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Featured researches published by Silvia Martinelli.


Metabolism-clinical and Experimental | 2014

Identification of a novel mutation in the polymerase delta 1 (POLD1) gene in a lipodystrophic patient affected by mandibular hypoplasia, deafness, progeroid features (MDPL) syndrome ☆

Caterina Pelosini; Silvia Martinelli; Giovanni Ceccarini; Silvia Magno; Ilaria Barone; Alessio Basolo; Paola Fierabracci; Paolo Vitti; Margherita Maffei; Ferruccio Santini

OBJECTIVE Progressive lipodystrophy is one of the major features of the rare MDPL syndrome. Until now, 9 patients affected by this syndrome have been described and a recent study identified in 4 of them an in-frame deletion (Ser605del) of a single codon in the POLD1 gene. Sequence alterations of the POLD1 gene at different sites have been previously reported in human colorectal and endometrial carcinomas. MATERIALS/METHODS A 48-year-old woman was admitted to our department for the assessment of a previously diagnosed lipodystrophy. She did not report a family history of diabetes or other metabolic disorders. Hypertriglyceridemia was diagnosed incidentally when she was 25years old. At that time she was also diagnosed with sensorineural bilateral hearing loss. At physical examination she presented lipoatrophy affecting nearly the entire body, mandibular hypoplasia, bird-like face, beaked nose, progeroid facial features, with crowded teeth, small mouth and uvula. Abdominal ultrasound showed hepatomegaly and hepatosteatosis. Fat mass index measured with DXA was 4.59kg/m(2), indicating a fat deficit; the oral glucose tolerance test showed an impaired glucose tolerance. RESULTS Sequence analysis of the entire coding region of the POLD1 gene, disclosed a novel heterozygous mutation in exon 13 (R507C). CONCLUSION The MDPL patient herein described harbors a novel mutation in the exonuclease domain of POLD1. This new variant provides further evidence for a role of POLD1 in the pathogenesis of MDPL. The mechanisms that link changes at various sites of the protein with different diseases remain to be clarified.


Acta Diabetologica | 2011

Description of an AGPAT2 pathologic allelic variant in a 54-year-old Caucasian woman with Berardinelli-Seip syndrome

Caterina Pelosini; Silvia Martinelli; Brunella Bagattini; Enrico Pucci; Paola Fierabracci; Giovanna Scartabelli; Guido Salvetti; Paolo Vitti; Margherita Maffei; Aldo Pinchera; Ferruccio Santini

A 54-year-old Italian female patient was admitted to our Department with the diagnosis of type 2 diabetes poorly controlled with insulin therapy. The patient was born by consanguineous parents (first degree cousins); she had acromegaloid features, diffuse lipoatrophy and muscular pseudo-hypertrophy since childhood. To confirm the clinical hypothesis of congenital generalized lipodystrophy (CGL) or Berardinelli-Seip syndrome, the sequences of AGPAT2 (encoding for 1-acyl-sn-glycerol-3-phosphate acyltransferase beta) and BSCL2 (encoding for seipin) candidate genes were analyzed. DNA analysis showed the presence of a homozygous mutation in exon 3 of the AGPAT2 gene (P112L). This is the first description of a Caucasian subject with CGL who carries the pathologic allelic variant P112L of the AGPAT2 gene.


L’Endocrinologo | 2012

Persistenza a lungo termine degli adattamenti ormonali al calo ponderale

P. Sumithran; L. A. Prendergast; E. Delbridge; K. Purcell; A. Shulkes; A. Kriketos; J. Proietto; Paola Fierabracci; Silvia Martinelli

noma ipofisario: tuttavia va tenuto presente che la prognosi di questi pazienti non dipende solo dal risultato chirurgico iniziale e il followup va proseguito a vita perché spesso questi pazienti manifestano una ripresa della malattia. Gli elementi di particolare interesse di questa meta-analisi sono stati: a) i pazienti con NS mostrano una minore radicalità dell’intervento: questo risultato può dipendere dalle dimensioni dell’adenoma, che sono spesso molto voluminose: in questi casi l’asportazione radicale è più difficile; b) i pazienti con P mostrano una percentuale elevata di recidiva: questo dato va messo in relazione al fatto che i pazienti con P sottoposti ad intervento sono una minoranza, sono quelli con caratteristiche biochimiche di resistenza al trattamento con dopaminergici e quindi possono avere una crescita più tumultuosa e meno facilmente controllabile; c) i pazienti con C presentano un’elevata percentuale di ipopituitarismo iatrogeno: questo dato può dipendere dalla maggiore radicalità richiesta al neurochirurgo per asportare l’adenoma ACTH secernente; d) la recidiva è più frequente nei primi 5 anni dopo l’intervento: comunque le recidive si possono osservare anche dopo periodi molto più lunghi (>10 anni).


