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Dive into the research topics where Valeria Paganelli is active.

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Featured researches published by Valeria Paganelli.


Pediatric Rheumatology | 2014

“Brucellupus” in a boy: challenging sle diagnosis in childhood

Valeria Paganelli; Edoardo Marrani; Alice Brambilla; Sabrina Becciani; Teresa Giani; Ilaria Pagnini; Gabriele Simonini; Rolando Cimaz

Systemic Lupus Erythematosus (SLE) is the prototype of systemic autoimmune disorders. Several infectious diseases can mimic autoimmune disorders , eg. Mycobacterium tubercolosis), Parvovirus B19), and Leishmania. Brucella infection has been rarely reported in such differential.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2012

Attività fisica adattata: possibili benefici in bambini e adolescenti obesi

Alice Brambilla; Chiara Gertosio; Maria Beatrice Ruozi; Valeria Paganelli; Rossana Toglia; Gloria Cantamessa; Anna Chiara Malvezzi; Daniela Maria Oliani; Benedetta Pietra

L’obesita infantile e una condizione patologica in continua crescita responsabile di gravi ripercussioni sulla salute degli affetti e in grado di determinare ingenti costi sanitari diretti e indiretti. La prevenzione e il trattamento dell’eccesso ponderale si basano primariamente su una dieta bilanciata e su una costante attivita fisica; i soggetti obesi tuttavia lamentano spesso difficolta fisiche e psichiche a partecipare ai corsi sportivi offerti alla popolazione generale. Il nostro studio ha proposto un programma di attivita controllato di 12 settimane a carattere ricreativo, adattato alle capacita funzionali dei soggetti obesi e basato su una strategia multistep. Un programma di attivita di questo tipo si e dimostrato efficace nel migliorare i parametri metabolici e funzionali dei partecipanti, favorendo la partecipazione all’esercizio e riducendo gli iniziali abbandoni.


Frontiers in Pediatrics | 2018

Difficult vs. Severe Asthma: Definition and Limits of Asthma Control in the Pediatric Population

Amelia Licari; Ilaria Brambilla; Alessia Marseglia; Maria De Filippo; Valeria Paganelli; Gian Luigi Marseglia

Evaluating the degree of disease control is pivotal when assessing a patient with asthma. Asthma control is defined as the degree to which manifestations of the disease are reduced or removed by therapy. Two domains of asthma control are identified in the guidelines: symptom control and future risk of poor asthma outcomes, including asthma attacks, accelerated decline in lung function, or treatment-related side effects. Over the past decade, the definition and the tools of asthma control have been substantially implemented so that the majority of children with asthma have their disease well controlled with standard therapies. However, a small subset of asthmatic children still requires maximal therapy to achieve or maintain symptom control and experience considerable morbidity. Childhood uncontrolled asthma is a heterogeneous group and represents a clinical and therapeutic challenge requiring a multidisciplinary systematic assessment. The identification of the factors that may contribute to the gain or loss of control in asthma is essential in differentiating children with difficult-to-treat asthma from those with severe asthma that is resistant to traditional therapies. The aim of this review is to focus on current concept of asthma control, describing monitoring tools currently used to assess asthma control in clinical practice and research, and evaluating comorbidities and modifiable and non-modifiable factors associated with uncontrolled asthma in children, with particular reference to severe asthma.


SAGE open medical case reports | 2017

An intragenic deletion within CTNNA2 intron 7 in a boy with short stature and speech delay: A case report

Valeria Paganelli; Mara Giordano; Cristina Meazza; Lucia Schena; Mauro Bozzola

Background/Objectives: Deletions on the short arm of chromosome 2 at bands p11 and p12 have been detected in association with short stature, mild mental retardation and speech delay. Results: We describe a 4 year-old boy with some facial dysmorphic traits, congenital malformations and pre- and post-natal growth failure. He also presented marked expressive language problems. The molecular karyotype revealed a 108 Kb deletion within the seventh intron of the CTNNA2 gene at 2p11.2-p12. We observed that some features (short stature, facial dysmorphisms and speech delay) were present in our patient and in patients carrying much larger overlapping deletions. Conclusions: The description of this small intragenic rearrangement might help to elucidate the role of the single genes included in the 2p11.2-p12 critical region.


