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Featured researches published by Marco Bordin.


Journal of Glaucoma | 2013

The Italian version of the Glaucoma Symptom Scale Questionnaire: translation, validation, and reliability.

Gemma Caterina Maria Rossi; Gian Maria Pasinetti; Luigia Scudeller; Giovanni Milano; Andrea Mazzone; Marta Raimondi; Marco Bordin; Sara Lanteri; Paolo Emilio Bianchi

Purpose:To validate the Italian version of the Glaucoma Symptom Scale (GSS) Questionnaire and its symptoms and function subscales. Methods:This transversal validation study enrolled nonhospitalized patients with glaucoma, and a reference sample of patients without eye diseases. Eligible participants had to be cognitively able to respond to a health status interview. The Italian self-administered versions of the 25-item National Eye Institute-Visual Function Questionnaire and the GSS Questionnaire were administered to all participants. Reliability and validity of the Italian translation of the GSS Questionnaire were tested using standard statistical methods for questionnaire validation. Results:Ninety-seven patients were enrolled. Cronbach &agr; coefficient ranged from 0.72 to 0.92 across subscales and eyes. Test-retest stability was >85% for each subscale and eye. The control group of participants had better scale scores across all dimensions of vision-targeted health-related quality of life captured by the GSS Questionnaire (P<0.05) and there were good correlations between responses GSS Questionnaire subscales and analogous domains of the 25-item National Eye Institute-Visual Function Questionnaire. Conclusions:The Italian version of the GSS Questionnaire has good validity, discriminatory power, internal consistence and reliability, showing psychometric properties comparable with those of the English version, and can therefore be used in clinical research as a specific measure of vision-related quality of life in Italian-speaking patients with ocular hypertension or glaucoma.


Expert Opinion on Pharmacotherapy | 2011

From dorzolamide 2%/timolol 0.5% to brinzolamide 1%/timolol 0.5% fixed combination: a 6-month, multicenter, open-label tolerability switch study

Gemma Caterina Maria Rossi; Gian Maria Pasinetti; Francesco Sandolo; Marco Bordin; Paolo Emilio Bianchi

Purpose: To assess ocular surface status and tolerability after switching glaucoma patients from dorzolamide/timolol to brinzolamide/timolol fixed combination (FC). Methods: Six-month, multicenter, open-label, prospective study that switched 72 patients from dorzolamide/timolol to brinzolamide/timolol FC. Intraocular pressure (IOP), tear film break-up-time (TF-BUT), fluorescein staining and Glaucoma Symptom Scale (GSS) questionnaire were recorded at baseline and after 6 months. Results: Median interquartile range (IQR) IOP was 16 (IQR 15 – 18) mmHg at baseline and 16 (15 – 17) mmHg and 6 months. TF-BUT significantly improved (p < 0.0001); the regression analysis found a negative association between TF-BUT changes and age at baseline and at month 6 (r = −0.32; p = 0.0082 and r = −0.31; p = 0.0085). Patients with no corneal fluorescein staining statistically increased after substitution (p = 0.04). Quality of life – as examined by the GSS symptoms (SYMP) score – statistically improved (p < 0.0001), revealing an association between GSS SYMP score and age [coefficient −0.67, 95% confidence interval (CI) −1.13 to −0.21, p = 0.0005), superficial keratitis (coefficient −8.26, 95% CI −15.73 to −0.80, p = 0.031) and TF-BUT (coefficient 4.94, 95% CI 1.71 to 8.17, p = 0.003). Conclusion: Brinzolamide/timolol FC is associated with reduced topical discomfort and improved signs of ocular surface disease. The good tolerability and comfort of this FC might contribute to good patient adherence.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2012

Correlazione tra struttura e funzione del nervo ottico nella neuropatia ottica glaucomatosa

Tommaso Marchese; Laura Bossolesi; Marco Bordin; Marta Raimondi; Sara Lanteri; Sara Lombardo; Alice Chandra Verticchio Vercellin; Giovanni Milano

