Network


Latest external collaboration on country level. Dive into details by clicking on the dots.

Hotspot


Dive into the research topics where Stefano Bertola is active.

Publication


Featured researches published by Stefano Bertola.


Sezione di Museologia Scientifica e Naturalistica | 2018

La più antica occupazione tardoglaciale nelle Dolomiti Bellunesi: primi dati dal sito epigravettiano di Casera Staulanza (Val di Zoldo, BL)

Federica Fontana; Davide Visentin; Stefano Bertola; Alice Soncin; Michele Bassetti; Paolo Mozzi; Carlo Giovanni Sangiorgi; Maria Chiara Turrini

The most ancient Late Glacial occupation of the Belluno Dolomites: first data from the open-air Epigravettian site of Casera Staulanza (Val di Zoldo, BL)


Sezione di Museologia Scientifica e Naturalistica | 2018

Novità sul Mesolitico dell’Italia settentrionale: gli ultimi cacciatori-raccoglitori di pianura e il caso-studio dell’area delle Sorgenti del Sile

Federica Fontana; Davide Visentin; Paolo Mozzi; Tiziano Abbà; Stefano Bertola; Daniele Guerra; Chiara Scarazzato

Something new on the Mesolithic of Northern Italy: the last hunter-gatherers of the plain and the case-study of the river Sile spring area


Sezione di Museologia Scientifica e Naturalistica | 2018

Industrie litiche Musteriane nella sequenza loess-paleosuoli di Monte Netto (Brescia)

Davide Delpiano; Stefano Bertola; Mauro Cremaschi; Marco Peresani; Andrea Zerboni

I depositi loessici del nord Italia sono archivi paleoambientali ben rappresentativi per l’area padano-alpina e di importanza chiave poiche ben databili con metodi radiometrici. In piu, in molti casi le sequenze includono suoli con materiali archeologici, prove dirette di un antico popolamento umano della zona, che possono essere messi in relazione alle alterne fasi climatiche che caratterizzano il Pleistocene medio e superiore. E il caso ben noto delle coltri di loess presenti nel pedeappennino Emiliano-Romagnolo, ricche di industrie litiche e soggette a ripetute indagini stratigrafiche ed archeologiche (Cremaschi et alii 2015). Meno noto e il caso del Monte Netto, rilievo isolato di natura tettonica nella Pianura Padana, posto a circa 8 km a SW di Brescia e ricoperto da sedimenti loessici; e qui segnalato il rinvenimento di reperti litici non pienamente in contesto fin dagli anni 70 (Cremaschi 1974), ma solo ultimamente la collina e stata interessata da nuove indagini che hanno permesso di definire le fasi di sedimentazione eolica, lo sviluppo di paleosuoli e di ottenere datazioni in luminescenza (OSL) della sequenza (Zerboni et alii 2015); durante le indagini sono stati ritrovati alcuni manufatti in pietra scheggiata, riferibili a due distinte occupazioni molto lontane nel tempo (Fig. 1). L’esame dei reperti stratigraficamente piu alti, numericamente piu consistenti e coperti da un deposito loessico datato 44.4 ± 4.5 ky, rivela un’adozione pressoche esclusiva del metodo di scheggiatura Levallois orientato principalmente all’ottenimento di prodotti allungati e con margini taglienti rettilinei e paralleli (Fig. 2). Il buon numero di strumenti ritoccati (1/3 del totale) si riferisce a raschiatoi semplici o doppi confezionati su questo tipo di supporti o raschiatoi trasversali su schegge Levallois corte. I reperti provenienti dalla porzione basale della sequenza stratigrafica, probabilmente riferibile al MIS5, sono troppo pochi per avanzare considerazioni tipologiche. Tuttavia un’analisi delle materie prime mostra un netto cambiamento: in un primo momento vi e lo sfruttamento di quarziti, mentre nella fase tarda viene utilizzata una vasta gamma di selci provenienti dalla formazione del Medolo, della Maiolica e del Gruppo Selcifero Lombardo. Alla luce di questi dati, confronti diretti emergono con la fase finale del Paleolitico medio indagata nella vicina regione veneta; in particolare, in un contesto differente per occupazione del sito e disponibilita di materie prime, a soli 60 km di distanza in linea d’aria si apre la cavita di Grotta di Fumane la cui sequenza racchiude livelli analoghi per cronologia e comportamento tecnologico (Peresani et alii 2013, in press ). In definitiva, i pochi manufatti di Monte Netto sono tuttavia significativi nel contesto del comportamento tecnologico degli ultimi Neandertal dell’area padana, in cui emerge sistematicamente la tendenza ad ottenere supporti laminari.


