C. Calciolari
University of Verona
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Featured researches published by C. Calciolari.
Radiologia Medica | 2010
Giovanni Carbognin; V. Girardi; C. Calciolari; A. Brandalise; Franco Bonetti; A Russo; R. Pozzi Mucelli
PurposeTo assess the utility of second-look ultrasound (US) for identifying and characterising incidental enhancing lesions detected by breast magnetic resonance imaging (MRI).Materials and methodsFrom among 655 consecutive breast MRI studies, 62 lesions (MRI visible, nonpalpable, occult at first-look US and mammography) were recommended for second-look US. MRI enhancement of lesions was mass-like in 59 cases (95%) and non-mass-like in three (5%). Forty-two lesions (68%) were ≤10 mm; only three lesions (5%) were >20 mm. Of all lesions, the Breast Imaging Reporting and Data System (BI-RADS) MRI category was highly suggestive of malignancy in six cases (10%), suspicious abnormality in 33 (53%) and probably benign in 23 (37%). The correlation between MRI lesion appearance, lesion size, histopathology findings and detection rate at second-look US were analysed. The reference standard was histopathology and/or follow-up (range 18–24 months). Statistical analysis was performed with the Fisher exact test.ResultsSecond-look US identified 44 out of 62 (71%) lesions depicted at MRI. The detection rate at second-look US was higher for mass-like MRI lesions (75%) than nonmass-like lesions (0%), for lesion size >10mm (90%) and for BI-RADS 4 lesions (88%). Second-look US-guided biopsy detected 12 out of 17 (71%) malignant lesions. There was no correlation between the likelihood of carcinoma and the presence of a sonographic correlate.ConclusionsSecond-look US is a reliable problemsolving tool in identifying and characterising most incidental MRI findings. It contributes to accurately selecting the cases in which MRI-guided biopsy is required.RiassuntoObiettivoLo scopo del lavoro è stato verificare l’utilità del second look ecografico nella identificazione e nella tipizzazione delle lesioni incidentali alla risonanza magnetica (RM) mammaria.Materiali e metodiÈ stata effettuata un’analisi retrospettiva di 62 lesioni identificate incidentalmente dalla RM, non palpabili e occulte alla mammografia ed ecografia espletate prima della RM. L’impregnazione delle lesioni era tipo massa in 59 casi (95%) e non massa in 3 casi (5%). Quarantadue lesioni (68%) erano ≤10 mm; solo 3 lesioni (5%) erano >20 mm. Il grado di sospetto RM era alla classificazione breast imaging reporting and data system (BI-RADS) 5 in 6 casi (10%), BI-RADS 4 in 33 casi (53%), BI-RADS 3 in 23 casi (37%). Le lesioni RM con corrispettivo reperto al second look ecografico sono state analizzate riguardo: aspetto RM, dimensioni, sospetto radiologico, diagnosi istologica. Il gold standard è stato l’esame patologico o il follow-up clinico e strumentale a 24 mesi. I risultati sono stati analizzati con il test statistico di Fisher (significatività: p<0,05).RisultatiIl second look ecografico ha identificato 44/62 (71%) lesioni incidentali alla RM mammaria. Il numero di lesioni identificate con il second-look è stato superiore in caso di impregnazione di tipo massa (75%), lesioni con dimensioni >10 mm (90%) e con BI-RADS 4 (88%). Dodici/44 (27%) lesioni identificate dal second look ecografico erano maligne e 5/18 (27%) lesioni prive di traduzione ecografica erano maligne. Il prelievo guidato dal second look ecografico ha caratterizato 12/17 (71%) lesioni maligne.ConclusioniIl second look ecografico è una valida metodica nel management delle lesioni identificate incidentalmente dalla RM mammaria in quanto consente l’identificazione e la caratterizzazione della maggioranza di esse e l’accurata selezione di quelle da avviare a procedure RM-guidate.