L’Endocrinologo | 2012

Adipogenesi del tessuto adiposo bruno inducibile nel grasso sovraclaveare umano

P. Lee; M. M. Swarbrick; J. T. Zhao; K. K. Ho; Paola Fierabracci; Silvia Martinelli

2 erano positivi alla PET-CT per la presenza del BAT a livello sovraclaveare (PET+). L’analisi istologica e molecolare rivelava una quantità maggiore del BAT nei pazienti PET+. Tuttavia in tutti i soggetti studiati, indipendentemente dal risultato della PET-TC, le cellule fibroblast-like isolate dal grasso sovraclaveare si differenziavano in vitro e uniformemente in adipociti contenenti gocce lipidiche multilobulate che esprimevano elevati livelli di UCP1, anche se in quantità maggiori nelle cellule dei soggetti PET+. Il tempo richiesto dall’inoculazione allo sviluppo di cellule fibroblast-like era di circa 32-34 giorni nei pazienti PET+ e di 40-42 giorni in quell i PET–, mentre i l tempo necessario per raggiungere la differenziazione completa era di 7 giorni, indipendentemente dallo stato PET. Comunque il fenotipo finale era identico nei pazienti PET+ e PET–, e corrispondeva agli adipociti bruni maturi. Le cellule isolate dal tessuto adiposo sottocutaneo mostravano caratteristiche morfologiche simili a quelle del grasso sovraclaveare. Tuttavia, poste nello stesso terreno di coltura e studiate in parallelo con le altre, non riuscivano a proliferare o ad esprimere la proteina UCP1. Gli autori hanno pertanto dimostrato che i preadipociti isolati dal grasso sovraclaveare sono capaci di differenziarsi in adipociti bruni in vitro, indipendentemente dallo stato evidenziato alla PET. I risultati dello studio di Lee e coll. possono comportare importanti implicazioni cliniche. In particolare, l’inducibilità in vitro degli adipociti bruni maturi suggerisce la possibilità di attivare in vivo i precursori; è già nota la possibile inducibilità da parte dell’esposizione cronica al freddo, che rappresenta un modello per studiare i fattori chiave della regolazione della differenziazione dei preadipociti nei sottotipi bianco o bruno. Sarebbe fondamentale dal punto di vista clinico e terapeutico estendere lo studio ad una più ampia casistica, per definire il rapporto tra presenza di grasso bruno, età dei soggetti, distribuzione del tessuto adiposo e indice di massa corporea.


L’Endocrinologo | 2008

Feocromocitoma maligno: imaging integrato

Silvia Martinelli; Marenza Leo; Edda Vignali; Claudio Giani; Claudio Marcocci; Aldo Pinchera

Un uomo di 55 anni veniva sottoposto ad intervento di surrenectomia destra nell’ottobre 2006 per feocromocitoma monolaterale di 9 cm di diametro. L’esame istologico segnalava la presenza di invasione microvascolare. A 3 mesi dall’intervento le metanefrine urinarie risultavano nella norma ed alla TC non vi era evidenza di persistenza e/o recidiva di malattia. I successivi controlli clinici, biochimici e di imaging risultavano negativi o nella norma fino a maggio 2008 quando, per comparsa di tachiFeocromocitoma maligno: imaging integrato


Obesity Surgery | 2011

Prevalence of Endocrine Diseases in Morbidly Obese Patients Scheduled for Bariatric Surgery: Beyond Diabetes

Paola Fierabracci; Aldo Pinchera; Silvia Martinelli; Giovanna Scartabelli; Guido Salvetti; Monica Giannetti; Andrea Pucci; Giulia Galli; Ilaria Ricco; Giorgia Querci; Teresa Rago; Claudio Di Salvo; Marco Anselmino; Paolo Vitti; Ferruccio Santini


Obesity Surgery | 2012

Serum insulin-like growth factor-1 concentrations are reduced in severely obese women and raise after weight loss induced by laparoscopic adjustable gastric banding.

Giulia Galli; Aldo Pinchera; Paolo Piaggi; Paola Fierabracci; Monica Giannetti; Giorgia Querci; Giovanni Scartabelli; Luca Manetti; Giovanni Ceccarini; Silvia Martinelli; Claudio Di Salvo; Marco Anselmino; Fausto Bogazzi; Alberto Landi; Paolo Vitti; Margherita Maffei; Ferruccio Santini


L’Endocrinologo | 2013

Miglioramento dei parametri farmacocinetici dell’assorbimento della levotiroxina dopo chirurgia bariatrica

M. Gkotsina; M. Michalaki; I. Mamali; G. Markantes; G. C. Sakellaropoulos; F. Kalfarentzos; A. G. Vagenakis; K. B. Markou; Silvia Martinelli; Paola Fierabracci


L’Endocrinologo | 2011

“Trasformazione” fenotipica da tessuto adiposo bianco a tessuto adiposo bruno mediante attivazione genetica ed ambientale dell’asse ipotalamo-adipocita

L. Cao; E. Y. Choi; X. Liu; A. Martin; C. Wang; X. Xu; M. J. During; Paola Fierabracci; Silvia Martinelli; Gaia Scabia


L’Endocrinologo | 2011

Ridistribuzione del tessuto adiposo dopo liposuzione: difesa del grasso corporeo e modalità di ripristino

T. L. Hernandez; J. M. Kittelson; C. K. Law; L. L. Ketch; N. R. Stob; R. C. Lindstrom; A. Scherzinger; E. R. Stamm; R. H. Eckel; Paola Fierabracci; Silvia Martinelli

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