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Dive into the research topics where Anna Chiara Malvezzi is active.

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Featured researches published by Anna Chiara Malvezzi.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2012

Attività fisica adattata: possibili benefici in bambini e adolescenti obesi

Alice Brambilla; Chiara Gertosio; Maria Beatrice Ruozi; Valeria Paganelli; Rossana Toglia; Gloria Cantamessa; Anna Chiara Malvezzi; Daniela Maria Oliani; Benedetta Pietra

L’obesita infantile e una condizione patologica in continua crescita responsabile di gravi ripercussioni sulla salute degli affetti e in grado di determinare ingenti costi sanitari diretti e indiretti. La prevenzione e il trattamento dell’eccesso ponderale si basano primariamente su una dieta bilanciata e su una costante attivita fisica; i soggetti obesi tuttavia lamentano spesso difficolta fisiche e psichiche a partecipare ai corsi sportivi offerti alla popolazione generale. Il nostro studio ha proposto un programma di attivita controllato di 12 settimane a carattere ricreativo, adattato alle capacita funzionali dei soggetti obesi e basato su una strategia multistep. Un programma di attivita di questo tipo si e dimostrato efficace nel migliorare i parametri metabolici e funzionali dei partecipanti, favorendo la partecipazione all’esercizio e riducendo gli iniziali abbandoni.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2013

Espressione del recettore dell’ormone della crescita nelle malattie infiammatorie croniche

Daniela Maria Oliani; Benedetta Pietra; Sara Pagani; Cristina Meazza; Alice Brambilla; Gloria Cantamessa; Chiara Gertosio; Valeria Paganelli; Maria Beatrice Ruozi; Rossana Toglia; Anna Chiara Malvezzi

L’artrite idiopatica giovanile (AIG) e una malattia infiammatoria cronica dell’eta pediatrica che colpisce le articolazioni, caratterizzata da alti livelli circolanti di citochine infiammatorie. Poiche un ritardo di crescita e stato riscontrato in bambini affetti da tale patologia, sono stati valutati i fattori implicati in tale ritardo di crescita, analizzando i valori di alcune molecole coinvolte nell’asse GH/IGF, quali l’IGF-I, la GHBP e l’espressione genica del GHR sia al momento della diagnosi che due anni dopo l’inizio del trattamento della malattia. Sono stati quindi arruolati diciotto pazienti (12 maschi e 6 femmine) prepuberi che soddisfacevano i criteri diagnostici per la JIA. In tutti i soggetti sono stati inoltre valutati gli indici infiammatori (VES e PCR) e i valori sierici di IL-6. I risultati ottenuti mostrano come al secondo anno di follow up, l’altezza media e risultata essere aumentata anche se non significativamente, mentre risultavano ridotti gli indici infiammatori e i valori di IL-6. Il dato tuttavia piu interessante e stato l’aumento significativo dell’espressione dell’mRNA del GHR in tutti i pazienti al follow-up rispetto al valore basale e l’aumento significativo della media dei valori di IGF-I confrontata con i livelli all’esordio di malattia. I valori sierici di IGF-I e l’espressione genica del GHR monitorati durante il corso della terapia correlano quindi con il quadro clinico, suggerendo una stretta correlazione tra fattori di crescita e processo infiammatorio.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2013

Cistoadenocarcinoma mucinoso del pancreas in una paziente con sindrome di Turner

Rossana Toglia; Chiara Gertosio; Alice Brambilla; Gloria Cantamessa; Anna Chiara Malvezzi

La diagnosi di Cistoadenocarcinoma mucinoso del pancreas e, nella maggior parte dei casi, tardiva, in quanto negli stadi precoci di malattia non e presente sintomatologia. Descriviamo qui il caso di una paziente con sindrome di Turner che, dopo riscontro occasionale di massa pancreatica durante ecografia addominale di controllo, ha rifiutato per 18 anni l’intervento di asportazione. Si e potuto percio soltanto seguire ecograficamente l’evoluzione della massa che inizialmente ha mostrato un aumento progressivo delle dimensioni, seguito successivamente da modificazioni in senso maligno dell’aspetto ecografico. Infine e stato riscontrato anche aumento dei valori sierici dei markers tumorali.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2013

ZnT8: può essere un marker precoce di T1DM in bambini con celiachia e/o tireopatie autoimmuni?