Sezione di Museologia Scientifica e Naturalistica | 2018

Il sito gravettiano di Piovesello sullo spartiacque dell’Appennino settentrionale. Risultati da un’indagine geoarcheologica, archeobotanica, palinologica e archeologica.

Marco Peresani; Cesare Ravazzi; Roberta Pini; Davide Margaritora; Arianna Cocilova; Davide Delpiano; Stefano Bertola; Lorenzo Castellano; Fabio Fogliazza; Gabriele Martino; Cristiano Nicosia; Patrick Simon

Gli insediamenti gravettiani dell’Europa sono tradizionalmente considerati come l’espressione della capacita di adattamento a condizioni climatiche rigide e talvolta estreme (Bocquet-Appel et al., 2005). Nell’Europa meridionale, climi piu miti hanno tuttavia permesso di mantenere il popolamento di vaste regioni e di creare le condizioni per una sostenibilita della frequentazione antropica di aree marginali (Willis et al., 2000), come il margine della pianura padana settentrionale e lo spartiacque appenninico. L’influenza del clima mediterraneo ha quindi favorito la resilienza dei gruppi di cacciatori-raccoglitori e permesso loro di mantenere reti di scambio su lunga distanza. Il settore piu settentrionale degli Appennini, ritenuto un’area priva di ritrovamenti, e stato la cornice di una recente indagine effettuata sul sito Gravettiano antico del Piovesello, localizzato a 870 m di quota sullo spartiacque ligure-emiliano (Peresani et al ., 2016). Ricognizioni di superficie e attivita di scavo programmato hanno permesso di indagare una paleosuperficie con manufatti litici in posizione primaria sigillati da una serie di colluvi limosi. L’integrazione di date radiocarbonio, analisi palinologiche e antracologiche ha concorso a ricostruire il paleoambiente dell’area circostante, dimostrando che il sito doveva trovarsi al di sopra del limite della foresta, in un ambiente semidesertico con vegetazione petrofitica, in prossimita delle fronti glaciali in corso di culminazione durante il GS5 (Peresani et al., in stampa). Le tracce della frequentazione umana si rivelano piuttosto effimere e sono legate all’utilizzo di strutture di combustione e alla produzione di manufatti litici, realizzati anche su materie prime provenienti dalla Francia meridionale. Nel loro insieme, le evidenze del Piovesello permettono di approfondire le conoscenze sulkle strategie messe in opera dai gruppi gravettiani nel quadro del popolamento umano durante la glaciazione. Sul piano paleoecologico, i risultati di questo studio assumono anche nuove implicazioni per la storia della biogeografia delle piante petrofile e dei loro relitti nell’Appennino settentrionale.


L'Italia tra 15.000 e 10.000 anni fa cosmopolitismo e regionalità nel tardoglaciale | 2005

L'Epigravettiano recente nell'area prealpina e alpina orientale

Stefano Bertola; Alberto Broglio; P. F. Cassoli; Cristina Cilli; Anna Cusinato; Giampaolo Dalmeri; Mirco De Stefani; Ivana Fiore; Federica Fontana; Giacomo Giacobini; Antonio Guerreschi; Fabio Gurioli; Cristina Lemorini; Jérémie Liagre; Giancarla Malerba; Cyril Montoya; Marco Peresani; Antonio Rocci Ris; Patrizia Rossetti; Antonio Tagliacozzo; Sara Ziggiotti


PREISTORIA ALPINA | 2013

La diffusione del primo Aurignaziano a sud dell’arco alpino

Stefano Bertola; Alberto Broglio; Emanuela Cristiani; Mirco De Stefani; Fabio Gurioli; Fabio Negrino; Marian Vanhaeren; Matteo Romandini


Bollettino della Società italiana di biologia sperimentale | 2012

Lithic Technical Systems in the first part of the Late Glacial at Riparo Tagliente (Stallavena Di Grezzana, Verona)

Federica Fontana; M.G. Cremona; Stefano Bertola; L. Falceri; A. Gajardo; M. Ndyae; A. Neri; D. Visentin; Antonio Guerreschi


Preistoria alpina | 2004

Le risorse litiche dell' Altopiano di Folgaria e il loro utilizzo a Riparo Cogola

Anna Cusinato; Stefano Bertola


Préhistoire européenne | 1997

Hoarding unworked flints within humid microenvironments. New evidence from the mesolithic of the southern alps

Stefano Bertola; Giulio Di Anastasio; Marco Peresani


Quaternary International | 2016

Going off the beaten path? The Casera Lissandri 17 site and the role of the Cansiglio plateau on human ecology during the Early Sauveterrian in North-eastern Italy

Davide Visentin; Stefano Bertola; Sara Ziggiotti; Marco Peresani

Collaboration


Dive into the Stefano Bertola's collaboration.

Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Top Co-Authors

Avatar
Researchain Logo
Decentralizing Knowledge