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Featured researches published by Erica Moggio.


International Journal of Immunopathology and Pharmacology | 2010

Homocysteine, vitamin B12 and folic acid levels in psoriatic patients and correlation with disease severity.

Valeria Brazzelli; Vincenzo Grasso; Luisa Fornara; Erica Moggio; G. Gamba; Simona Villani; Giovanni Borroni

Hyperhomocysteinaemia represents an independent risk factor for atherosclerotic cardiovascular disease, stroke, peripheral arterial occlusive disease and venous thrombosis. Psoriasis is a chronic inflammatory skin disease associated with increased atherothrombosis and cardiovascular risk profile. The aim of this study is to investigate homocysteine, folic acid and vitamin B12 levels in a cohort of psoriatic patients and its relationship with the severity of the disease. A retrospective observational study in 98 patients with chronic plaque psoriasis and 98 healthy controls was performed. Total plasma homocysteine level, folic acid, vitamin B12 and PASI index were assessed in every patient. Patients with psoriasis had plasma homocysteine levels higher than controls (57% of cases and 25% of controls; p<0.0001). Folic acid and vitamin B12 plasma levels were lower in psoriatic patients than in controls (p = NS), lower levels of vitamin B12 were found in patients with hyperhomocysteinaemia compared to patients with a normal value of homocysteine (p = 0.0009). The severity of psoriasis assessed according to PASI (19.51±16.26) did not directly correlate either with higher levels of homocysteine or with vitamin B12 and folic acid plasma levels. In conclusion, a significantly higher prevalence of hyperhomocysteinaemia was found in psoriatic patients compared to healthy controls. A significant correlation between hyperhomocysteinaemia and lower vitamin B12 levels, but not folic acid, was evidenced. On the contrary, our data do not correlate the high level of homocysteine with higher PASI scores or psoriasis type, suggesting that homocysteine level can be considered an independent risk factor in psoriatic patients.


Photodermatology, Photoimmunology and Photomedicine | 2012

Photoinduced dermatitis and oral lichenoid reaction in a chronic myeloid leukemia patient treated with imatinib mesylate

Valeria Brazzelli; F. Muzio; Giambattista Manna; Erica Moggio; Camilla Vassallo; Ester Orlandi; Giacomo Fiandrino; Marco Lucioni; Giovanni Borroni

Imatinib mesylate (IM) is a phenylaminopyrimidine that represents the first‐line treatment for chronic myeloid leukemia (CML), Philadelphia chromosome‐positive. It acts as a potent and selective inhibitor of the bcr‐abl fusion protein by a competitive inhibition at the adenosine triphosphate‐binding site of the enzyme, which leads to the inhibition of tyrosine phosphorylation of the proteins involved in bcr‐abl signal transduction. IM is generally well tolerated and usually provokes only mild side effects consisting of nausea, myalgia, edema and muscle cramps.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2011

Ciclosporina-A e week-end therapy nella psoriasi a placche: la nostra esperienza

Giorgia Ronzi; Erica Moggio; Vincenzo Grasso; Gloria Roveda; Andrea Carugno; Arianna Alborghetti; Giambattista Manna; Luisa Fornara; Riccardo Borroni; Raffaello Cananzi; Valeria Brazzelli

L’efficacia della Ciclosporina-A (CsA) nel trattamento della psoriasi e nota da 30 anni. La sua maggiore limitazione e pero correlata al rischio di eventi avversi quali l’ipertensione arteriosa e l’alterazione della funzionalita renale che sembrerebbero non solo dose-dipendenti ma anche proporzionali alla durata della terapia. Pertanto, la possibilita di formulare uno schema di trattamento in grado di controllare efficacemente le manifestazioni cliniche nel lungo termine con un profilo di sicurezza accettabile risulta sempre piu importante al fine di migliorare la qualita della vita dei pazienti affetti da psoriasi. Scopo del nostro studio e la valutazione di una terapia con CsA somministrata solo due giorni alla settimana da protrarre su lunghi periodi per il controllo delle recidive di psoriasi. Il nostro studio prende spunto dalla week-end therapy che si e dimostrata efficace nel mantenimento della remissione a lungo termine ed e stata ben tollerata da tutti i pazienti considerati.


The Journal of Rheumatology | 2009

Multidisciplinary focus on methotrexate in psoriatic disesase.