Journal of Pediatric Endocrinology and Metabolism | 2017

Efficacy of long-term growth hormone therapy in short non-growth hormone-deficient children

Lucia Schena; Cristina Meazza; Sara Pagani; Valeria Paganelli; Elena Bozzola; Carmine Tinelli; Fabio Buzi; Mauro Bozzola

Abstract Background: In recent years, several studies have been published showing different responses to growth hormone (GH) treatment in idiopathic short stature children. The aim of the present study was to investigate whether non-growth-hormone-deficient (non-GHD) short children could benefit from long-term GH treatment as GHD patients. Methods: We enrolled 22 prepubertal children and 22 age- and sex-matched GHD patients, with comparable height, body mass index (BMI), bone age, and insulin-like growth factor 1 (IGF-I) circulating levels. The patients were treated with recombinant human GH (rhGH) and followed until they reach adult height. Results: During GH treatment, the two groups grew in parallel, reaching the same final height-standard deviation score (SDS) and the same height gain. On the contrary, we found significantly lower IGF-I serum concentrations in non-GHD patients than in GHD ones, at the end of therapy (p=0.0055). Conclusions: In our study, the response to GH treatment in short non-GHD patients proved to be similar to that in GHD ones. However, a careful selection of short non-GHD children to be treated with GH would better justify the cost of long-term GH therapy.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2013

Espressione del recettore dell’ormone della crescita nelle malattie infiammatorie croniche

Daniela Maria Oliani; Benedetta Pietra; Sara Pagani; Cristina Meazza; Alice Brambilla; Gloria Cantamessa; Chiara Gertosio; Valeria Paganelli; Maria Beatrice Ruozi; Rossana Toglia; Anna Chiara Malvezzi

L’artrite idiopatica giovanile (AIG) e una malattia infiammatoria cronica dell’eta pediatrica che colpisce le articolazioni, caratterizzata da alti livelli circolanti di citochine infiammatorie. Poiche un ritardo di crescita e stato riscontrato in bambini affetti da tale patologia, sono stati valutati i fattori implicati in tale ritardo di crescita, analizzando i valori di alcune molecole coinvolte nell’asse GH/IGF, quali l’IGF-I, la GHBP e l’espressione genica del GHR sia al momento della diagnosi che due anni dopo l’inizio del trattamento della malattia. Sono stati quindi arruolati diciotto pazienti (12 maschi e 6 femmine) prepuberi che soddisfacevano i criteri diagnostici per la JIA. In tutti i soggetti sono stati inoltre valutati gli indici infiammatori (VES e PCR) e i valori sierici di IL-6. I risultati ottenuti mostrano come al secondo anno di follow up, l’altezza media e risultata essere aumentata anche se non significativamente, mentre risultavano ridotti gli indici infiammatori e i valori di IL-6. Il dato tuttavia piu interessante e stato l’aumento significativo dell’espressione dell’mRNA del GHR in tutti i pazienti al follow-up rispetto al valore basale e l’aumento significativo della media dei valori di IGF-I confrontata con i livelli all’esordio di malattia. I valori sierici di IGF-I e l’espressione genica del GHR monitorati durante il corso della terapia correlano quindi con il quadro clinico, suggerendo una stretta correlazione tra fattori di crescita e processo infiammatorio.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2013

Papillite in paziente con sindrome di Down e diabete mellito di tipo 1 scompensato: caso clinico

Francesca Periti; Valeria Paganelli; Maria Beatrice Ruozi; Caterina Toma

La papillopatia diabetica e una rara affezione che interessa la testa del nervo ottico e che tipicamente regredisce spontaneamente e non si associa ad esiti funzionali in termini di calo visivo a lungo termine, sebbene la presentazione iniziale possa prevedere quadri di papille molto edematose con componente emorragico-essudativa estesa ed eventuale coinvolgimento maculare. Riportiamo qui il caso clinico di una donna di 24 anni con sindrome di Down e diabete mellito di tipo 1 scompensato che si e presentata alla nostra attenzione per un quadro di edema della papilla monolaterale associato ad ampia emorragia peripapillare. Dopo l’esclusione delle altre possbili cause di danno a carico del nervo ottico (tra cui particolare importanza e stata data al papilledema da ipertensione endocranica e alla neurite ottica ischemica anteriore), si e giunti alla diagnosi di papillopatia diabetica.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2013

ZnT8: può essere un marker precoce di T1DM in bambini con celiachia e/o tireopatie autoimmuni?