Scopo: confrontare i dati forniti dal polarimetro a scansione laser con compensazione corneale variabile (VCC) con quello a compensazione corneale migliorata (ECC) e verificare la correlazione tra i dati strutturali forniti dal GDx con i dati funzionali dalla perimetria automatizzata standard (SAP). Materiali e metodi: sono stati considerati 339 occhi di 182 pazienti afferenti all’ambulatorio glaucoma della Clinica Oculistica dell’Universita degli Studi di Pavia. I pazienti sono stati sottoposti a visita oculistica completa, perimetria automatizzata standard (SAP) e polarimetria a scansione laser con GDx-VCC e GDx-ECC. Di ogni esame GDx si e considerato la qualita dell’immagine (Q), la tipicita della scansione (TSS), l’indice delle fibre nervose (NFI), lo spessore medio dello strato delle fibre nervose nella banda parapapillare (TSNIT average) e della sua parte superiore (TSNIT sup) e inferiore (TSNIT inf). I valori di Q, TSS e i parametri morfometrici forniti da VCC ed ECC sono stati confrontati applicando il Wilcoxon signed-rank test. La correlazione fra parametri GDx e indici perimetrici globali e stata valutata calcolando l’indice di correlazione di Pearson “r”. Gli stessi test statistici sono stati poi applicati ad un piu ristretto campione di 118 soggetti caratterizzati da una qualita elevata della scansione polarimetrica (Q>7 e TSS>80 sia con VCC che con ECC). Risultati: ECC fornisce immagini di qualita superiore rispetto a VCC: solo 204 immagini su 339 (60%) sono di buona qualita (Q >7) con VCC mentre 325 su 339 (96%) lo sono con ECC. 140 scansioni su 339 (41%) sono atipiche (TSS <80) Con VCC mentre con ECC sono atipiche 20 scansioni su 339 (6%). In entrambi i gruppi ECC rispetto a VCC rileva costantemente spessori dello strato delle fibre nervose (TSNIT) inferiori e NFI superiori sia nel gruppo complessivo che in quello ristretto. Nel gruppo complessivo la correlazione struttura/funzione e da povera a moderata ed e migliore per i parametri di ECC e soprattutto per NFI. Nel gruppo ristretto invece la differenza ECC/VCC si riduce in virtu di un aumento della correlazione struttura/funzione dei parametri VCC in particolare per TSNIT inferior e average di VCC. Conclusioni: ECC e in grado di fornire immagini di qualita superiore rispetto a VCC e probabilmente e in grado di riprodurre in modo piu affidabile la reale struttura di RNFL rispetto alla versione precedente (VCC). ECC evidenzia spessori di RNFL inferiori, valori di NFI superiori e una migliore correlazione con gli indici perimetrici rispetto a VCC. GDx-ECC puo migliorare la precocita della diagnosi di glaucoma. Dal momento che la correzione struttura/funzione risulta essere da povera a moderata anche con ECC, una corretta diagnosi di neuropatia ottica glaucomatosa necessita in ogni caso di una valutazione della struttura e della funzione del nervo ottico.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2012

Superficie oculare e facoemulsificazione: studio randomizzato, controllato sull’utilità di sostituti lacrimali

Alice Chandra Verticchio Vercellin; Massimo Vento; Sara Lanteri; Laura Giannì; Gabriella Ricciardelli; Valeria Mogavero; Marta Raimondi; Marco Bordin; Diego Gabriele Pepe; Gemma Caterina Maria Rossi