Antonio Marchesoni; Massimo Ricci; Erica Moggio; Valeria Brazzelli; Giovanni Borroni

The aim of this focus is to establish the role of methotrexate (MTX) in the treatment of psoriatic disease (PD). Despite the lack of hard evidence, MTX can be regarded as the nonbiological drug of choice for the treatment of peripheral psoriatic arthritis, although its effect on psoriatic dactylitis, enthesitis, and spondylitis needs to be further studied by means of well conducted clinical trials. MTX is effective in improving the skin involvement of PD, and can be used in moderate to severe psoriasis before starting a biological agent. Although rheumatologists consider it relatively safe in PD, dermatologists are very concerned about its toxicity and so, until more definite data are available, precautions should be taken to prevent MTX-induced liver fibrosis and cirrhosis.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2011

La terapia fotodinamica: indicazioni e controindicazioni. Esperienza della Clinica Dermatologica

Nicolò Rivetti; Andrea Carugno; Erica Moggio; Riccardo Borroni; Valeria Brazzelli

La terapia fotodinamica (PDT) e una forma di trattamento non chirurgico applicabile a diversi tipi di tumori non cutanei (tumori gastrointestinali, cerebrali, broncopolmonari, endometriali e vescicali) e ad alcuni tumori e lesioni pretumorali della cute. Il principio su cui si basa la PDT e quello di una reazione fotodinamica in grado di distruggere selettivamente le cellule tumorali, ovvero un processo chimico mediato dalla luce (processo foto-chimico) che prevede l’assorbimento della luce da parte di una sostanza fotosensibile e la successiva formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), in grado di distruggere la cellula nella quale si sono formati. Dalla fine degli anni ’90 la PDT cutanea e divenuta una valida opzione terapeutica per il dermatologo, e dopo il 2000 e entrata a far parte delle linee guida internazionali per il trattamento dei tumori cutanei non melanocitari (NMSC) quali la cheratosi attinica (AK), il carcinoma basocellulare superficiale (BCC), e recentemente anche il morbo di Bowen (BD). La tollerabilita e i vantaggi per il paziente in confronto alle altre terapie ablative chirurgiche e non chirurgiche sono notevoli. La selettivita per le cellule malate con risparmio del tessuto sano permette di avere una guarigione della lesione ulcerativa post-trattamento piu rapida, di mantenere la funzione della cute, e di ottenere un risultato esteticamente molto piu accettabile. Questi vantaggi sono particolarmente evidenti per le lesioni di ampie dimensioni o per lesioni multiple soprattutto al volto. Inoltre e utile per il trattamento di pazienti anziani o in scadenti condizioni generali o in terapia anticoagulante. In questo lavoro, presentiamo l’esperienza della Clinica Dermatologica della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia a distanza di circa un anno dall’introduzione della PDT per la terapia dei tumori cutanei non melanocitari: sono stati trattati 29 pazienti e, tenendo conto che alcuni soggetti presentavano piu di una lesione e che in uno stesso paziente potevano essere contemporaneamente presenti lesioni di natura diversa (BD, BCC e/o AK), sono stati nel complesso trattati 4 BD, 21 BCC e 52 AK. L’esperienza della Clinica Dermatologica conferma i dati riportati in letteratura sull’efficacia e i vantaggi di que-sto tipo di terapia: i risultati ottenuti sono piu che soddisfacenti con una remissione clinica delle lesioni trattate maggiore del 90% del totale delle lesioni. Gli eventi collaterali sono stati scarsi e caratterizzati da dolore o bru-ciore localizzato all’area trattata e da aumento della pressione arteriosa durante la procedura. In conclusione, la PDT si e rivelata una terapia efficace, nonche una valida alternativa nel trattamento dei NMSC.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2011

Pustolosi esantematica acuta generalizzata: una grave forma di reazione a farmaco

Francesca Bertoldo; Vincenzo Barbaccia; Erica Moggio; Olga Ciocca

La pustolosi esantematica acuta generalizzata (PEAG) e una grave forma di reazione a farmaco, caratterizzata da un’eruzione eritemato-edematosa con formazione di pustole superficiali sterili e non follicolari. Il quadro clinico puo, soprattutto all’esordio, risultare polimorfo, con difficolta nella diagnosi differenziale. Un uomo di 70 anni ha sviluppato una dermatite esfoliativa generalizzata in seguito ad assunzione di idrossiclorochina per artrite di recente insorgenza. L’esame istologico e risultato dirimente per la diagnosi differenziale, permettendo la diagnosi di PEAG, risolta rapidamente in seguito alla terapia con ciclosporina. Il rapporto fra PEAG e psoriasi pustolosa generalizzata iatrogena e discusso da molti Autori, per il legame in particolare fra PEAG e un possibile substrato psoriasico.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2010

Depigmentazione cutanea ed incanutimento in paziente pediatrico affetto da LLA e in terapia con Dasatinib

Vincenzo Barbaccia; Vincenzo Grasso; Erica Moggio; Marco Zecca; Franco Locatelli; Valeria Brazzelli