Maria Beatrice Ruozi; Chiara Gertosio; Valeria Paganelli; Alice Brambilla; Francesca Periti; Anna Chiara Malvezzi; Rossana Toglia; Benedetta Pietra; Daniela Maria Oliani; Gloria Cantamessa

Diabete mellito di tipo 1, celiachia e tireopatie autoimmuni sono malattie frequenti in eta pediatrica e spesso associate tra di loro, probabilmente per un comune substrato genetico HLA-correlato. Nella maggior parte dei pazienti pediatrici affetti da T1DM e stata recentemente segnalata la positivita degli autoanticorpi diretti specificatamente contro l’isoforma 8 del trasportatore dello zinco (ZnT8). Lo scopo del nostro studio e stato quello di analizzare la prevalenza e il ruolo degli autoanticorpi anti-ZnT8 in bambini e adolescenti affetti da tireopatie autoimmuni (tiroidite di Hashimoto o malattia di Graves), da malattia celiaca o da entrambe le patologie. I dati pubblicati fino ad ora, infatti, riguardano soltanto la presenza e l’andamento di ZnT8 nelle condizioni di diabete all’esordio e nell’individuazione dei soggetti a rischio fra i familiari dei pazienti diabetici. Non ci sono studi in letteratura relativi alla possibilita di impiego di questo parametro nello screening di pazienti a rischio di diabete tipo 1 perche affetti da altre patologie autoimmuni.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2013

HLA-DQ e malattie autoimmuni multiple in età pediatrica

Chiara Gertosio; Maria Beatrice Ruozi; Alice Brambilla; Anna Chiara Malvezzi; Daniela Maria Oliani; Valeria Paganelli; Benedetta Pietra; Rossana Toglia; Gloria Cantamessa

Diabete mellito di tipo 1 (DMT1), malattia celiaca (CD), e tireopatie autoimmuni (ATD) sono patologie relativamente comuni in eta pediatrica e spesso presenti in associazione nello stesso soggetto. La condivisione di un comune background genetico e responsabile dello sviluppo di queste tre condizioni associate con un differente rischio a seconda del numero e del tipo di eterodimeri HLA-DQ specifici per DMT1 o CD. La tipizzazione delle molecole HLA in ciascun paziente migliora quindi la capacita di predire l’associazione di malattie autoimmuni multiple nell’infanzia.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2012

Nuovo approccio alle basi genetiche dello sviluppo puberale in pazienti con sindrome di Turner

Valeria Paganelli; Alice Brambilla; Gloria Cantamessa; Chiara Gertosio; Anna Chiara Malvezzi; Daniela Maria Oliani; Benedetta Pietra; Maria Beatrice Ruozi; Rossana Toglia; Caterina Toma

La sindrome di Turner (ST) e causata da difetti numerici o strutturali del cromosoma X. La bassa statura e i difetti ovarici sono presenti in quasi tutti i casi e l’infertilita e uno dei problemi principali per le donne con ST, anche se talvolta sono stati osservati casi di puberta spontanea, principalmente in mosaici. Non ci sono ancora evidenze genetiche della probabilita di avere uno sviluppo puberale spontaneo in pazienti Turner e in questo studio presentiamo i nostri risultati sulle indagini genetiche (Copy Number Assay) e di citogenetica-molecolare (array-CGH e i-FISH) eseguite in una coorte di 40 pazienti ST con e senza menarca spontaneo, allo scopo di ottenere nuove informazioni sulle basi genetiche dell’inizio della puberta. Abbiamo identificato alcune CNVs con un noto o possibile ruolo nella fertilita femminile e una duplicazione completa a carico del locus BMP15 in una donna 45,X con sviluppo puberale spontaneo. Attraverso diversi metodi molecolari e di citogenetica molecolare abbiamo potuto confermare che tutte le nostre pazienti Turner sono in effetti mosaici. Nonostante un mosaicismo <10% per la linea cellulare euploide, se accertato con tecniche citogenetiche di nuova generazione, possa escludere uno sviluppo puberale spontaneo, l’associazione con markers biochimici di riserva ovarica potrebbe verosimilmente aumentare il suo valore predittivo sulla potenziale fertilita futura di pazienti con ST gia durante l’infanzia. L’identificazione della duplicazione di BMP15 in una paziente 45,X andata incontro a menarca spontaneo, ha confermato l’importanza che il dosaggio di tale gene ha nel fenotipo ovarico delle pazienti Turner.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2012

Deficit di ormone della crescita in un paziente affetto da distrofia muscolare tipo Becker: una caso clinico pediatrico

Anna Chiara Malvezzi; Valeria Calcaterra; Giada Biddeci; Alice Brambilla; Valeria Paganelli; Maria Carmela Pera; Angela Berardinelli; Daniela Larizza

La distrofia muscolare tipo Becker e una malattia dovuta a una mutazione (delezione o duplicazione) del gene codificante per la distrofina mappato sul cromosoma X (Xq21). Dal punto di vista auxologico, un graduale e lento rallentamento staturale e descritto nelle distrofie muscolari, in particolare nella Duchenne; questo pero non sembra essere legato ad un deficit di ormone della crescita. Non sono segnalati in letteratura alterazioni della secrezione di GH nella distrofia di Becker. Segnaliamo un caso clinico di distrofia muscolare tipo Becker con deficit di GH e buona ripresa della curva staturale durante terapia.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2012

Possibile ruolo del peso alla nascita sulla risposta al trattamento con ormone della crescita (GH) in bambini con deficit di GH