Radiologia Medica | 2010
Andrea Sandri; Giovanni Carbognin; Dario Regis; Diego Gaspari; C. Calciolari; V. Girardi; Giancarlo Mansueto; Pietro Bartolozzi
PurposeThe aim of this study was to assess retrospectively the safety and efficacy of combined radiofrequency (RF) and kyphoplasty (KP) in managing painful osteolytic metastases to vertebral bodies resistant to conservative treatments.Materials and methodsEleven patients (9 women and 2 men; mean age 68 years; age range 58–82) with painful osteolytic vertebral body metastases unresponsive to conservative treatments underwent RF combined with KP under general anaesthesia. Primary neoplasms were kidney carcinoma (n=1), breast carcinoma (n=1), thyroid carcinoma (n=2) and multiple myeloma (n=7). Lesion levels were cervical (n=1), thoracic (n=9) and lumbar (n=1). Combined RF and KP was well-tolerated by all patients. The procedures were performed using fluoroscopic guidance and intraoperative neurophysiology monitoring. Pain relief with the visual analogue scale (VAS) pain score and analgaesic consumption were evaluated before and after treatment.ResultsNo complication occurred. In one case, we observed an asymptomatic cement leakage. Pain significantly decreased after treatment: the mean VAS pain score before treatment was 8 (range 7–10) vs. 1.8 (range 0–3) and 1.9 (range 1–3), respectively, 72 h and 6 weeks after the treatment. Analgaesic reduction was achieved in all patients.ConclusionsRF combined with KP represents a potential alternative method for palliation of painful spinal osteolytic metastases in selected patients. The procedures are safe and provide pain relief with bone augmentation and improvement in quality of life.RiassuntoObiettivoScopo di questo studio è stato valutare retrospettivamente la sicurezza e l’efficacia dell’utilizzo combinato di radiofrequenza (RF) e cifoplastica (CP) per il trattamento del dolore correlato a lesioni osteolitiche metastatiche del corpo vertebrale resistente ai trattamenti conservativi standard.Materiali e metodiUndici pazienti (9 donne e 2 uomini), con età media di 68 anni (range 58–82), affetti da metastasi osteolitiche del soma vertebrale associate a dolore resistente ai trattamenti conservativi standard, sono stati sottoposti all’utilizzo combinato di RF e CP in anestesia generale. Le neoplasie primitive erano di origine renale (n=1), mammaria (n=1), tiroidea (n=2), e mielomatosa (n=7). Il livello della lesione era cervicale (n=1), toracico (n=9) e lombare (n=1). La procedura combinata di RF e CP è stata ben tollerata da tutti i pazienti. Le procedure sono state eseguite con l’ausilio dell’amplificatore di brillanza e del monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio. La riduzione del dolore, considerata secondo la scala analogica del dolore (VAS), e l’assunzione di farmaci analgesici, sono stati valutati prima del trattamento, dopo 72 ore e a 6 settimane dalla procedura.RisultatiNon si sono verificate complicazioni. Il dolore è significativamente diminuito dopo il trattamento: il valore medio era di 8 (range 7–10) prima del trattamento, passando a 1,8 (range 0–3) 72 ore dopo il trattamento e quindi a 1,9 (range 1–3) a 6 settimane dalla procedura. La riduzione nell’assunzione di farmaci analgesici è stata documentata in tutti i pazienti.ConclusioniL’utilizzo combinato di RF e CP rappresenta una potenziale alternativa di trattamento palliativo per le lesioni osteolitiche metastatiche del corpo vertebrale in pazienti selezionati. La procedura si dimostra sicura, permettendo di ottenere una significativa riduzione del dolore, un effetto di stabilizzazione del corpo vertebrale ed un miglioramento della qualità di vita.
Radiologia Medica | 2009
Giovanni Carbognin; Andrea Sandri; V. Girardi; Dario Regis; C. Calciolari; Giancarlo Mansueto; Pietro Bartolozzi; R. Pozzi Mucelli
The authors propose a minimally invasive procedure for treating type-A3 amyelic thoracolumbar fractures according to Magerl classification (compression burst fractures). The procedure, percutaneous kyphoplasty, allows the fracture to be reduced and vertebral height to be restored by injecting bone cement into a cavity created in the vertebral body by an inflatable balloon introduced with the percutaneous approach. Four patients were successfully treated, with clinical and functional benefit in all cases. There were no complications.RiassuntoPer il trattamento delle fratture vertebrali toraco-lombari amieliche del tipo A3 secondo Magerl (fratture da scoppio prodotte per meccanismo compressivo), gli autori propongo una procedura mini-invasiva, la cifoplastica percutanea che mediante iniezione di cemento osseo in una cavità creata nel corpo vertebrale da un palloncino espansibile introdotto con approccio percutaneo consente la riduzione della frattura, il ripristino dell’altezza del corpo vertebrale. Sono stati trattati 4 pazienti con beneficio clinico e funzionale in tutti i casi. Non sono state rilevate complicanze.
Radiologia Medica | 2010
Andrea Sandri; Giovanni Carbognin; Dario Regis; Diego Gaspari; C. Calciolari; V. Girardi; Gian Carlo Mansueto; Pietro Bartolozzi
Radiologia Medica | 2010
Giovanni Carbognin; C. Calciolari; V. Girardi; Luigi Camera; Gian Paolo Pollini; Roberto Pozzi Mucelli
Radiologia Medica | 2010
Giovanni Carbognin; V. Girardi; C. Calciolari; A. Brandalise; Franco Bonetti; A Russo; Roberto Pozzi Mucelli
Clinical Imaging | 2010
Giovanni Carbognin; C. Calciolari; V. Girardi; Luigi Camera; Giovanni Paolo Pollini; R. Pozzi Mucelli
Radiologia Medica | 2009
Giovanni Carbognin; Andrea Sandri; V. Girardi; Dario Regis; C. Calciolari; Gian Carlo Mansueto; Pietro Bartolozzi; Roberto Pozzi Mucelli
European Radiology | 2009
A Russo; Giovanni Carbognin; C. Calciolari; Girardi; R. Pozzi Mucelli
43° congresso Nazionale SIRM | 2008
A Russo; Giovanni Carbognin; Girardi; C. Calciolari; M. Tonegutti; Roberto Pozzi Mucelli