Maria Beatrice Ruozi; Chiara Gertosio; Valeria Paganelli; Alice Brambilla; Francesca Periti; Anna Chiara Malvezzi; Rossana Toglia; Benedetta Pietra; Daniela Maria Oliani; Gloria Cantamessa

Diabete mellito di tipo 1, celiachia e tireopatie autoimmuni sono malattie frequenti in eta pediatrica e spesso associate tra di loro, probabilmente per un comune substrato genetico HLA-correlato. Nella maggior parte dei pazienti pediatrici affetti da T1DM e stata recentemente segnalata la positivita degli autoanticorpi diretti specificatamente contro l’isoforma 8 del trasportatore dello zinco (ZnT8). Lo scopo del nostro studio e stato quello di analizzare la prevalenza e il ruolo degli autoanticorpi anti-ZnT8 in bambini e adolescenti affetti da tireopatie autoimmuni (tiroidite di Hashimoto o malattia di Graves), da malattia celiaca o da entrambe le patologie. I dati pubblicati fino ad ora, infatti, riguardano soltanto la presenza e l’andamento di ZnT8 nelle condizioni di diabete all’esordio e nell’individuazione dei soggetti a rischio fra i familiari dei pazienti diabetici. Non ci sono studi in letteratura relativi alla possibilita di impiego di questo parametro nello screening di pazienti a rischio di diabete tipo 1 perche affetti da altre patologie autoimmuni.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2013

HLA-DQ e malattie autoimmuni multiple in età pediatrica

Chiara Gertosio; Maria Beatrice Ruozi; Alice Brambilla; Anna Chiara Malvezzi; Daniela Maria Oliani; Valeria Paganelli; Benedetta Pietra; Rossana Toglia; Gloria Cantamessa

Diabete mellito di tipo 1 (DMT1), malattia celiaca (CD), e tireopatie autoimmuni (ATD) sono patologie relativamente comuni in eta pediatrica e spesso presenti in associazione nello stesso soggetto. La condivisione di un comune background genetico e responsabile dello sviluppo di queste tre condizioni associate con un differente rischio a seconda del numero e del tipo di eterodimeri HLA-DQ specifici per DMT1 o CD. La tipizzazione delle molecole HLA in ciascun paziente migliora quindi la capacita di predire l’associazione di malattie autoimmuni multiple nell’infanzia.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2012

Nuovo approccio alle basi genetiche dello sviluppo puberale in pazienti con sindrome di Turner

Valeria Paganelli; Alice Brambilla; Gloria Cantamessa; Chiara Gertosio; Anna Chiara Malvezzi; Daniela Maria Oliani; Benedetta Pietra; Maria Beatrice Ruozi; Rossana Toglia; Caterina Toma

La sindrome di Turner (ST) e causata da difetti numerici o strutturali del cromosoma X. La bassa statura e i difetti ovarici sono presenti in quasi tutti i casi e l’infertilita e uno dei problemi principali per le donne con ST, anche se talvolta sono stati osservati casi di puberta spontanea, principalmente in mosaici. Non ci sono ancora evidenze genetiche della probabilita di avere uno sviluppo puberale spontaneo in pazienti Turner e in questo studio presentiamo i nostri risultati sulle indagini genetiche (Copy Number Assay) e di citogenetica-molecolare (array-CGH e i-FISH) eseguite in una coorte di 40 pazienti ST con e senza menarca spontaneo, allo scopo di ottenere nuove informazioni sulle basi genetiche dell’inizio della puberta. Abbiamo identificato alcune CNVs con un noto o possibile ruolo nella fertilita femminile e una duplicazione completa a carico del locus BMP15 in una donna 45,X con sviluppo puberale spontaneo. Attraverso diversi metodi molecolari e di citogenetica molecolare abbiamo potuto confermare che tutte le nostre pazienti Turner sono in effetti mosaici. Nonostante un mosaicismo <10% per la linea cellulare euploide, se accertato con tecniche citogenetiche di nuova generazione, possa escludere uno sviluppo puberale spontaneo, l’associazione con markers biochimici di riserva ovarica potrebbe verosimilmente aumentare il suo valore predittivo sulla potenziale fertilita futura di pazienti con ST gia durante l’infanzia. L’identificazione della duplicazione di BMP15 in una paziente 45,X andata incontro a menarca spontaneo, ha confermato l’importanza che il dosaggio di tale gene ha nel fenotipo ovarico delle pazienti Turner.

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