Benedetta Pietra; Daniela Maria Oliani; Alice Brambilla; Chiara Gertosio; Valeria Paganelli; Maria Beatrice Ruozi; Gloria Cantamessa; Rossana Toglia; Anna Chiara Malvezzi; Sara Pagani; Cristina Meazza

Il peso alla nascita sembra possa influenzare la risposta alla terapia con ormone della crescita (GH) in soggetti con deficit di GH (GHD), anche se i risultati fino ad ora ottenuti non sono concordanti. Per tale motivo, sono stati reclutati 23 pazienti con GHD nati SGA (SGA-GHD, 12 maschi e 11 femmine), e 26 pazienti con GHD nati AGA (AGA-GHD, 15 maschi e 11 femmine). I pazienti sono stati seguiti per cinque anni e ogni anno, sono state valutate altezza e velocita di crescita. I soggetti AGA-GHD mostrano un’altezza maggiore rispetto al gruppo dei bambini SGA e, in particolar modo, la differenza diventa significativa dopo il quarto anno di trattamento. La velocita di crescita risulta essere incrementata (SGA-GHD: 1.72±0.30 SDS, AGA-GHD: 2.67±0.21 SDS; p=0.039) nei pazienti AGA-GHD durante i cinque anni di terapia. Il gruppo dei soggetti AGA-GHD, inoltre, mostra una percentuale maggiore (52.4%) di bambini che supera il target genetico e raggiunge una statura nella norma, dopo cinque anni di trattamento. I nostri risultati mostrano che il peso alla nascita influenza la risposta alla terapia con GH in pazienti pediatrici con GHD. Il pediatra endocrinologo dovrebbe tener conto di questo fattore nel monitoraggio del GHD in bambini nati SGA.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2012

Diabete mellito in età pediatrica: rivalutazione della diagnosi durante follow-up

Anna Chiara Malvezzi; Valeria Calcaterra; Vincenza Brizzi; Giada Biddeci; Gloria Cantamessa; Rossana Toglia; Chiara Gertosio; Maria Beatrice Ruozi; Daniela Larizza

Il diabete mellito e un disturbo metabolico ad eziologia multipla, caratterizzato da iperglicemia cronica dovuta ad una difettosa secrezione e/o azione dell’insulina. In accordo con la classificazione fornita dall’American Diabetes Association, il diabete mellito e stato classificato in diabete mellito tipo 1, diabete mellito tipo 2, diabete mellito gestazionale e altri tipi specifici di diabete che includono il Maturity Onset Dabetes of the Young (MODY) ed il diabete neonatale. Lo scopo del nostro studio e stato quello di revisionare la nostra casistica di pazienti con diabete mellito esordito in eta pediatrica, valutare in quanti le caratteristiche non univoche di esordio di diabete hanno posto problemi diagnostici e descrivere come si e giunti ad una diagnosi definitiva.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2011

La diagnosi di deficit di ormone della crescita può dipendere dalle metodiche di laboratorio utilizzate

Giada Biddeci; Barbara Rundo; Laura Losa; Sara Pagani; Kamilia Laarej; Anna Chiara Malvezzi; Cristina Meazza

Obiettivo: i valori di ormone della crescita variano notevolmente in dipendenza dalle principali metodiche di dosaggio, dagli anticorpi utilizzati, dal tipo di calibratore e dall’interferenza con la proteina legante il GH. Abbiamo valutato se l’uso di differenti calibratori per la misurazione del GH con il metodo Immulite possa modificare i valori del GH ottenuti e, di conseguenza, la diagnosi di deficit di GH (GHD) nei bambini. Disegno dello studio: 18 bambini di bassa statura (4 femmine e 14 maschi; eta 11.4±3.1 anni), con le caratteristiche cliniche di soggetti con GHD (altezza: -2.1±0.6 SDS; velocita di crescita: -2.3±1.5 SDS; IGF-I: -1.2±0.9 SDS), sono stati arruolati nello studio e sottoposti ai test di stimolo per la secrezione di GH per con-fermare la diagnosi di GHD. Metodi: il GH e l’IGF-I sierico sono stati misurati con un metodo immunometrico chemiluminescente completamente automatico, l’Immulite 2000. Risultati: la valutazione della secrezione di GH con il saggio Immulite, usando il GH umano ricombinante 98/574 come calibratore, ha rilevato una insufficiente secrezione di ormone della crescita in 15 su 18 soggetti, confermando la diagnosi clinica di GHD. Successivamente abbiamo misurato i livelli di GH negli stessi campioni usando come calibratore il GH derivato dall’ipofisi IS 80/505, trovando il deficit di GH solo in 11 soggetti. Conclusioni: questi dati confermano che il valore di GH rilevato dipende dai differenti calibratori utilizzati e che questi sono quindi determinanti per la diagnosi di deficit di GH e quindi per la decisione di intraprendere una terapia sostitutiva.

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