Scopo. Stabilire l’efficacia di 2 diversi colliri privi di benzalconio cloruro (Collirio A e B) in termini di cambiamenti della superficie oculare post intervento di cataratta e di riduzione dei segni e dei sintomi dell’occhio secco nei pazienti sottoposti a facoemulsificazione rispetto trattamento di cura standard. Materiali e metodi. Si tratta di uno studio monocentrico, randomizzato, a tre metodiche parallele (SOC e i 2 metodi innovativi) effettuato su pazienti che sono stati sottoposti a intervento di facoemulsificazione. I pazienti selezionati sono stati randomizzati in tre gruppi che in seguito all’intervento di facoemulsificazione (T15) hanno iniziato il trattamento rispettivamente con il collirio A, B e con la cura standard. Nel corso di tre mesi di trattamento per monitorare e osservare l’insorgenza di un eventuale danno alla superficie oculare tutti i pazienti sono stati sottoposti a visite periodiche con esame alla lampada a fessura e colorazione corneale con fluoresceina. Al fine di valutare l’impatto di disturbi oculari in generale e in particolare della sindrome dell’occhio secco sulla qualita di vita nel corso delle visite periodiche ai pazienti sono stati somministrati due questionari: il 25-item National Eye Institute Visual Function Questionnaire e l’Ocular Surface Disease Index score Questionnaire. Risultati. L’intervento ha permesso alla maggior parte dei pazienti sottoposti a facoemulsificazione di raggiungere una buona acuita visiva: la maggior parte dei pazienti e passata da un’acuita visiva pre-intervento di 3-4/10 ad un’acuita visiva post intervento di 9-10/10. In base alle risposte del questionario OSDI i sintomi delle affezioni oculari sono diminuiti e c’e stato un netto miglioramento dalla visita iniziale T0 a quella finale T3 grazie all’uso dei colliri. Il gruppo che ha usato il Collirio B e risultato piu a rischio di cheratite puntata rispetto agli altri due gruppi in quanto la media degli ultrasuoni usati durante l’intervento di facoemulsificazione e risultata essere maggiore. Conclusioni. La terapia standard che viene effettuata post-intervento con antibiotici e cortisonici si e rivelata efficace di per se nel ripristino della funzionalita visiva e della sintomatologia legata alle alterazioni della superficie oculare, tuttavia nel trattamento delle alterazioni di superficie l’aggiunta di sostituti lacrimali ha dimostrato una piu rapida e completa risoluzione dei sintomi.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2011

Il nuovo algoritmo SITA-SWAP nella diagnosi di neuropatia ottica glaucomatosa

Laura Bossolesi; Sara Lombardo; Marco Bordin; Marta Raimondi; Sara Lanteri; Mauro Colombo; Giovanni Milano

Scopo: verificare le caratteristiche della perimetria automatizzata a corta lunghezza d’onda con algoritmo SITA-Standard (SITA-SWAP) rispetto al precedente algoritmo a soglia piena (SWAP-FT) e alla perimetria automatizzata standard con algoritmo SITA-Standard (SITA-SAP). Materiali e metodi: sono stati selezionati 25 occhi di 13 pazienti afferenti all’ambulatorio glaucoma della Clinica Oculistica dell’Universita di Pavia con glaucoma iniziale o sospetto e con una precedente e prolungata esperienza di perimetria automatizzata. I pazienti si sono sottoposti a completa visita oculistica, polarimetria laser dello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL) con compensazione corneale variabile (GDx-VCC), tomografia a scansione laser della papilla ottica (ONH) con HRT-II, SITA-SWAP e SITA-SAP. Nei pazienti con esperienza di SWAP-FT si e anche preso in considerazione l’ultimo esame eseguito nei 2-6 anni prima. I pazienti sono stati inoltre sottoposti a questionario per evidenziare il giudizio personale relativo alle difficolta, ai disturbi soggettivi e al gradimento dei 3 esami perimetrici a confronto. Dei 3 esami perimetrici si sono considerati gli indici perimetrici globali, difetto medio (MD) e deviazione standard dal modello (PSD), che corrisponde alla deviazione standard dal modello corretta (CPSD) dell’algoritmo SWAP-FT, e la durata dell’esame. Il confronto degli indici perimetrici e della durata dell’esame di SITA-SWAP con il precedente SWAP-FT e successivamente con SITA-SAP e stato realizzato applicando il test t di Student per dati appaiati. Risultati: l’unico confronto non statisticamente significativo e quello relativo all’indice MD nei due test blu su giallo. SITA-SWAP evidenzia un valore di MD significativamente piu elevato di SITA-SAP e un valore di PSD significativamente piu elevato di entrambi gli altri algoritmi testati. La durata dell’esame con SITA-SWAP e piu breve di circa il 20% di SITA-SAP e di addirittura il 70% di SWAP-FT. L’analisi dei questionari ha confermato la minore durata di SITA-SWAP sia rispetto a SWAP-FT, percepita in tutti i soggetti, sia rispetto a SITA-SAP, percepita solo dai pazienti esperti; ne consegue maggiore attenzione, minore affaticamento e minori disturbi soggettivi. Conclusioni: SITA-SWAP e un esame perimetrico rapido, gradito ai pazienti, di facile esecuzione e pro-babilmente in grado di mettere in evidenza difetti glaucomatosi iniziali nonostante sia influenzato in modo rilevante dalla non perfetta trasparenza dei mezzi.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2011

