the surface, in spite of evidence for meat cooking, exclude any possible interpretation of these findings as refuse from a hypothetical funerary banquet. The spatial and functional correlation between data from faunal and taphonomic analyses, the burial features and grave goods denote obvious symbolic connotations related to funerary rituals. The generalized presence in the Monterenzio Vecchio graves of highly standardized alimentary offerings, generally placed in funerary pottery, seems to demonstrate the existence of a well-defined “food of the dead”.
Anthropozoologica | 1998
Antonio Tagliacozzo; Antonio Curci; Bruno Compagnoni
Journal of Archaeological Research | 2018
Nicolò Marchetti; Ivana Angelini; Gilberto Artioli; Giacomo Benati; Gabriele Bitelli; Antonio Curci; Gustavo Marfia; Marco Roccetti
Sezione di Museologia Scientifica e Naturalistica | 2016
Antonio Curci; Italo Maria Muntoni; Anna Pizzarelli
Sezione di Museologia Scientifica e Naturalistica | 2016
Elena Maini; Antonio Curci
Sezione di Museologia Scientifica e Naturalistica | 2015
Antonio Curci; Maria Domenica Brescia
Archive | 2015
Antonio Curci
Archive | 2013
Nabiha Aouadi; Yosra Dridi; Elena Maini; Antonio Curci; Beya Mannaï-Tayech; Jean-Philip Brugal
Rivista di studi liguri | 2011
Antonio Curci; Maria Cristina De Angelis; Adriana Moroni Lanfredini; Simona Padoanello; Antonio Tagliacozzo