This article reports the case of a paediatric patient who experienced depigmentation of his hair, eyelashes and eyebrows, four-to-six weeks after initiating treatment with Dasatinib (BMS-354825, Sprycel®), a novel dual Bcr-Abl/Src family tyrosine kinase inhibitor for chronic myeloid leukaemia (CML). This case illustrates a previously unreported side-effect of Dasatinib that is most likely due to the drugs inhibition of the c-kit, Src family, and platelet-derived growth factor receptor-beta (PDGFR-beta) tyrosine kinases. Hair depigmentation has been shown to occur with disruption of the interaction between the c-kit ligand stem cell factor (SCF) with its class III receptor tyrosine kinase c-kit, localized on melanocytes’ surface. Further studies on cutaneous depigmentation as a side effect of multi-kinase inhibitors can provide useful informations on hair and melanocyte physiology.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2009

Micosi fungoide eritrodermica in paziente con infezione da virus dell’Epatite B (HBV): difficoltà terapeutiche

Marco Iacomucci; Giambattista Manna; Erica Moggio; Vincenzo Grasso; Luisa Fornara; Stefania Legoratto; Giorgia Ronzi; Laura Sangiovanni; Giorgio Barbarini; Luca Arcaini; Marco Lucioni; Valeria Brazzelli

We report the case of a 54 year-old man affected by erythrodermic Mycosis Fungoides (MF) and Hepatitis B Virus Infection (HBV) in which the multidisciplinary approach was decisive for diagnosis and therapy. Phototherapy with UVB narrow band combined with Entecavir and Alpha-interferon led the patient to the complete clinical remission of MF and to the normalization of hepatic enzymes.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2009

Le comorbilità nel paziente psoriasico: analisi di 203 pazienti

Giambattista Manna; Marco Iacomucci; Erica Moggio; Vincenzo Grasso; Annalisa De Silvestri; Raffaello Cananzi; Luisa Fornara; Giorgia Ronzi; Stefania Legoratto; Valeria Brazzelli

Psoriasis is a chronical dermatosis with a prevalence among 0.5 and 4.6%. The interest for its comorbidities is a current matter, especially because of the negative impact on some of the most important therapeutical options. The most common comorbidities are: psoriatic arthritis, depression, alcohol and tobacco abuse, obesity, hypertension, dyslipidemia, type 2 diabetes mellitus and cardiovascular pathologies (metabolic syndrome). The aim of this study is comparing different sub-populations of patients affected by psoriasis to point out different profiles of comorbidities among them and then determine those at higher risk by sex, age and severity of psoriasis. The study involves 203 patients affected by psoriasis (71 women and 132 men). Data about Psoriasis Area Severity Index (PASI), Body Mass Index (BMI), comorbidities, alcohol, tobacco and drugs consumption were collected from each patient. The results point out that patients affected by hypertension, hypertrigliceridemia, type 2 diabetes mellitus and psoriatic arthritis such as drinkers and obeses show higher PASIs, namely a more severe psoriasis. The influence of sex and age on comorbidities has also been evaluated. These results could support the hypothesis about a connection between psoriasis and comorbidities based on the pro-inflammatory cytokine network, which has a role on lipidic a glucidic metabolism, too. The most important cytokine in this network is TNFα. High levels of Angiotensin Converting Enzyme (ACE) in patients affected by psoriasis could explain, moreover, the link between psoriasis and hypertension. Finally the core of the interest about comorbidities is the question of therapeutical troubles that emerge when most severe patients are found to be the most affected by comorbidites. Comorbidites can prevent the use of systemic agents (which could be otherwise suitable in case of moderate-severe psoriasis) and the therapies for the comorbidities can also interact with the ones for psoriasis.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2009

Utilità del follow-up laboratoristico e strumentale in paziente affetto da psoriasi e artropatia trattato con etanercept

Valeria Brazzelli; Luisa Fornara; Rachele Ciccocioppo; F. Muzio; Vincenzo Grasso; Erica Moggio; Giambattista Manna; Raffaello Cananzi; Giorgia Ronzi

L’utilizzo sempre piu diffuso di farmaci biologici per il trattamento di patologie d’interesse dermatologico, reumatologico ed internistico, e la necessita di una stretta sorveglianza del quadro clinico dei pazienti in terapia con tali farmaci, porta ad una stretta collaborazione multidisciplinare. Riportiamo il caso di un paziente affetto da psoriasi ed artropatia psoriasica in trattamento con Etanercept (ENBREL ® ), in cui l’attenta valutazione della sintomatologia soggettiva ha permesso, mediante un approccio polispecialistico, di individuare la presenza di un carcinoide gastrico di tipo I in un quadro di gastrite cronica atrofica.

Collaboration


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