Correlazione morfofunzionale nella neuropatia ottica glaucomatosa

Sara Lombardo; Marco Bordin; Marta Raimondi; Sara Lanteri; Laura Bossolesi; Giovanni Milano

Scopo: verificare la correlazione fra i parametri strutturali della testa del nervo ottico (ONH) e dello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL) forniti dal tomografo a scansione laser confocale HRT II e dal polarimetro a scansione laser confocale a compensazione corneale variabile GDx-VCC e gli indici funzionali del campo visivo (CV). Materiali e metodi: sono stati selezionati 157 occhi di 97 pazienti afferenti all’ambulatorio glaucoma della Clinica Oculistica dell’Universita di Pavia. Questi sono stati successivamente sottoposti ad un completo esame oftalmico includendo la Perimetria Automatizzata Standard (SAP) e la valutazione morfometrica di ONH con l’HRT II e di RNFL con il GDx-VCC. Di SAP sono stati presi in considerazione gli indici perimetrici globali, difetto medio (MD) e deviazione standard dal modello (PSD), di HRT II la misura della forma dell’escavazione (CSM), il rapporto fra area dell’escavazione e area del disco ottico (CDR), l’area dell’escavazione (CA) e l’area della rima neuroretinica (RA) e di GDx l’indice delle fibre nervose (NFI), lo spessore medio delle fibre nella banda peripapillare e la deviazione standard (media TSNIT e deviazione standard TSNIT). Sulla base dei valori della pressione intraoculare (PIO) e dei risultati del CV sono stati suddivisi in tre gruppi: normali, sospetti e glaucomatosi. Sono state valutate le differenze tra i tre gruppi considerati e la correlazione degli indici del CV con i parametri del GDx-VCC e dell’ HRT II. Risultati: confrontando i tre gruppi a due a due, sulla base degli indici perimetrici, sono emerse differenze statisticamente significative, eccezion fatta fra i pazienti sani e quelli sospetti. L’analisi statistica rivela una buona correlazione tra gli indici del CV e i parametri topografici, specialmente NFI e media TSNIT. Conclusioni: e stata riscontrata una buona correlazione tra gli indici funzionali e i parametri strutturali di RNFL e di ONH. Questa correlazione sembra essere migliore con il GDx rispetto all’HRT. La variabilita dei parametri topografici tra i soggetti limita l’utilita dell’analisi morfometrica, se usata come un singolo esame diagnostico, e rende cruciale la correlazione struttura-funzione nella diagnosi precoce del glaucoma.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2011

Diagnosi precoce di neuropatia ottica glaucomatosa. Mito o realtà

Sara Lombardo; Adriana Moro; Marco Bordin; Marta Raimondi; Sara Lanteri; Laura Bossolesi; Giovanni Milano

Scopo: verificare la capacita degli esami elettrofisiologici, l’elettroretinogramma da pattern (PERG) e i potenziali visivi evocati (PEV), di mettere in evidenza alterazioni funzionali dovute a neuropatia glaucomatosa in pazienti con campo visivo (CV) nei limiti di norma (GSS=0) e minime alterazioni strutturali a carico del nervo ottico rilevate dal polarimetro laser confocale con compensazione corneale variabile GDx-VCC (NFI<70). Materiali e metodi: sono stati selezionati 53 pazienti afferenti all’ambulatorio glaucoma della Clinica Oculistica dell’Universita di Pavia. I pazienti si sono sottoposti a visita oculistica completa, perimetria automatizzata stan-dard (SAP), GDx-VCC, PERG e PEV. Di SAP si sono considerati gli indici perimetrici globali, difetto medio (MD) e deviazione standard dal modello (PSD), utilizzati per stadiare il difetto perimetrico tramite il Glaucoma Staging System (GSS), di GDx l’indice di fibre nervose (NFI), di PERG transient l’ampiezza e la latenza di P50 e N95 e di PEV transient l’ampiezza e la latenza di N75 e P100. Si sono divisi i pazienti arruolati in 2 gruppi sulla base di NFI: il gruppo 1, costituito da 32 pazienti con assenza di segni funzionali (GSS=0) e strutturali (NFI<30) di neuropatia, e il gruppo 2, formato da 21 pazienti con CV normale (GSS=0) e sospetto glaucoma (NFI≥30 e <70). Il confronto delle variabili quantitative tra due gruppi sono stati effettuati con un test t di Student per dati indipendenti, mentre la correlazione e stata analizzata con il coefficiente di correlazione r di Pearson. Il limite di significativita scelto e stato quello usuale del 5% (p<0.05). Risultati: il confronto tra i due gruppi non evidenzia differenze significative nelle ampiezze e nelle latenze delle onde che caratterizzano PERG e PEV. Non esiste correlazione statistica tra i dati PERG e PEV e NFI, fatta eccezione per la correlazione, tuttavia non ottimale, rilevata tra NFI ed ampiezza dell’onda N95 del PERG nel gruppo 1. Conclusioni: nei pazienti con un sospetto di neuropatia ottica iniziale gli esami elettrofisiologici non mostrano un evidente vantaggio rispetto a SAP nel rilevare danni funzionali precoci e inoltre evidenziano alterazioni funzionali non significativamente correlate a quelle strutturali fornite da GDx. In conclusione il rilievo degli iniziali difetti di struttura del nervo ottico glaucomatoso e le alterazioni corrispondenti costituiscono ancora un problema diagnostico non completamente risolto.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2011

La polarimetria laser confocale nella neuropatia ottica glaucomatosa: influenza del cristallino

Marco Bordin; Laura Bossolesi; Marta Raimondi; Sara Lanteri; Sara Lombardo; Alice Chandra Verticchio Vercellin; Giovanni Milano

Scopo: confrontare i dati forniti dal polarimetro a scansione laser con compensazione corneale variabile (VCC) con quello a compensazione corneale migliorata (ECC) in una popolazione di soggetti valutati per sospetto di neuropatia ottica glaucomatosa e suddivisi in base alle caratteristiche del cristallino. Materiali e metodi: sono stati considerati 339 occhi di 182 pazienti afferenti all’ambulatorio glaucoma della Clinica Oculistica dell’Universita di Pavia. I pazienti sono stati sottoposti a visita oculistica completa, perimetria automatizzata standard (SAP) e polarimetria a scansione laser con GDx-VCC e GDx-ECC. Di ogni esame GDx si e considerato la qualita dell’immagine (Q), la tipicita della scansione (TSS), l’indice delle fibre nervose (NFI), lo spessore medio dello strato delle fibre nervose nella banda parapapillare (TSNIT average) e della sua parte superiore (TSNIT superiore) e inferiore (TSNIT inferiore). I pazienti sono stati poi suddivisi in base all’opacita del cristallino stadiato con il metodo LOCS III (Lens Opacification Classification System III) e in base alla pre-senza di lentina intraoculare (IOL) in quattro gruppi contraddistinti da IOL, opacita della lente (NO3/NC3), scle-rosi della lente (NO2/NC2) e lente trasparente (NO1/NC1). I valori di Q, TSS e i parametri morfometrici forniti da VCC ed ECC sono stati confrontati applicando il Wilcoxon signed-rank test e il coefficiente di concordanza di Lin. Le differenze tra gruppi sono state studiate applicando il test di Kruskal-Wallis. Risultati: il Wilcoxon signed-rank test mostra che i due algoritmi del polarimetro GDx forniscono valori statisti-camente diversi con eccezione dello spessore inferiore di RNFL nel gruppo con lente trasparente. Il coefficiente di concordanza di Lin (ρ) mette in evidenza una concordanza tra algoritmi elevata solamente nel gruppo con lente trasparente, soprattutto per quanto riguarda NFI, e una costante assenza di concordanza per quanto riguarda la qualita dell’immagine e la tipicita della scansione. Con VCC solo 204 immagini su 399 (60%) sono di buona qualita (Q>7) mentre con ECC sono 325 su 339 (96%). Con VCC 140 scansioni su 339 (41%) sono atipiche (TSS<80) mentre con ECC sono atipiche 20 scansioni su 339 (6%). Analoghi risultati si ottengono nei gruppi suddivisi in base alla lente sia per quanto riguarda Q che TSS: la qualita della scansione e ottimale con ECC e non sempre soddisfacente con VCC. I risultati qualitativamente peggiori per Q e TSS si verificano nel gruppo con IOL. Con ECC in tutti i gruppi la percentuale di soggetti con esami di ottimale qualita e superiore al 90%. Il test di Kruskal-Wallis ha messo in evidenza il fatto che i gruppi sono diversi tra loro soprattutto per l’eta e per la IOP, ma mentre i valori di IOP sono ben entro limiti di norma in tutti i gruppi, i soggetti con lente trasparente sono significativamente piu giovani rispetto agli altri e soprattutto a coloro che si sono gia sottoposti ad intervento di cataratta. Differenze tra gruppi si evidenziano anche per quanto riguarda il difetto medio MD e la stadiazione con GSS2. Negli esami VCC risulta evidente la qualita diversa tra i gruppi sia per Q che per TSS soprattutto tra soggetti con lente trasparente o con iniziale sclerosi e soggetti con opacita o IOL; non si rilevano invece differenze significative di qualita della scansione quando questa e effettuata con ECC. Conclusioni: in tutte le diverse condizioni del cristallino analizzate e anche in presenza di IOL ECC e in grado di fornire immagini di qualita superiore rispetto a VCC ed e quindi in grado di rilevare in maniera piu affidabile e piu precoce i segni di neuropatia ottica glaucomatosa. La qualita dell’esame e quindi l’affidabilita diagnostica dei risultati sembra essere influenzata dalle condizioni del cristallino in VCC: una lente sostanzialmente traspa-rente permette risultati migliori e piu concordanti tra i due algoritmi mentre la presenza di una lentina intraoculare penalizza in maniera particolare il rilievo del segnale dovuto alle fibre nervose peripapillari.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2011

Influenza della qualità dell’esame nella diagnosi di neuropatia ottica glaucomatosa con polarimetria laser confocale

Alice Chandra Verticchio Vercellin; Laura Bossolesi; Marco Bordin; Marta Raimondi; Sara Lanteri; Sara Lombardo; Giovanni Milano

Scopo: confrontare i dati forniti dal polarimetro a scansione laser con compensazione corneale variabile (VCC) con quello a compensazione corneale migliorata (ECC) e verificarne la correlazione con i risultati del CV in una popolazione di soggetti valutati per neuropatia ottica glaucomatosa sia nella popolazione generale (gruppo complessivo) che in un campione piu ristretto contraddistinto da polarimetria laser di qualita ottimale (gruppo ristretto). Materiali e metodi: sono stati considerati 339 occhi di 182 pazienti afferenti all’ambulatorio glaucoma della Clinica Oculistica dell’Universita di Pavia. I pazienti sono stati sottoposti a visita oculistica completa, perimetria automatizzata standard (SAP) e polarimetria a scansione laser con GDx-VCC e GDx-ECC. Di ogni esame GDx si e considerato la qualita dell’immagine (Q), la tipicita della scansione (TSS), l’indice delle fibre nervose (NFI), lo spessore medio dello strato delle fibre nervose nella banda parapapillare (TSNIT average) e della sua parte superiore (TSNIT sup) e inferiore (TSNIT inf). I valori di Q, TSS e i parametri morfometrici forniti da VCC ed ECC sono stati confrontati applicando il Wilcoxon signed-rank test e il coefficiente di concordanza di Lin. La correlazione fra parametri GDx e indici perimetrici globali e stata valutata calcolando l’indice di correlazione di Pearson r. Gli stessi test statistici sono stati poi applicati ad un piu ristretto campione di 118 soggetti caratterizza-ti da una qualita elevata della scansione polarimetrica poiche tutti i soggetti avevano Q>7 e TSS>80 sia con VCC che con ECC. Si e inoltre ritenuto interessante verificare il comportamento di NFI di VCC e ECC in un grafico Bland e Altman sia per tutti i 339 soggetti inclusi che per i 118 con qualita elevata della scansione. Risultati: in entrambi i gruppi studiati ECC fornisce immagini di qualita superiore: con VCC solo 204 immagini su 339 (60%) sono di buona qualita (Q>7) mentre con ECC sono 325 su 339 (96%). Con VCC 140 scansioni su 339 (41%) sono atipiche (TSS<80) mentre con ECC sono atipiche 20 scansioni su 339 (6%). Inoltre ECC rispetto a VCC rileva costantemente spessori dello strato delle fibre nervose (TSNIT) inferiori e NFI superiori sia nel gruppo complessivo che in quello ristretto. La concordanza tra i due algoritmi per quanto riguarda i parametri morfometrici risulta quindi significativa ma non elevata nel gruppo complessivo. Nel gruppo ristretto la concordanza aumenta arrivando ad essere quasi perfetta a livello di TSNIT inferior. Nel gruppo complessivo la correlazione struttura/funzione non e ottimale ed e migliore per i parametri di ECC e soprattutto per NFI. Nel gruppo ristretto invece la differenza ECC/VCC si riduce in virtu di un aumento della correlazione struttura/funzione dei parametri VCC con un aumento di r particolarmente evidente per TSNIT inferior e average di VCC. Conclusioni: ECC e in grado di fornire immagini di qualita superiore rispetto a VCC. L’elevata qualita dell’esame e anche il primo presupposto per ritenere che l’algoritmo piu recente sia in grado di riprodurre in modo piu affidabile la reale struttura di RNFL rispetto alla versione precedente (VCC) anche nelle condizioni in cui le scansioni VCC sono di qualita ottimale. Se si considera che ECC evidenzia spessori di RNFL inferiori, valori di NFI superiori e una migliore correlazione con gli indici perimetrici MD e PSD rispetto a VCC, e possibile che GDx-ECC possa migliorare la precocita della diagnosi di glaucoma.


Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia | 2011

Polarimetria laser confocale nella neuropatia ottica glaucomatosa

Sara Lombardo; Giovanni Milano; Laura Bossolesi; Marco Bordin; Marta Raimondi; Sara Lanteri; Gemma Caterina Maria Rossi

Purpose: to compare results provided by scanning laser polarimetry variable corneal compensation (VCC) vs enhanced corneal compensation (ECC) and evaluate correlation to visual field results in glaucoma patients. Methods: 339 eyes of 182 patients were included and screened by the glaucoma unit of the University Eye Clinic of Pavia (Italy). Patients were submitted to complete ophthalmic examination, standard automated perimetry (SAP), scanning laser polarimetry with GDx-VCC and GDx-ECC. Quality image (Q), typical scan score (TSS), nerve fibers index (NFI), nerve fibers layer average thickness in a band around the optic nerve head (TSNIT average) and in the upper (TSNIT sup) and lower sector (TSNIT inf) were evaluated for each exam. Q, TSS and morphometric parameters provided by VCC and ECC were compared using Wilcoxon signed-rank test and Lin concordance coefficient. Correlation between GDx and perimetric global indexes was evaluated with Pearson correlation index. Results: 204 images out of 339 (60%) were of good quality (Q>7) with VCC and 325 out of 339 (96%) with ECC. 140 images out of 339 (41%) were atypical (TSS<80) with VCC but only 20 out of 339 with ECC (6%). ECC vs VCC constantly displays lower TSNIT thickness and higher NFI. All comparisons between ECC and VCC parameters showed statistically significant differences confirmed by a moderate to poor concordance between the two instruments. Structure/function correlation was only poor to moderate and better for ECC parameters and first of all for NFI (0.6). Conclusions: ECC provides better quality images than VCC. High quality exam is the first condition to repro-duce a more reliable RNFL structure. ECC points out lower RNFL thickness and higher NFI and reveal a better correlation to perimetric indexes MD and PSD as compared to VCC. GDx-ECC could improve early glaucoma diagnosis.

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